Che lo show debba andare avanti è oramai una regola dell’industria culturale. Regola cantata (Queen insegnano) e spesso applicata oltre misura dal cinema.
Il sequel è una pratica diffusa, Hollywood la conosce applicandola al contesto che gira intorno ad un film. Ecco allora la cornucopia dei gadget e degli effetti collaterali. La Triennale di Milano ospita uno degli esempi più interessanti a riguardo, forse l’archetipo: Star Wars. The Show.
Prodotta in collaborazione con ArteUtopia Milano e Lucasfilm Ldt San Francisco, la mostra celebra il genio poliedrico di George Lucas, regista capace di creare la saga di Guerre Stellari con tutti i suoi personaggi, i costumi, le ambientazioni, le scenografie. In quasi trent’anni Lucas si è avvalso di un’equipe di artigiani, artisti, costumisti, scenografi, scultori per dare corpo alla sua fantasia.
La mostra è un racconto spettacolare di questo sodalizio artistico e progettuale. Un racconto che diventa mito per gli appassionati e viaggio per i neofiti.
Quasi in concomitanza dell’uscita italiana di Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith -e questo particolare (!) tinge l’evento di marketing spudorato- la mostra Star Wars. The Show mette in scena i costumi, le navi spaziali, i droidi, gli studi prepapratori; addirittura i personaggi della saga sono presentati su una superficie di 1200 metri quadrati attraverso 250 pezzi originali provenienti dalla Lucasfilm Ldt.
Oggetti, legittimi figli della cultura del progetto, protagonisti di tutti e sei i film (compresi quelli completamente inediti dell’ultimo episodio) si offrono al bagno di folla. Tra materialità e immaginazione,
L’estetica cinematografica è evocativa per eccellenza e quella di Guerre Stellari, grazie alla sua straordinaria popolarità, accende le luci dell’immaginario collettivo.
L’allestimento a cura di Alessandro Pedretti è una vera e propria astronave di luci al neon, di proiezioni video, di isole di plexiglass dove i personaggi della saga incutono timore e affascinano.
Operazione commerciale sì, ma anche un bagno di tecnologia e saperi applicati: design, moda, scenografia, alto artigianato, musica da film. La mostra è accompagnata dalla celebre colonna sonora della saga composta da John Williams. Una sezione esplora la collaborazione di George Lucas con gli artisti Ralph Mc Quarrie e Doug Chiang, vere star del genere. Portate i bambini, soprattutto quelli che albergano in ognuno di noi.
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ovviamente Lucas non si e' lasciato sfuggire l'occasione per fare ulteriore pubblicita' al suo merchandising, ma la mostra e' interessante per capire quali sono gli antecedenti del mondo di Lucas, un esempio in particolare: lo schizzo che mostra come C3PO derivi dalla donna robot di Metropolis.
ehm, non sono mica originali i pezzi, almeno in gran parte. un bel pacchetto (pacco?) pubblicitario insomma... ma tanta gente usciva dal bookshop coi dvd sottobraccio, avranno una % in triennale, boh
Credo che c3po derivi più che altro da una figura checcheggiante.A me ricorda Wharol