Quando nel 1884 l’architetto Giuseppe Sacconi ottenne l’incarico di guidare i lavori del Vittoriano, una cosa fu subito chiara: per realizzarli, sarebbe stato necessario sacrificare molti degli edifici che si affacciavano sulla piazza. A nulla valsero le critiche di personalità come Giovanni Battista Cavalcaselle e Camillo Boito ed entro i primi anni del Novecento gli edifici furono abbattuti. Tra le vittime più eclatanti delle demolizioni il seicentesco Palazzo Bolognetti-Torlonia, teatro di feste sfarzose, balli «superiori a quelli di Napoleone» (Stendhal) e scrigno di capolavori di artisti come Antonio Canova. Ma la sua storia, dicevamo, non bastò a salvarlo dalle macerie e nel 1903 Palazzo Bolognetti-Torlonia andò definitivamente distrutto. Proprio alcuni bellissimi affreschi staccati dalle pareti prima di quella data saranno tra i protagonisti dell’asta Incanti d’arte di Finarte (23 e 24 febbraio, qui l’e-catalogue completo).
Incanti d’Arte, questo il titolo della vendita. E non poteva essere altrimenti, dati gli oltre 300 tesori che passeranno sotto il martelletto di Finarte, destinati ad ogni tipo di budget e suddivisi in due tornate distinte. La prima, il 23 febbraio, sarà dedicata alle opere da un’importante collezione romana che include, tra gli altri, i già citati affreschi di Palazzo Torlonia, come Mercurio trasporta Psiche sull’Olimpo di Francesco Coghetti (stima: 5.000-8.000 euro) e Raffaello che presenta il bozzetto della Galatea ad Agostino Chigi di Filippo Bigioli (stima: 5.000-8.000 euro). Di particolare importanza, poi, due eccezionali cristalli di Boemia donati dal re di Baviera Ludwig I alla giovane marchesa Marianna Bacinetti Florenzi, sua amante, che conobbe proprio al ballo di Carnevale nelle sale di Palazzo Torlonia (stima: 5.000-8.000 euro). Nei primi anni del Novecento, spiegano dalla casa d’aste, questi capolavori e oggetti d’arte entrarono a far parte della collezione della contessa Amalia Canonica e da lì, per successione ereditaria, furono tramandati fino agli attuali proprietari.
Ma non è tutto, perché la seconda tornata dell’asta, che si terrà a Roma il 24 febbraio, annovera incanti decisamente vari, da manufatti orientali a dipinti, arredi, oggetti e sculture, spesso contraddistinti da un prezzo affordable che avvicina anche un pubblico nuovo. Qualche esempio? Un raffinato Kesi raffigurante draghi, onde e nuvole, Cina secolo XIX (stima: 1.200-1.800 euro), una scatola in giada intagliata con peonie, pesche e pipistrelli, Cina dinastia Qing, secolo XIX (stima: 1.500-2.000 euro), un fermacapelli in giadeite, Cina secolo XX (stima: 700-1.000 euro); e ancora, una tabacchiera in avorio, Giappone periodo Meiji (stima: 250-350 euro), due snuff bottles (stima: 50-100 euro), una scatola in tartaruga e argento, Inghilterra secolo XIX (stima: 80-120 euro) e il bassorilievo con l’Erinni Ludovisi, inizio secolo XX (stima: 500-1.000 euro). Insomma, incanti d’arte per tutti i gusti, e per tutte le tasche.
Il padiglione di San Marino, ospitato presso La Fucina del Futuro, si conferma sulla scia della 60. Biennale d'arte di…
Sbarca su Amazon Prime Video l’ennesima trasposizione fantascientifica di un videogame famoso in tutto il mondo. Ma ci attendono diverse…
Dicolab: il sistema formativo per aggiornare le competenze digitali dei professionisti della cultura arriva sul territorio: aperta la gara europea…
Si è spento a 86 anni, a Milano, Pino Pinelli, considerato tra i protagonisti del rinnovamento del linguaggio pittorico a…
Torino accoglie la prima edizione di Exposed, il festival internazionale di fotografia che, dal 2 maggio, presenta un ricco programma…
A Venezia, la Kestner Gesellschaft di Hannover presenta una mostra dell’artista inglese Rebecca Ackroyd, che trasforma gli spazi del Fondaco…