«Sono la sua ultima modella, il suo ultimo colpo di pennello». Con queste parole si definì una volta Paulette Jourdain, la protagonista del ritratto di Amedeo Modigliani in asta il 5 ottobre da Sotheby’s Hong Kong, nel corso della vendita A Long Journey: A Selection from the Liu Yiqian and Wang Wei Collection. Non sappiamo la sua stima – attualmente è su richiesta – quello di cui possiamo stare certi è che il dipinto sarà uno dei lotti più attesi nella sala.
Dalla sua realizzazione, nel 1919, la tela è stata ospite di importanti collezioni. Il dipinto venne acquistato dal gallerista Zborowski direttamente dall’artista, passando poi per mani celebri come quelle di Paul Guillame, per arrivare infine a Liu Yiqian e Wang Wei che riuscirono ad aggiudicarsela nel 2015 da Christie’s per $ 43 milioni. La storia della sua protagonista, Paulette Jourdain, è invece una storia di empowerment. Alle dipendenze del famoso gallerista Leopold Zborowski, l’ultimo mecenate di Amedeo Modigliani dal 1916 al 1920, attira subito le attenzioni dell’artista italiano, all’epoca già malato. Sagomando il volto a mo’ di maschera africana, Modigliani la dipinge come fosse la sua Monna Lisa (il quadro preferito dal maestro tra quelli del Louvre), seduta su una poltroncina e con le mani giunte. Alla scomparsa del pittore, Paulette inizia a posare per la sua cerchia, stringendo e rafforzando i legami con artisti come Cahïm Soutine e Moïse Kisling. La sua dedizione e la sua attitudine le porteranno fortuna nei tempi a venire, quando dagli anni ’30 gestirà – dopo la morte di Zobrowski – la sua galleria.
«I ritratti e i dipinti di singole figure di Modigliani sono tra le più memorabili e popolari immagini dei primi anni del ventesimo secolo», afferma Simonetta Fraquelli nel suo saggio critico di Modigliani and his models, retrospettiva sull’artista livornese tenutasi alla London Royal Academy of Arts nel 2006; aggiunge poi, riferendosi ai dipinti, che «possiedono delle qualità archetipiche che li posizionano in una categoria a parte dalle produzioni dei suoi contemporanei nelle prime due decadi in una Parigi del secolo scorso».
Oltre al ritratto di Paulette, tra gli highlihts della selezione anche Flower that speak all about my heart given to the sky (2018) di Yayoi Kusama, la cui stima si aggira tra i HK$ 22-28 milioni, e un grande olio su tela di René Magritte, Le miroir universel (1939), che potrebbe superare in asta i HK$ 70 milioni.
Non sappiamo quali siano le ragioni per cui la coppia di mecenati, dopo essersi aggiudicata da Christie’s nel 2015 l’iconico Nu couché per $ 170,4 milioni, decida di vendere una parte della sua raccolta per un valore stimato di circa $ 150 milioni; i fondatori miliardari del Long Museum non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali (ve lo anticipavamo qui). Non saranno certo problemi di liquidità a spaventare il collezionista dato che, secondo la più recente classifica di Hurun China Rich List, è il 513° uomo più ricco del mondo. Magari starà solo facendo spazio per nuove opere da esporre al Long, una delle più importanti istituzioni museali cinesi con sede a Shanghai. A noi non resta che goderci la prossima strabiliante tappa di questo Long journey da Sotheby’s Hong Kong, fissata in calendario dalla casa d’aste per il prossimo 5 ottobre.
Torna la nuova edizione di Scripta, manifestazione diffusa a Firenze e dintorni, per esplorare il rapporto tra arte, scrittura e…
Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 7 al 13 ottobre, in scena nei teatri…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Tutto pronto per i colossi Frieze London e Frieze Masters. Ecco cosa vedremo nelle super fiere di Londra, tra nuove…
Nella mia pratica artistica, indago il concetto di autenticità individuale come un percorso di continua rivelazione e affermazione del sé.
Il Castello Campori di Soliera, in provincia di Modena, ospita fino al 6 gennaio 2025 la mostra "Lorenzo Bonechi. Il…