Categorie: Danza

Con Umwelt, Maguy Marin porta la danza senza la danza al Festival Oriente Occidente

di - 17 Settembre 2021

E dire che al debutto, nel 2004, lo spettacolo fu accolto da contestazioni violente, per via del fatto che parte del pubblico protestava per l’assenza di danza. Già, perché in Umwelt non c’è, se intesa come concatenazione armoniosa di gesti e movimenti. Qui c’è un’inarrestabile, ossessiva, ipnotica passerella di uomini e donne – una danza quindi del corpo – che appaiono e scompaiono da dietro dei flessibili pannelli specchianti disposti su due file. Sono in balìa di un forte vento (presagio di un’apocalisse?) dal rumore frastornante e opprimente. Vento che si placherà solo per qualche attimo, per poi riprendere minaccioso, sospingendoli e ostacolandoli nel frenetico andirivieni.

Maguy Marin, Umwelt, Ph. Christian Ganet

Qui c’è lo zampino di Samuel Beckett il cui teatro, che racconta con poesia e ironia l’assurdo della condizione umana, fragile e tragica, è sempre stato per la coreografa Maguy Marin un punto di riferimento (un capolavoro rimane ancora oggi May B. del 1981). In questo congegno performativo a orologeria dal titolo Umwelt (Ambiente, in tedesco), quella che lei mette in scena col suo personalissimo “teatrodanza”, è un’umanità in eterno movimento, in cerca di contatto o che rifugge da esso, catturata in veloci azioni ripetitive e in gesti quotidiani privi di senso, ma che forse un senso ce l’hanno. Lo troverà, oppure no, lo spettatore, seguendo la propria sensibilità, suscitato da qualcuna, o da tutte le interminabili azioni che scorrono per più di un’ora.

Umwelt, Maguy Marin, Compagnie Maguy Marin, ph. Simone Cargnoni

I nove interpreti, entrando e uscendo da dietro i pannelli quasi al ritmo di un pendolo, si muovono l’uno accanto all’altro simultaneamente, camminano, si sfiorano, si rincorrono, indossano gli stessi abiti, si diversificano, eseguono gli stessi gesti duplicandosi o moltiplicandosi. C’è chi gusta una mela, chi mangia carote tenendo in testa lunghe orecchie da coniglio, e chi rosicchia delle ossa; chi indossa una corona di cartone e chi delle corna di cervo; chi compare con le manette ai polsi e chi vaga con una torcia; chi porta sulle spalle dei sacchi o dei quarti di bue da macellare, e chi tiene dei mitra in mano; chi ha ali di farfalla e chi una parrucca. Una coppia si bacia e un’altra litiga; una donna si lancia al collo di un uomo nel tentativo di farsi sorreggere. Ogni tanto c’è chi corre smarrito e chi insegue invano qualcuno. E si potrebbe continuare a descrivere all’infinito aggiungendo che nelle stesse azioni ripetute s’inseriscono cambi di costumi e l’aggiunta di accessori.

Umwelt, Maguy Marin, Compagnie Maguy Marin, ph. Simone Cargnoni

A interrompere però questo flusso è l’improvviso apparire, a più riprese, di una sola figura – in alcuni momenti sono due o tre –, la quale, immobile, ci guarda severa per qualche istante, complice le luci rivolte appena in platea. Ci interpella, ci sfida, forse chiede aiuto, o forse ci giudica. Nel frattempo sul proscenio – dove sono disposte a terra tre chitarre elettriche dal suono distorto, le cui corde sono grattate dallo scorrere di un lungo filo mosso da due bobine agli opposti della scena – si accumulano dei rifiuti, oggetti che i performer via via buttano fuori dal loro spazio: una discarica, presagio di un disastro ecologico che fingono di non vedere intrappolati come sono nel meccanismo alienante del loro tran tran quotidiano? Alienazione, allegoria, parabola di una condizione umana chiusa in se stessa, dicevamo, che Umwalt rappresenta ancora oggi con forza dirompente reggendo il trascorrere del tempo (una seconda ripresa dello spettacolo è avvenuta nel 2013).

E ben ha fatto Lanfranco Cis, direttore artistico del Festival Oriente Occidente, a proporlo, per la prima volta in Italia, per l’appuntamento di Rovereto, in linea con una sua progettualità che include il recupero di brani cult oggi ancora vitali.

Articoli recenti

  • Progetti e iniziative

Cheap porta le poesie di Patrizia Cavalli tra le strade di Bologna

Cheap presenta un nuovo intervento di arte pubblica a Bologna, in occasione del tour di Chiara Civello: una serie di…

29 Marzo 2024 11:48
  • Mercato

Parigi, € 1 milione per i surrealisti di Bonhams Cornette de Saint Cyr

Dorothea Tanning, Jane Graverol, Zdzislaw Beksinski, Leonor Fini. Tutti i protagonisti della vendita parigina, a un secolo esatto dal manifesto…

29 Marzo 2024 10:35
  • Arte contemporanea

Roma, 80 giorni in residenza nella n0Project Room di Ombrelloni Art Space

Lo spazio sperimentale n0Project Room, all’interno di Ombrelloni Art Space, si apre alle residenze artistiche, con una call di 80…

29 Marzo 2024 10:34
  • Teatro

La disparità di genere nel teatro italiano: lo studio di Amleta

La nuova mappatura dell’associazione Amleta evidenzia la disparità di genere nel teatro italiano, soprattutto nei ruoli apicali: ne parliamo con…

29 Marzo 2024 8:53
  • Mostre

Ocean Space inaugura a Venezia la mostra Re-Stor(y)ing Oceania

Due commissioni site-specific delle artiste indigene del Pacifico, Latai Taumoepeau e Elisapeta Hinemoa Heta, nella mostra commissionata da da TBA21–Academy…

29 Marzo 2024 0:03
  • Musei

Il British Museum riparte da Nicholas Cullinan: chi è il nuovo direttore

Tempi duri per il British Museum che, tra i Marmi del Partenone e lo scandalo dei furti, dovrà affrontare anche…

28 Marzo 2024 18:40