Categorie: milano

fino al 14.II.2010 | Yayoi Kusama | Milano, Pac

di - 13 Gennaio 2010
I want to live forever è il titolo della mostra che
porta a Milano una selezione di opere vecchie e nuove di Yayoi Kusama (Matsumoto, 1929; vive a Tokyo).
Niente a che fare con una retrospettiva in senso stretto: molti dei lavori
esposti sono infatti datati 2008 e 2009, e reinterpretano instancabilmente i
motivi classici dell’opera dell’artista giapponese. Quelli per cui ormai la si
riconosce da lontano, veri e propri marchi di fabbrica della sua vastissima
produzione.
L’ossessione di Kusama per le reti e i pois dura infatti
da mezzo secolo e, come una vera e propria malattia, si propaga aggredendo
vestiti, animali, tele, superfici di ogni genere. Al Pac sono comparsi enormi
pois rossi persino sulla facciata. Si direbbe che l’eterno ritorno dell’uguale
non sia un problema che preoccupa Kusama, fedele al suo linguaggio con una
coerenza che sfocia nella patologia.
Con una tecnica abile e paziente, Kusama riempie
completamente lo spazio delle tele con i pois, quasi per un senso fortissimo di
horror vacui.
Nella serie Infinity nets, tocchi minuscoli e precisi di colore danno vita a un
reticolo di puntini distribuiti uniformemente sulla tela. Austere monocromie o
vibranti contrasti a tinte psichedeliche, queste enormi opere declinano il
verbo dei pois in un numero pressoché inesauribile di varianti.
Un pittore deve dipingere continuamente un unico
capolavoro – se stesso
”, affermava Yves Klein, che con Kusama ha più di un punto in comune, a partire
proprio dalla continuità espressiva reiterata in maniera maniacale (coloristica
quella di Klein, formale quella di Kusama). La ripetizione quindi non stanca,
tutt’al più ipnotizza.

Lo spettatore che visita la mostra è infatti trasportato
in uno stato allucinatorio dagli ambienti a specchio, che rimandano
all’infinito deboli bagliori di luci (Aftermath of Oblitaration of Eternity, 2009), o dal video psichedelico
che racconta l’attività performativa di Kusama negli anni ‘70 (Kusama Self
Obliteration
, 1967).
In questo modo, l’artista riesce a far percepire al suo
pubblico le stesse sensazioni che la assalgono durante la creazione. La
frammentazione delle forme sulla tela, dunque, come una lacerazione dell’anima.
Una sensazione di vertigine che può assalire chiunque e che si propaga nei
dipinti come un’unica eco.
Apprezzato oggi soprattutto dal mercato dell’arte
contemporanea (che lo premia con le quotazioni altissime raggiunte nelle
principali aste), il lavoro di Kusama fu da subito seguito con interesse anche
dagli artisti dell’epoca. Lucio Fontana aiutò l’artista giapponese a realizzare Narcissus
Garden
,
installazione che colpì pubblico e critica alla Biennale di Venezia del 1966 e
che viene riproposta al Pac.

L’intervento, durante il quale Kusama cercò di vendere
agli spettatori delle sfere metalliche riflettenti, era una forte presa di
posizione contro la mercificazione dell’arte. A più di quarant’anni
dall’evento, viene da chiedersi se molta di quella forza critica non sia
irrimediabilmente scemata nel lavoro di Kusama.

articoli correlati
Kusama alla Civica di
Modena

rosa carnevale
mostra visitata il 28 novembre
2009


dal 27 novembre
2009 al 14 febbraio 2010

Yayoi
Kusama – I want to live forever
a cura di Akira Tatehata
PAC – Padiglione
d’Arte Contemporanea
Via Palestro, 14 (zona Porta Venezia) – 20121 Milano
Orario:
lunedì
14.30-19.30; da martedì a domenica ore 9.30-19.30;
giovedì fino alle ore 22.30
Ingresso: intero € 6; ridotto € 3/4
Catalogo Federico Motta
Info: tel. +39
0276020400; www.comune.milano.it/pac

[exibart]


Visualizza commenti

Articoli recenti

  • Arte contemporanea

The Autotuned Mind. I dilemmi di Harm Gerdes da Peres Projects

Uno sguardo alla personale di Harm Gerdes per Peres Projects. L’artista, classe 1994, presenta a Milano sei opere del tutto…

12 Maggio 2024 20:57
  • Progetti e iniziative

Nasce la prima Biennale Itinerante del Sociale: ecco le tappe previste nell’estate 2024

Alla sua prima edizione la Biennale Itinerante del Sociale attraverso pratiche artistiche diversificate, contribuisce concretamente al cambiamento individuale, collettivo e…

12 Maggio 2024 16:07
  • Fotografia

Fotografia e dintorni, cosa vedere a Torino #5: da Valdocco al Centro

Torino a tutta fotografia con il nuovo festival Exposed, gli appuntamenti da non perdere con le mappe di Untitled Association:…

12 Maggio 2024 9:36
  • Arte contemporanea

L’architettura del debito: Christoph Büchel alla Fondazione Prada di Venezia

Monte di Pietà è l’ultima monumentale installazione di Christoph Büchel: l’artista svizzero torna a Venezia e allestisce negli spazi di…

12 Maggio 2024 8:23
  • Mercato

New York. Se all’asta vanno Marden, Carrington e Fontana

Al via le grandi vendite dedicate all’arte moderna e contemporanea, tra i grattacieli della Grande Mela. Sguardo alle previsioni di…

12 Maggio 2024 0:24
  • Mostre

Alexander and Sasha Brodsky. Piazza senza nome, alla Fondazione Galleria Milano

La Fondazione Galleria Milano accoglie fino all’8 giugno una doppia personale dei due artisti e architetti russi, Alexander e Sasha…

12 Maggio 2024 0:02