Il ministero della cultura fiammingo ha lanciando un’inchiesta sulla compagnia Troubleyn dopo che alcuni ex lavoranti hanno accusato il suo fondatore, l’artista e coreografo Jan Fabre, di molestie sessuali e cattiva condotta. Venti ex ballerini, di cui dodici anonimi, sostengono in una lettera inviata alla rivista d’arte olandese Rektoverso, che sono stati umiliati e intimiditi. Fabre nega qualsiasi illecito.
I firmatari della lettera affermano di aver deciso di scrivere dopo aver visto sul canale belga VRT l’artista, lo scorso giugno, incredulo di fronte a dati che attesterebbero che una donna su quattro nel settore culturale belga ha subito molestie sessuali nell’ultimo anno.
Ma di cosa si accusa l’artista contemporaneo più famoso del Belgio, e conosciuto in tutto il mondo? C’è chi lamenta di essere stata rimproverata per essere tornata “grassa” e chi afferma che “L’umiliazione è pane quotidiano dentro e attorno allo spazio delle prove di Troubleyn. I corpi delle donne in particolare sono bersaglio di critiche dolorose, spesso apertamente sessiste, indipendentemente dalle loro effettive condizioni fisiche”.
Fabre nega tutte le accuse e la compagnia risponde al magazine: “Deploriamo questo attacco attraverso i media, che costituisce una pubblica prova ingiusta. Jan Fabre viene pubblicamente diffamato senza alcuna forma di difesa, sulla base di testimonianze anonime e accuse difficili da verificare”.
La dichiarazione aggiunge: “In Troubleyn c’è una linea chiara: tutto deve avvenire con reciproco consenso e rispetto. Non costringiamo nessuno a compiere determinate azioni contro la propria volontà. Desideriamo un “dibattito diretto” con il le parti coinvolte”. E ieri la compagnia e Jan Fabre si sono detti pronti a collaborare pienamente con il ministero e le indagini.