Categorie: Libri ed editoria

libri_saggi | Good & Plenty | (princeton u.p. 2010)

di - 22 Novembre 2010
È un economista che insegna alla George Mason University e scrive sul New York Times. E tiene un blog, Marginal Revolution, che ha come mission
di indicare “small steps toward a much
better world
”. Con questo piglio “migliorista”, Tyler Cowen analizza il
mondo dell’arte e, in particolare, The
Creative Success of American Arts Funding
, come sottotitola il suo Good & Plenty.

Cowen si immagina nelle vesti di un consigliere presidenziale che prende le
mosse da alcuni dati di fatto: “Il modello
americano incoraggia la creatività artistica, mantiene al livello minimo la
politicizzazione dell’arte e lega economia ed estetica in una relazione
simbiotica
”.

I problemi da affrontare però sono parecchi. Innanzitutto quello della
commensurabilità. Ossia, con quali criteri supportare l’arte, visto che “la maggior parte dei progetti artistici sono
fallimenti commerciali ed estetici
”? Quello meramente economico, ossia la
disponibilità dell’individuo di pagare, è sì uno standard valutabile, ma si
scontra con un approccio più contrattualista, che esamina la questione a
livello più “alto”, andando a guardare non il singolo ma le categorie sociali.
E le cose si complicano, poiché la valutabilità perde in chiarezza. Inoltre,
vanno prese in considerazione le “positive
externalities
” a più ampio spettro: “Un
sussidio, se applicato correttamente, può creare più risorse di quanto costa
”.


Giungiamo così all’argomento dello sviluppo economico: l’arte genera
economia e dunque contribuisce al “general
social welfare
”, poiché – ma il discorso vale per ogni ambito, non solo
culturale – la produzione di idee nuove e varie contribuisce alla crescita
economica. E tuttavia, questo argomento non si traduce immediatamente in uno a
favore dei sussidi diretti all’arte: in primo luogo, perché la capacità
dell’arte di generare economia implica che l’arte stessa potrebbe farlo anche
senza aiuti di Stato; in secondo luogo – ma qui pare l’argomento del paiolo
bucato esposto da Freud -, se l’arte abbisogna di aiuti, difficilmente potrà
generare una notevole crescita economica. Insomma, le argomentazioni utilizzate
per sostenere i sussidi non tiene conto del fatto che si sarebbero potuti
spendere quegli stessi denari in altre attività, e non è detto che le
conseguenze sarebbero state di minor impatto, almeno a livello economico.

Vi sono però altri due argomenti che l’autore ritiene più rilevanti a
favore dell’impegno statale nei confronti dell’arte. La decentralizzazione,
poiché la creatività si nutre di differenti visioni e, poiché molte di esse
sono destinate all’insuccesso, conviene puntare su una pluralità di opzioni (lo
stesso discorso vale, ad esempio, per la ricerca scientifica). Il secondo
argomento è quello “simbolico” del prestigio, che si può sintetizzare
nell’affermazione: “Un governo che
supporta le arti è considerato più bello e prestigioso
”.


Date queste premesse, ed effettuata un’attenta analisi dei variegati fondi
che il governo statunitense elargisce all’arte, Cowen giunge a conclusioni che
forse non piaceranno a molti addetti ai lavori, ma che hanno la statura per
esser prese almeno in considerazione. In buona sostanza, “la miglior politica artistica stimola la scoperta creativa in maniera
più generale. Ciò implica un’economia forte, numerose e diversificate fonti di
finanziamento decentralizzato per l’impresa creativa e politiche sensibili nei
confronti della scienza, della tecnologia e dell’educazione
”. In altre
parole, lo Stato come “an enable, not a
doer
”. In Italia prosaicamente diremmo: fateci studiare, dateci gli strumenti;
poi ci pensiamo noi.

articoli correlati

La
rubrica di Pier Luigi Sacco

Econo-mia secondo Severino

marco enrico giacomelli

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 69. Te
l’eri perso?
Abbonati!


Tyler Cowen – Good & Plenty

Princeton U.P., Princeton (NJ)
2010

Pagg. 198, $ 21,95

ISBN 9780691146263

Info: press.princeton.edu

[exibart]

Articoli recenti

  • Mercato

C’è il capolavoro assoluto di Leonora Carrington all’asta

Si intitola “I piaceri di Dagoberto”, era esposto a Venezia e adesso punta dritto al record, con una stima di…

2 Maggio 2024 6:00
  • Mostre

Je Est Un Autre. Rimbaud? No, Ernest Pignon-Ernest, a Venezia

Quale sia il destino di migranti, viaggiatori e poeti Ernest Pignon-Ernest lo esplora - ancora una volta - nell’Espace Louis…

2 Maggio 2024 0:02
  • Mostre

Fare meno per fare meglio: il caso di Ligabue a Torino

Antonio Ligabue ha saputo coniugare le proprie inquietudini interiori con una forza inedita che si rivela nei suoi dipinti. Alcune…

1 Maggio 2024 16:23
  • Arte contemporanea

La sede della Zurich Bank di Napoli si apre alla Collezione Agovino

Situata nello storico Palazzo Leonetti, la sede della Zurich Bank di Napoli si apre all’arte contemporanea: in esposizione una serie…

1 Maggio 2024 14:10
  • Mostre

Gli angeli caduti di Anselm Kiefer e la grande mostra a Palazzo Strozzi di Firenze

Si tratta di una mostra-evento dedicata a uno dei più importanti artisti tra XX e XXI secolo: un percorso fra…

1 Maggio 2024 12:38
  • Mercato

Maggio a New York: ecco le fiere d’arte da segnare in calendario

Frieze, Tefaf, Independent, Nada, Future Fair, Esther e 1-54. Sguardo agli appuntamenti imperdibili nella Grande Mela, tra stand, debutti e…

1 Maggio 2024 12:20