Categorie: Libri ed editoria

Consigli di Dis-lettura: tre libri nuovi e due riscoperte. Per nutrirsi di parole

di - 31 Dicembre 2022

Ebbene sì, sono stato dislessico. Leggere mi ha aiutato a sciogliere la lingua e i pensieri. Ricordo ancora, a otto anni, il primo “vero” libro: Noi del boscaccio di Giovannino Guareschi, l’-ino mi aveva fatto tenerezza perché mi ero immaginato lo scrittore piccolo quanto me.

La scrittura semplice, i ritmi della vita di campagna che mi circondava anche nella realtà, ma soprattutto i due protagonisti Don Camillo e il sindaco Peppone, due amici-rivali divisi dalle ideologie (Cattolicesimo e Comunismo) ma uniti umanamente dai valori più profondi e semplici della vita. In brevissimo tempo ho divorato avidamente tutti i romanzi che li riguardavano. Da allora, da bravo lettore onnivoro, non ho mai smesso di nutrirmi di parole e per questo ora sono qui a parlarvene.

– Un libro maschio ma anche per femmine
Marco Missiroli, Avere Tutto, Einaudi, 2022, 18 euro

Del giovane scrittore italiano (Rimini, 1981) avevo già letto, su consiglio della mia fidanzata, “Atti Osceni in luogo privato” del 2015 e “Fedeltà” del 2019, d’altronde si stava ponendo già come una voce forte e nuova della scena italiana.

Confesso di essere uscito dalle pagine con un senso di non so che…scritti bene, storie costruite a modo, tempi giusti…ma mancava qualcosa, sembravano come quei temi che si scrivevano a scuola consci di quello che la maestra avrebbe voluto leggere. Dei compitini.

Di ben altro spessore “Avere Tutto”. Come dice anche il titolo, il libro ha tutto: una bellissima scrittura, una modulazione delle azioni e delle vicende perfette. Si comprende il piacere dello scrittore di dare vita a una vicenda pienamente matura.

Un romanzo in cui i principali protagonisti sono un padre e un figlio, il confrontarsi tra loro, con i rispettivi passati, demoni passati e presenti, tematiche difficili come la malattia e la morte, il vizio del gioco, da cui ne usciranno ciascuno a modo loro.

Un libro da una forte connotazione maschile, in cui le figure femminili aleggiano come numi tutelari, che dovrebbe essere letto da tutti come riflessione personale e per rallegrarsi di come il romanzo italiano sia ancora ben vivo.

– Un libro motivazionale
Stephen King, Fairy Tale, Sperling & Kupfer, 2022, 21,90 euro

Secondo me non si dovrebbero esprimere giudizi su Stephen King senza aver mai letto un suo libro, che sia l’Incendiaria o L’ombra dello scorpione o l’ultimo Fairy Tale, questo perché leggendolo non si può che comprenderne la grandezza e, probabilmente, diventarne fan.

Pochi come lui hanno la capacità di avere sul lettore l’effetto “binge eating” una letterale abbuffata che ti porta a nutrirti avidamente delle pagine per arrivare il più velocemente possibile alla scritta THE END.

Fairy Tale potrebbe di primo acchito sembrare una storia per ragazzi, il protagonista adolescente orfano di madre, con un cane per amico, un incontro fortuito con un anziano e un mondo fantastico, la classica lotta tra bene e male, ma… Ma come sempre c’è molto altro: il rapporto con l’invecchiare, il razzismo, l’accettazione del diverso, le tematiche ambientali, le debolezze di ciascuno di noi. Il bello di Stephen King è che dà vita sempre ad “eroi-umani” senza particolari poteri, pieni di limiti, uomini medi in cui ciascuno di noi può identificarsi per superare le paure e i limiti di ogni giorno, che sia un colloquio di lavoro o la richiesta di un appuntamento alla vicina di casa.

– Per un mondo con arte e parte
Kay Dick, Loro, Minimum Fax, 2022, 16 euro

Sono a pagina 34 di questo breve romanzo ma ho già capito che è un classico.

