Categorie: Fotografia

Nello studio di Gianni Berengo Gardin. Il ricordo di Alessandra Klimciuk

di - 8 Agosto 2025

La targhetta in ottone sulla porta riporta solo il cognome con cui è conosciuto e riconosciuto da tutti come il grande maestro della fotografia in bianco e nero: Berengo-Gardin. È il 21 giugno del 2023. Sono emozionata. Mi apre la porta lui: Gianni Berengo-Gardin è affabile, gentile, semplice, come solo i grandissimi artisti che ho conosciuto in questi anni sanno essere. Ha 93 anni e mi precede salendo le scale che portano al suo archivio senza titubanze. Ci accoglie sua figlia Susanna Berengo-Gardin, che di quel prezioso archivio che contiene oltre due milioni di scatti in bianco e nero, ne è la silenziosa custode e responsabile.

Lo Studio di Gianni Berengo Gardin Ph. Alessandra Klimciuk

Sul tavolo, vicino alla sua amata Leica, ha preparato una scatola con la scritta Linosa, 1991. Contiene un tesoro. In soli tre giorni, dal 24 al 27 dicembre 1991, ha scattato 46 rullini nell’unica isola remota d’Italia, che lui stesso definiva “la più dimenticata e lontana dalla madre patria”. Mi trovo davanti centinaia di provini e quasi una trentina di vintage print, stampe ai sali d’argento, realizzate da lui stesso per una mostra pensata e voluta già nel 1991, ma mai realizzata, e poi sommersa da tantissimi altri progetti e reportage che hanno segnato la storia della fotografia e del nostro Paese. Fino a quando non ho bussato alla sua porta a giugno 2023, magnetizzata da un’iconica immagine del cimitero di Linosa scoperta per caso e incuriosita da questo reportage totalmente inedito della piccola e incontaminata isola vulcanica nel mezzo del Mediterraneo, su cui stavo impegnando la mia ricerca da due anni.

Lo Studio di Gianni Berengo Gardin Ph. Alessandra Klimciuk

La sensibilità profonda di questo maestro assoluto della fotografia in bianco e nero è riuscita a cogliere momenti di vita quotidiana e partecipazione calorosa della comunità resiliente di Linosa, insieme alla complessità di un paesaggio maestoso, primordiale e aspro, con quello sguardo unico che aveva sul mondo e sull’uomo. Un lavoro da cui emerge la sua straordinaria capacità di narrare e fotografare, con una tecnica infallibile e uno sguardo distintivo, pervaso di umanità e sensibilità. Dai ritratti pieni di vita dei bambini che giocano con lo skateboard e vanno in bici, alla processione con la stella cometa nei vicoli la notte della vigilia, agli anziani colti in un momento di lavoro sul trattore o a sistemare le reti da pesca, e poi gli sguardi, i sorrisi, la gioia dei preparativi del Natale, fino alle composizioni di paesaggio e architettura. Sono istantanee di vita quotidiana, che documentano con sincerità ed empatia la comunità che incontra a Linosa, con i loro riti e la condivisione calorosa dei momenti di festa. Le sue immagini, con una chiarezza e coerenza di sguardo, rivelano una ricchezza di sentimenti che corrisponde al suo amore per la vita. Uno sguardo unico sull’uomo.

Lo Studio di Gianni Berengo Gardin Ph. Alessandra Klimciuk

Un tesoro sommerso che, insieme all’indagine fotografica realizzata trent’anni dopo da Filippo Romano, è diventata la mostra Insulae Aqua, inaugurata lo scorso novembre con il Comune di Milano all’Acquario e poi trasferita a Londra come highlight di PhotoLondon all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, dove è rimasta esposta fino a giugno 2025.

Berengo-Gardin amava le isole, perché questo essere circondati dal mare ne preserva l’autenticità della loro comunità con un’identità forte definita dall’“isolitudine”, che identifica la condizione di appartenenza e propria di chi è nato in un’isola, con l’unione delle parole isola e solitudine. Berengo-Gardin amava e difendeva la vera fotografia e il suo potere di restituire la memoria visiva del nostro tempo. Questo il ruolo fondamentale di un archivio fotografico, ripeteva il grande maestro. Con grande generosità si è messo a disposizione di un progetto che via via è cresciuto ed ha restituito alla comunità di Linosa ricordi indelebili ed emozioni, volti e paesaggi.

Gianni Berengo Gardin, Linosa, 1991 Stampa ai Sali d’argento. Vintage print Foto ©Gianni Berengo Gardin. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Gianni Berengo Gardin, Milano

Non più di cinque giorni fa sentivo sua figlia Susanna per organizzare gli ultimi dettagli della prossima tappa espositiva: finalmente il progetto Insulae Aqua può tornare a casa ed essere restituita ad Agrigento, capoluogo di provincia a cui appartiene anche la piccola isola delle Pelagie. Sarà l’occasione di celebrare Berengo-Gardin, il suo amore per le isole, piccolissime e lontane, e le comunità autentiche, la sua passione per la vera fotografia che documenta, ma soprattutto per la vita, sopra ogni cosa. Passione per la vita e passione per l’uomo che trasudavano in ogni suo scatto.

Il ricordo di Berengo-Gardin per quei tre giorni passati a Linosa oltre trent’anni fa era vivido e lui stesso ancora commosso dell’accoglienza calorosa ricevuta dalla comunità che stava festeggiando il Presepe vivente con profonda partecipazione. Berengo-Gardin amava la vita, svisceratamente. E l’uomo.

Lo sguardo lucido ed essenziale di un maestro che aveva il dono di cogliere la bellezza della vita e il nostro tempo in rigorosi ed essenziali scatti in bianco e nero. Una coerenza e integrità uniche tra l’uomo e il fotografo artigiano, come amava definirsi lui, che ha reso iconici moltissimi suoi scatti. La fotografia come impegno civile e indagine sociale. Immenso e pieno di sensibilità e pudore il suo lavoro sui manicomi italiani durante le riforme di Franco Basaglia, che ha profondamente influito a cambiare la percezione pubblica sulle drammatiche condizioni dei malati mentali.

Gianni Berengo Gardin, Linosa, 1991, Stampa ai Sali d’argento. Vintage print Foto © Gianni Berengo Gardin. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Gianni Berengo Gardin, Milano

Sono più di due milioni i suoi negativi, oltre trecento le mostre in Italia e all’estero e oltre duecentosessanta i libri pubblicati. Il libro fotografico l’altra sua grande passione. Un ultimo desiderio: una monografia dedicata al paesaggio delle campagne italiane, al mondo contadino, un viaggio visivo e narrativo per documentare soprattutto il lavoro silenzioso delle donne nei campi in oltre quarant’anni di scatti.

Ci mancherai Maestro. Ma siamo tutti profondamente grati di poter guardare il mondo attraverso il tuo sguardo sensibile e lieve, che ci regala il desiderio e la poesia della vita.

Linosa, 6 agosto 2025

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