Categorie: milano

fino al 1.VII.2007 | Keith Haring: Il murale di Milwaukee | Monza (mi), Villa Reale

di - 5 Aprile 2007

“I miei disegni potrebbero essere disegnati su qualsiasi supporto o materiale, come i geroglifici egizi, i pittogrammi maya o indios. I miei disegni vogliono attivare una superficie e diffondere energia. E trasformare una superficie neutra, anonima, dandole una personalità”. Così, con poche e chiare parole, Keith Haring (Kutztown, Pennsylvania, 1958 – New York, 1990) descriveva la sua poetica, adulta e infantile insieme. Piccina nelle riletture sui generis degli eroi dei cartoni di Walt Disney, cresciuta invece sulle strade e nelle metropolitane di Pittsburgh e New York, tra confronti con i grandi moderni (Klee, Dubuffet, Pollock) e volontà di farsi interprete di un’idea estetica in perenne evoluzione, quella di Haring è un’arte capace di essere, per il suo linguaggio semplice e schietto, davvero universale.
La sua breve vita (morì nel 1990, stroncato dall’Aids, a soli 31 anni), i continui arresti per l’attività –illegale- di graffitaro, la grande capacità di comunicare la sua voglia di fare arte per e con il pubblico –ecco spiegate le molte performance dal vivo– hanno contribuito ad aumentarne la popolarità tanto da consegnarlo al mito. Trasformando questo bizzarro artista nato nella profonda provincia americana in un marchio globale con la sua firma (declinata in cani, bambini, ballerini di breakdance) riprodotta a mo’ di gadget su magliette, cappellini e diavolerie varie.
Un fenomeno, quello di Haring, da noi compreso un po’ troppo tardi. Basti pensare che i graffiti da lui realizzati nel 1982 sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni a Roma furono “puliti” dieci anni dopo per non fare brutta figura con Gorbaciov che veniva a farci un giro. Stessa sorte l’altro graffito dipinto sulle pareti trasparenti del ponte sul Tevere nella metropolitana di Roma: occultava la vista sul fiume, quindi nel 2001 il Comune decise il colpo di spugna. Bel modo di ringraziare un artista che nel 1980, quando l’Irpinia fu messa in ginocchio dal tristemente famoso terremoto, si era dato da fare con Andy Warhol per raccogliere fondi in favore dei bimbi rimasti senza casa. Per fortuna sono ancora lì a Pisa, sul muro della Chiesa di Sant’Antonio Abate, i graffiti di Tuttomondo, dedicati alla pace universale, realizzati nel 1989 all’indomani della scoperta della malattia e che sono da considerare forse un po’ come il suo testamento spirituale.
C’è comunque l’occasione, per così dire, di redimersi. Archiviata con successo la mostra conclusasi nel gennaio 2006 alla Triennale di Milano, ora il Serrone della Villa Reale di Monza ospita il monumentale Murale di Milwaukee, 24 pannelli di legno in 30 metri per 2 e mezzo double face, che per la prima volta in assoluto viene esposto fuori dagli Stati Uniti. Lungo il percorso tante fotografie e un video che documenta le fasi dell’esecuzione, con Haring che si racconta in una performance che ricorda quella del 1985 nel negozio Fiorucci di Milano, quando realizzò coram populo, in una notte e un giorno di lavoro, i graffiti poi venduti all’asta dalla galleria Binoche.
Realizzato nel 1983 da Haring, allora artista emergente, quando aprì Museo Haggerty, il Murale di Milwaukee rappresenta il suo campionario espressivo: il bambino a gattoni (per lui, the Baby), i barking dogs, i ballerini di breakdance, la tv con le ali, la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Semplice, immediata e positiva, la creatività di Haring riesce davvero a far parlare i muri, che come amava ripetere sono fatti per essere disegnati tanto quanto un sabato sera per far baldoria e la vita per essere celebrata. E se l’arte, sempre parole sue, unisce l’uomo e il mondo e vive attraverso la magia, ecco perché quando guardiamo queste figurine gialle ingenue e un po’ naif, che ricordano tanto le sculture precolombiane quanto i cartoni animati della nostra infanzia, ci sembra di essere, per un istante, fuori dal tempo.

elena percivaldi
mostra visitata il 28 marzo 2007


Dal 1° aprile al 1° luglio 2007
Keith Haring: Il murale di Milwaukee, Monza (Mi), Serrone della Villa Reale
Orari: da martedì a giovedì 10.00 – 13.00; 14.00 – 19.00. Sabato e domenica 10.00 – 20.00. Venerdì 10.00 13.00; 14.00 – 22.00. Lunedì chiuso. Aperta a Pasqua, 25 aprile, 1 maggio. Chiusa Lunedì dell’Angelo.
Biglietti: € 5 intero; 3 ridotto. In occasione della settimana della cultura, venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 maggio, l’ingresso alla mostra costerà € 3.
Catalogo Skira. Sito: www.keithharingmonza.com
Per informazioni: Ufficio Mostre, viale Brianza 2, 20052 Monza; tel. 039.322086; fax 039.361558 – eventiespositivi@comune.monza.mi.it


[exibart]
@http://www.twitter.com/elenapercivaldi

Redattore eventi di Exibart.com

Visualizza commenti

  • ...aiutatemi a pensare...le figure di quale altro artista sono diventate un'icona come quelle di Haring? Sicuramente Mirò...e poi?

Articoli recenti

  • Mostre

L’illusione razionale di Escher in mostra a Ferrara

Palazzo dei Diamanti di Ferrara espone fino al 21 luglio 2024 uno degli artisti più scientifici e illusionisti di sempre:…

5 Maggio 2024 0:02
  • Fotografia

Fotografia Europea a Reggio Emilia: i premi e le menzioni del Circuito OFF

La mostra di SuoloCollettivo vince il Premio Max Sprafico al Circuito OFF di Fotografia Europea, per l'interpretazione del concept dell'edizione…

4 Maggio 2024 21:28
  • Mercato

Lempertz, all’asta un raro ritratto di Alessandro Farnese

Un minuscolo, preziosissimo, olio su rame ad opera del pittore fiammingo Jean de Saive sarà presto in vendita a Colonia.…

4 Maggio 2024 18:18
  • Mostre

Riscoprire l’avanguardia belga: Jef Verheyen al museo KMSKA di Anversa

Dopo una prima fase di digitalizzazione e archiviazione delle sue opere, viene presentato il lavoro di uno dei protagonisti dell'avanguardia…

4 Maggio 2024 16:23
  • Arte contemporanea

Come è nata la più famosa fornace d’arte di Murano? Una conversazione con il fondatore Adriano Berengo

La mostra Glasstress, inaugurata nei giorni di preview della Biennale, riac-cende i riflettori su questa realtà unica, che lavora in…

4 Maggio 2024 16:11
  • Fotografia

Other Identity #110. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Black Napkin

Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…

4 Maggio 2024 14:10