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fino al 12.III.2006 | La motocicletta italiana | Milano, Fondazione Antonio Mazzotta

di - 1 Dicembre 2005

Tra arte e tecnologia. La Fondazione Mazzotta racconta più di un secolo di motociclismo: dalla pionieristica Lilliput del 1899 alla Bianchi bialbero 350, la Freccia celeste immortalata con Nuvolari in uno scatto del 1925. Del dopoguerra è la Guzzi 500 a 8 cilindri: simile nel design aerodinamico ad un missile, toccava i 285 km/h con un motore da 80 CV, realizzato senza sponsor interamente da Guzzi a metà degli anni Cinquanta. E ancora la MV Agusta 500 di Agostini, le 750 Laverda, Ducati e Benelli degli anni’70, e le “linee sinuose ed avvolgenti” della Aprilia Motò, firmata da Philippe Starck nel 1995.
Attraverso la presenza della motocicletta si esplorano diverse dimensioni del ‘900: eventi sportivi, parate militari, interni di fabbrica, la quotidianità dei paesaggi urbani, industriali e rurali. Suggestive le immagini che rievocano le prime vacanze del dopoguerra, sintomo del benessere del ceto medio negli anni del boom economico, ma che quelle dei conflitti bellici. Si pensi alla Vespa-Tap con bazooka incorporato per la guerra in Indocina, o al volugrafo, moto “pieghevole” in dotazione ai parà e ai bersaglieri su Gilera in Africa durante la seconda guerra mondiale.
Nel manifesto pubblicitario di Marcello Dudovich per Pirelli si riconoscono ancora echi liberty, mentre sono più stilizzate le immagini di Maga per Frera nel 1929, che affiancano i manifesti degli anni ’40-’50 incentrati sul fascino della velocità.
Allo stesso modo anche le tele futuriste raffigurano la motocicletta come mac china avveniristica, che rivoluziona lo stile di vita di una società in repentina evoluzione. La sovrapposizione delle forme in Il motociclista (Solido in velocità) di Fortunato Depero, esprime il movimento e “i principi dilatati del dinamismo”, le linee nette, squadrate e curvilinee esaltano la tecnologia e la velocità dei nuovi mezzi di trasporto in uno “slancio quasi mistico verso la macchina”. L’uomo sembra fondersi al movimento ed alla moto stessa in Motociclista, bronzo del 1931 di Mino Rosso, mentre in Motovelocità e ciminiere, cupo paesaggio industriale di Mario Biazzi del 1919, la moto è compagna di un quotidiano che, nei toni plumbei, ricorda le tele di Sironi.
Diversi sono i canoni con cui pittori, scultori, grafici e fotografi hanno interpretato la motocicletta: dalla rappresentazione figurativa dei manifesti, al dinamismo astratto-geometrico nelle tele, alla tendenza estetizzante delle foto di autori come Franco Fontana. Tra le moto, viste come opere di design, è esposta una scultura vera e propria di Arman, Totem, fusione in bronzo di pezzi di moto “riciclati”.
Il lungo percorso della motocicletta dalla fine dell’800 al nuovo millennio è ben documentato in mostra: a partire dai manifesti di Muggiani per Guzzi nel 1917, fino ad arrivare alla foto che ritrae la supertecnologica sfida tra la Ducati 999 e l’aereo più veloce dell’aeronautica militare italiana, nel 2004.

francesca ricci
mostra visitata il 17 novembre


La motocicletta italiana. Un secolo su due ruote tra arte, storia e sport
In collaborazione con la rivista Motociclismo
Milano, Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Buonaparte 50 – Milano – Orario: 10-19,30; martedì e giovedì 10-22.30
Biglietto d’ingresso: intero € 8,00; ridotti €. 5,50/4,50
informazioni: tel. 02.878197, informazioni@mazzotta.it
www.mazzotta.it – Tram e metrò: linea 2, fermata Lanza, tram 1, fermata Cairoli


[exibart]

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