Grazie a Mimimum Fax per aver deciso di ripubblicare dopo circa 40 anni – la prima edizione risale al 1977 – questa storia che potrebbe essere ambientata in qualsiasi luogo e tempo.

Un romanzo che si inscrive, come 1984 di George Orwell, nel genere distopico. In questo caso un gruppo non meglio definito di Loro compare e cancella metodicamente ogni forma d’arte, arrivando ad accecare gli artisti, ad amputare le mani agli scrittori, ecc.

La cosa che colpisce è la scrittura essenziale, l’ambientazione campestre con le descrizioni di una natura “romantica” che contrasta con l’efferatezza di alcune scene.  Ancor più forte, almeno fino al punto in cui sono arrivato a leggere, la completa passività e rassegnazione degli artisti a subire queste punizioni immotivate, come se il gesto artistico supremo sia la cancellazione.

Curioso di finire il romanzo, vi aggiornerò nel prossimo articolo. Sperando che qualcosa cambi nelle pagine del libro, perché anche lì la mia mente non può accettare un mondo senza arte.

– Per imparare a volare
Daniele Del Giudice, Staccando l’ombra da terra, Einaudi, 1994; I Racconti, Einaudi, 2016

Di Daniele Del Giudice (1949-2021) l’anno scorso, in occasione della morte, si è parlato sulle pagine culturali di vari quotidiani, come figura di scrittore da “recuperare” e a ragion veduta. Del Giudice non ha scritto molto, quindi ci si potrebbe benissimo permettere di leggere tutto per entrare appieno nel pensiero di un intellettuale che attraverso una scrittura “leggera” che respira è, a mio giudizio, riuscito a rappresentare le paure più profonde dell’uomo.

Personalmente vi consiglio Staccando l’ombra da terra, in cui l’autore, effettivamente appassionato di volo e pilota, narra gli approcci di un suo alter ego al volo e al pilotaggio, come le emozioni, le paure e i pensieri che si accavallano nella testa di un primo volo in solitaria.

Una bella metafora di come, anche se spesso ce lo scordiamo, ogni giorno ci può capitare di compiere una nuova azione. Un’azione mai fatta.

Un altro piccolo capovaloro di Del Giudice il racconto Nel museo di Reims. Barnaba, il protagonista, affetto da una malattia progressiva alla vista, prima di cadere nella cecità assoluta decide di girare per i musei d’Europa per imprimersi nella memoria una serie di quadri.

Una scelta non dettata da una passione per l’Arte ma, perché nei quadri normalmente per essere più palesi le espressioni e le emozioni dei protagonisti sono dipinte più chiaramente che nella realtà. Fissate per l’eternità. Impariamo a osservare il mondo che ci circonda come un quadro per coglierne ogni singola sfumatura, smettiamo di essere ciechi pur vedendo.

– Perchè anche l’aspetto ha la sua importanza
La collana “Biblioteca delle Silerchie” pubblicata dal Saggiatore tra il 1958 e il 1967

Per ultimo non voglio consigliarvi un libro ma un’intera collana. La collana Biblioteca delle Silerchie pubblicata dal Saggiatore tra il 1958 e il 1967, a cura di Giacomo Debenedetti, scrittore, saggista e critico letterario tra i maggiori del novecento italiano.

A Debenedetti Alberto Mondadori, patron della casa editrice all’epoca, dà totale carta bianca e si vede. Il critico sceglie testi brevi e brevissimi dei più disparati autori: da Thomas Mann a Kafka, da Chagall a Jaspers, saggi e narrazioni che aiutano ad aprire la mente e che durano il tempo di una passeggiata.

Io per ora sono riuscito a raccogliere una ventina dei centoquattro titoli pubblicati, la prima volta che mi sono avvicinato ad essi è stato, come capita spesso, per le copertine: astratte, coloratissime, folli, uniche, una più bella dell’altra.

Per fortuna oltre al vestito questa volta ho trovato anche il contenuto. Se amate i libri e su qualche bancarella dell’usato avvistate qualcuna di queste chicche, non lasciatevela scappare. Arrederete casa e il vostro animo.

Paul Valery, MONSIEUR TESTE, Biblioteca delle Silerchie LXVII, Il Saggiatore, 1961

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