MIA Photo Fair BNP Paribas 2025 è un dialogo attraverso la fotografia

di - 20 Marzo 2025

Dal 20 al 23 marzo 2025, Superstudio Più a Milano ospita la quattordicesima edizione di MIA Photo Fair BNP Paribas, il più importante appuntamento italiano dedicato alla fotografia d’arte. Con 77 gallerie provenienti da tutto il mondo, MIA si rivela ogni anno come un crocevia di linguaggi e sperimentazioni. Il tema di quest’anno, Dialoghi, si sviluppa attraverso i diversi confronti tra tecniche, epoche e culture. Nel primo giorno d’apertura al pubblico, ecco il nostro vademecum con cui orientarvi fra gli innumerevoli booth.

Una volta superate le pesanti tende scure, a fare gli onori di casa, si trovano gli stand dei vari partner e istituzioni, tra cui la Casa Museo Molinario Colombari, la Fondazione Vittorio Sella, l’esperienza immersiva di Art Defender e Fondazione Alinari, Deloitte e, naturalmente, il BNP Paribas Lounge. Superato questo primo salotto, si arriva finalmente alla sezione principale, nel cuore della fiera. Anzi no. Se ci si ferma un attimo, a metà del corridoio nero che porta ai booth, sulla sinistra, è possibile scorgere alcune delle opere finaliste del premio Off the Wall, ideato da Erik Kessels, artista, curatore ed editore olandese. I lavori degli artisti, sparsi per tutta la fiera, si focalizzano sul rapporto che nasce tra fotografia e spazio fisico, mettendo in discussione le convenzioni espositive tradizionali.

Al Fadhil, Attesa, 2006/2025, Stampa digitale su carta fotografica, 50,8/70 cm, 1/3. Courtesy: Al Fadhil. Gallery: Gaze-Off

Tornando al salone principale, ci si perde già tra i dilemmi di Sara Rossi e i cagnolini al tramonto di Mazaccio & Drowilal da Glenda Cinquegrana (B003), a pochi passi dall’ “archivio” neorealista di Admira (B005) che per l’occasione ha deciso di esporre, assieme a fotografi come Mario de Biasi, Fulvio Roiter e Nino Migliori, le opere di Marco Lanza nate dal dialogo con un altro grande vecchio, Mario Ingrosso. Lasciati i maestri del bianco e nero, passando per le cattedrali di Nicolò Quirico da Federico Rui (B013), si arriva finalmente al cospetto delle fotografie, monumentali, scattate da Aurelio Amendola in mostra da Building (B019). Le foto ritraggono noti artisti della seconda metà del XX secolo, tra cui Alberto Burri, Hans Hartung, Mario Schifano e Andy Wharol, tra il 1970 e i primi anni ’80; una serie di 16 scatti che riflette il rapporto tra l’artista e lo spazio in cui crea, che sia il suo studio o una gondola, come per l’iconico Giorgio De Chirico.

Marjorie Salvaterra, HIM, 2013, Stampa a pigmenti d’archivio, 76 x 101 cm, AP, Courtesy: Alta Vista Arts

Subito accanto, in rapida sequenza, ecco Vistamare (B023), con Luisa Lambri e Armin Linke, e Viasaterna (B025) con i sogni in AI, stampati su carta commerciale Buffetti, di Camilla Gurgone. Girato l’angolo invece, da Podbielski(C026), ecco le testimonianze di due importanti fotografe: Eve Arnold e Cristina De Middel. La prima è nota per i suoi reportage e i suoi ritratti, mentre Cristina De Middel combina fotografia documentaria e arte concettuale per esplorare la relazione tra realtà e finzione. Non poteva certo mancare all’appello la galleria Frediano Farsetti (C009) che presenta il lavoro di Antonio Biascucci, Luca Campigotto e Piero Gemelli; tre artisti, tre modi di intendere la fotografia totalmente differenti in un viaggio che passa dal bianco e nero di Biascucci ai paesaggi urbani di Campigotto fino agli still life di Gemelli.

Galleria d’Arte Frediano Farsetti. Luca Campigotto, Namibia, 2023 © Luca Campigotto

Ma non è finita qui. Impossibile non citare il solo show di Philip Toledano, che racconta una nuova fiaba americana da Talullah Studio Art (D027). In uno dei due booth della galleria di Patrizia Madau, l’artista londinese espone, rielaborandole con l’AI, le sue immagini surreali, alcune al limite dell’impossibile, altre sulla soglia dell’insospettabile. A pochi metri da Toledano, Talullah presenta Maurizio Forcella e le sue elaborazioni AI di ritratti familiari, che ammiccano incredibilmente al pennello di Felice Casorati, il David di Dina Goldstein, il bianco e nero di Elmer De Haas e le sperimentazioni di Keila Guilarte nella mostra The stories they tell (D025). E ce n’è ancora di belle. MIA Photo Fair conserva due “piccole” perle: da Ticinese Art Gallery (E024) le foto corali di Roberto Rinella e le luci di Claudio Comito; da Atelier Relief (F027) le città di cromalux di Piero Mollica. Ultima, ma non di certo per importanza, Galerie Parallax (D018), che propone in fiera le opere di Denis Brihat, Bertrand Hugues e Sook Shin. I tre, pur interfacciandosi al mezzo fotografico, attraverso le loro esperienze artistiche si distinguono in maniera davvero singolare portando al limite le potenzialità espressive dello strumento.

EILA GUILARTE Purity Free Soul series 2024 60×90. Ed. 1

MIA Photo Fair dedica inoltre ampio spazio all’editoria fotografica, con la presenza di dieci editori internazionali. Quello dell’editoria è un settore che si rivela sempre più centrale per la fotografia d’arte, con libri che non sono solo strumenti di documentazione, ma vere e proprie opere. MIA Photo Fair 2025 si conferma così come luogo di incontro tra arte, mercato e ricerca, creando connessioni tra artisti, gallerie e collezionisti. Con una proposta ricca e diversificata, è l’appuntamento imperdibile per fotografi, artisti, collezionisti ed estimatori.

Lori Nix, Subway, 2012, Color photograph, cm 26 x 33 ca., ed. 5. Courtesy: Paci contemporary gallery (Brescia- Porto Cervo, IT)
MAURIZIO FORCELLA, Il Balerino 2024, 2024, Immagini digitali Stampa Fine Art, HahnemühlePhotoRagBaryta315gr. H che hanno avuto un intervento interattivo attraverso l’uso della AI- TTI ) e poi sono state post prodotte con la tecnica della sovradipintura digitale., 80cm x60cm, 1/10 +2AP, Courtesy: © Maurizio Forcella, Galleria: Tallulah Studio Art

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