Vittorio Barazzotto, Assessore alla Cultura di Biella, continua il lavoro di promozione di questa nuova provincia che non ha alle spalle un significativo passato come centro culturale, se non a livello locale. Negli ultimi anni la città, grazie ad un continuativo e duro lavoro, si è risvegliata dal lungo sonno ed i risultati per lungo tempo attesi oggi si continuano a vedere con importanti iniziative che si susseguono. Così è per la seconda edizione della rassegna Photografica. L’appuntamento si ripropone grazie anche all’appoggio della Regione Piemonte, nonché della Fondazione Italiana della Fotografia.
Filo rosso di tutta la rassegna è il tema del lavoro dell’uomo, visto secondo diversi sguardi e attraverso differenti chiavi di lettura. I coordinatori dell’evento Patrizia Bellardone e Fabrizio Lava, partendo da un tema comune, hanno individuato alcuni protagonisti della fotografia invitandoli a presentare una parte del loro lavoro. Per alcuni interpreti del passato è stato svolto un lungo lavoro di ricerca e raccolta di immagini che assume ora un importante significato.
A Palazzo Cisterna si resta affascinati dallo scatto di Sebastião Salgado, che rende omaggio al lavoro nel suo aspetto più umile, dove l’uomo, la forza lavoro, è la chiave di lettura di immagini stupende. La visita prosegue a Palazzo La Marmora dove sono affiancati due fotografi biellesi del passato, Clementina Corte ed Edoardo Viola. Valentina Corte viene definita una “irregolare della fotografia” che in modo scaltro ed estremamente naturale ha dato un’interpretazione singolare della fotografia in studio dei primi Novecento. La scena, il costume, la posa, sono stravolti da incursioni fuori luogo – per i tempi – basti osservare la donna ritratta di tergo, o le donne in divisa, o ancora l’uomo vestito da signora.
Al momento ludico e provocatorio si accosta quello più drammatico della fotografia di guerra di Edoardo Viola che con estrema perizia esamina, immortala, per tramandare ai posteri, momenti di intimità, di normalità, quando queste due parole assumono un significato dilatato e distorto come avviene in tempo di guerra. Così ci narra della rasatura, della mascotte del battaglione, della distribuzione del rancio, in immagini che ai nostri occhi appaiono malinconiche, sarà la patina del tempo, o forse la consapevolezza della caducità delle cose terrene.
Altrettanto intimistiche possono essere considerate le immagini di Gianfranco Bini che ha, nella sua carriera, saputo cogliere la vera essenza di un mondo ormai perduto, quello della vita contadina nelle nostre montagne, dove le azioni del lavoro quotidiano come la mungitura assumono le fattezze di riti ormai perduti da tempo. Quei volti solcati da rughe che sembrano segni incisi con lo scalpello sono dei nostri avi, quelle mani ruvide che accarezzano un vitello sono ancora vicine.
Andando a ritroso fra passato e presente arriviamo alla Città dell’Arte in una dimensione totalmente diversa, galleggiante fra passato, presente e futuro. Siamo alla Fondazione Pistoletto con le istallazioni di dodici fotografie di Silvio Wolf. Si tratta di un’installazione situata nella ex casa padronale del complesso industriale oggi donato all’arte. Le grandi immagini in bianco e nero ripropongono parti di antichi manoscritti biellesi. L’ambientazione all’interno di un cantiere in corso, con sottofondo di voci evocanti passaggi di persone, che si accostano e si sovrappongono alle parole fotografate, da’ vita ad un linguaggio fatto di segni, suoni. È la rappresentazione simbolica di un passaggio, quello fra passato e futuro.
Durante la rassegna sono previste molte iniziative collaterali. In dieci locali pubblici di Biella verrà allestita Off, la cosiddetta “mostra nella mostra” dove alcuni fotografi dilettanti biellesi esporranno le loro opere. Sono inoltre attive la sezione didattica per i più piccini; le serate aperte al pubblico con i fotografi o gli esperti del settore che parleranno di temi specifici; sarà inoltre possibile partecipare ai workshop a cura di Nital (Nikon), studio Velvet di Milano (20 ottobre) e con il fotografo Mauro Raffini (27 ottobre). Per i workshop si consiglia di prenotare.
Michela Cavagna
mostra visitata il 9 ottobre 2001
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