Dopo uno slalom articolato tra visibilità privata e
proprietà pubblica, inaugura la mostra
Nove100 nel nuovo quartier generale per
l’arte, il Palazzo del Governatore. Come dire 3mila metri quadri di superficie
espositiva inaugurati ad hoc nella piazza principale del centro storico.
Una perlustrazione su fotografia, arte, architettura, moda
e design nel secolo appena trascorso, realizzata grazie a uno spaccato
orizzontale
sottratto al più grande serbatoio di capolavori italiano: lo CSAC – Centro
Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università, uno scrigno contro la
dispersione, creato da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino.
Stiamo parlando di un archivio che consta di milioni di
opere. Di queste ne sono in mostra circa un migliaio, suddivise
in tre sedi e distinte per sezioni tematiche.
Arte e fotografia a Palazzo del Governatore,
Moda in Galleria San Ludovico,
Architettura
e Design alle
Scuderie della Pilotta, oltre ad alcune opere di grande formato collocate
presso la Camera di Commercio. Come spiega Quintavalle, curatore della mostra,
“
abbiamo tentato di rappresentare la storia di un secolo attraverso opere
esclusivamente donate, oggi di proprietà pubblica, mettendo sullo stesso piano
i mezzi del comunicare”
.È ambiziosa la missione del Comune, di cui è portavoce
l’assessore Luca Sommi, che lavora intensamente per presentare a Parma – oltre
a lirica e teatro – arte moderna e contemporanea, discipline capaci di offrire
occasioni uniche e consensi sbalorditivi (in termini di ingressi) alla città. “
Dopo
il grande successo della mostra del Correggio,
abbiamo capito le potenzialità della città.
Quella mostra è destinata a rimanere un evento unico, ma la nostra idea è
creare le condizioni perché Parma diventi città di interesse culturale tutto
l’anno. Per questo scopo è stato pensato il Palazzo del Governatore, che
diventerà un centro di esposizione permanente di arte moderna e contemporanea”
.Apre la sezione artistica del Palazzo una
quadreria di personalità differenti della
prima metà del Novecento, organizzate senza senso gerarchico, grazie al colto
allestimento di Didi Bozzini. La camminata prosegue nelle intricate stanze del
piano nobile, attraverso capolavori di tutto il secolo: dal periodo degli
astrattisti e del Fronte Nuovo delle Arti fino alle avventure della Pop Art,
del Naturalismo e della Transavaguardia. Da segnalare la scultura di
Fausto
Melotti e lo
spazio dedicato all’Arte Povera, con
lo Spirato di
Luciano Fabro,
Paolini,
Boetti.
Al piano sovrastante sono esposti alcuni fondamentali
archivi fotografici (fratelli Alinari, Studio Stefani, Agenzia Publifoto), gli
esperimenti di
Man Ray e
Florence Henry, gli scatti recenti di
Basilico,
Barbieri,
Ghirri e
Jodice e altri nomi rilevanti.
Un remix di certezze nelle sedi
limitrofe, tra design, architettura e moda:
Ponti,
Munari,
Mari,
Sottsass,
Valentino,
Armani,
Ferré,
Krizia,
Versace.