Categorie: Libri ed editoria

libri_monografie | Hans Haacke | (plectica 2010)

di - 15 Novembre 2010
Non poteva essere altrimenti
l’esordio in libreria di Stefano Taccone. Critico e curatore indipendente da
sempre “attento all’arte che sconfina
nello spazio pubblico e si fa pratica relazionale
”, nelle sue prime 131
pagine racconta Hans Haacke (Colonia,
1936; vive a New York), artista concettuale la cui ricerca palesa interessi,
contraddizioni e connivenze tra mondi politico, economico e artistico, e che
l’Italia ha imparato a conoscere meglio in veste di visiting professor presso la Fondazione Ratti di Como.

Ma non tutto il suo percorso cade
sotto l’occhio dello studioso. L’autore, infatti, individua un prima e un dopo
nell’esperienza artistica del tedesco, ma ugualmente riserva qualche pagina al
periodo precedente il ’70, mostrando come non si possa parlare d’improvvisa
deviazione quanto, piuttosto, di un’evoluzione: cambia la natura del sistema –
da intendere, come scrupolosamente suggerito in una nota al testo, insieme di
elementi interagenti per il raggiungimento di una comune finalità – che da
biologico diventa sociale. Le origini
dell’approdo a una dimensione di antagonismo pienamente politica
”, scrive l’autore, “non sono esclusivamente riconducibili all’innesto di un discorso
ecologista sui sistemi biologici, bensì all’incontro tra la visione
precedentemente assunta e una nuova (la terza) tipologia di sistemi in tempo
reale, quella dei sistemi sociali
”.

Non c’è cesura, tutto concorre
alla stesura di un unico discorso. Tale organicità si riflette, poi, anche
nella struttura del testo, dove esigenze di chiarezza inducono a prediligere la
componente cronologica: l’indagine procede snella, senza forzature.

Non c’è cesura neppure quando
Taccone incunea nuovi argomenti, che se da un lato costituiscono indispensabili
retroscena per comprendere e inserire l’opera di Haacke in un discorso più
ampio, dall’altro forniscono ai lettori importanti strumenti per ulteriori
spunti di riflessione. Così l’opera Taking
Stock (unfinished)
– che il tedesco presenta alla sua personale del 1984
presso la Tate Gallery di Londra – diventa occasione per meglio comprendere
l’imperativo pittorico ritornato in auge fin dai primissimi anni ’80.

Va in questo senso anche la
digressione utile a macinare distanze tra Beuys
e Haacke. Taccone vi dedica un intero capitolo, arrivando a definire l’arte del
primo animata da uno spirito ottimistico e costruttivo, capace di modificare il
mondo di cui è parte, al quale prende parte, di contro alla disillusione
haackiana: “La svolta di Haacke verso
un’arte dal contenuto esplicitamente politico sembra strettamente connessa alla
perdita di fiducia nelle capacità emancipative del progresso scientifico, in
quanto il controllo del sapere è saldamente in mano alla politica
”.

L’ultimo capitolo di questo testo
elastico e illuminante sembra scritto in seconda battuta e costituisce forse il
brano più intimo, quasi una confessione del legame affettivo intrecciato con
l’opera del tedesco. Haacke non è più, non è solo un artista: finisce
coll’incarnare, è il caso di dirlo, il sistema di riflessione, di incessante
ricerca della verità, di esercizio dello spirito critico.

carla rossetti

la rubrica libri è diretta da marco
enrico giacomelli


Stefano Taccone – Hans Haacke: il contesto politico come materiale

Plectica, Salerno 2010

Pagg. 148, € 10

ISBN 9788888813608

Info: la scheda dell’editore

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

Un volo nell’astrazione: da Kandinsky a tutta l’Italia del primo Novecento

Al MA*GA di Gallarate, fino al 12 aprile 2026, il racconto di come si irradia in Italia l’astratto a partire…

27 Dicembre 2025 16:20
  • Arte contemporanea

Il MACRO di Roma riapre le porte con una intera programmazione dedicata alla città

Dopo una lunga attesa, parte ufficialmente la direzione di Cristiana Perrella: oltre alla grande mostra UNAROMA, dedicata allo scambio intergenerazionale…

27 Dicembre 2025 15:00
  • Arte contemporanea

La mostra di John Armleder a Ginevra è come un mercatino delle feste

John Armleder gioca con l'eterna ambiguità tra opera e merce, per proporre una concezione allargata dell’arte. E la mostra al…

27 Dicembre 2025 13:30
  • Fotografia

L’ultimo regalo di Martin Parr è stato il colore delle cose di tutti

In un’epoca che sottrae presenza alle cose, il grande fotografo Martin Parr ha lasciato un’eredità che appartiene a tutti: la…

27 Dicembre 2025 12:30
  • Mercato

Mercato dell’arte 2025: storia e cronistoria dell’anno che sta per finire

Fiere, aste, collezionisti, maxi aggiudicazioni. Un racconto per frame, per picchi, per schianti, più o meno approfonditi e intrecciati tra loro,…

27 Dicembre 2025 12:22
  • Mostre

L’eternità in mostra alle Scuderie del Quirinale, con i tesori dei Faraoni

La nuova mostra nel museo capitolino propone un'esplorazione unica nell'antica cultura egizia: preziosissimi reperti dai Musei del Cairo e di…

27 Dicembre 2025 11:34