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Fino al 5.VI.2015 | Giuseppe Stampone. EMIGRATION MADE PAVILION 148 | Prometeo Gallery, Milano

di - 28 Maggio 2015
Migrazione, traffici illeciti, ospitalità, Expo, intercultura, mercato globale, merchandising locale, niente di più attuale, con la grande esposizione universale ormai partita e la situazione degli sbarchi di migranti nel Mediterraneo sempre più drammatica. Due eventi paralleli che paiono non tangere, in apparenza. Non per Giuseppe Stampone (Cluses, Francia, 1974) che, con il suo contro-padiglione off, l’EMIGRATION MADE PAVILION 148, traccia i punti di contatto con la pungente ironia della sua bic affilata.  Ecco mostrato il risvolto taciuto, perché scomodo, della patinata Expo dalla faccia pulita e dalle mani sporche. Così, il trasporto illegale degli abitanti del mondo minore nella grande Europa, che fa la scaricabarile disposta anche a pagare purché il carico ‘avariato’ resti in Italia, si rivela il prezzo umano del mercato globalizzato con cui ‘si nutre’ la parte già ipertrofica di mondo.
In Stargate viene radiografato, tramite ‘grafiche della vergogna’ che lo destrutturano in fredde cifre, il giro d’affari del contrabbando di merce umana, stipata per ottimizzare il guadagno e aumentare la probabilità di affondare i corpi del reato, di quella rinnovata e subdola tratta degli schiavi radiocomandata da burattinai occulti (a cui alludono i joystick  con cui muovere i veicoli riprodotti presenti in mostra) troppo potenti o forse troppo ‘utili’ per essere fermati. Salgono a galla come cadaveri le fatali contraddizioni del tanto celebrato interscambio culturale, che l’Expo sembrerebbe promuovere nella difesa delle diversità locali, sponsorizzate però dagli stessi brand multinazionali che di fatto le annientano sullo spietato campo del mercato globale.

Pane, amore e fantasia, attraverso pseudo etichette di merchandising protezionistiche declinate nelle principali lingue europee, smaschera proprio quella falsa tutela del locale da parte di stati asserviti a partner internazionali più redditizi. Insomma, l’Expo pare proprio un’occasione costruita ad hoc dagli stati-nazione per speculare finanziati dai colossi multinazionali che necessitano di una bella ripulitura d’immagine per poi continuare a giocare sporco, avvalendosi di un passaporto legale verso l’illecito (come il passaporto esposto sotto teca, quasi una garanzia inattaccabile di ogni scambio tra stati comunitari).
Abissale, dunque, la discrepanza tra i nobili intenti ‘nutritivi’ e gli effetti delle politiche occidentali di mercato che spremono il pianeta affamando quei mondi denutriti, da cui partono quotidianamente traffici illegali di esseri umani alla deriva come le novelle Nina, Pinta e Santa Maria di Mare finito, dove la speranza verso un mondo nuovo ristagna in un mare ristretto e respingente, un liquido nero in cui affogare. Un inganno, una possibilità apparente venduta a caro prezzo per essere troncata come mozzato è il tragitto del camion di Retta finita, del treno di Cerchio finito che privato di una via di fuga non può che deragliare o delle barche che non possono che affondare, nella maggior parte dei casi senza fare rumore. E anche il poco che emerge pare quasi un diversivo necessario a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, sviandola dal cuore scomodo di un problema comodo a molti. Proprio quel cuore scomodo messo a nudo da Giuseppe Stampone, con la giusta dose di ironico cinismo, nel suo contro- padiglione 148, il padiglione della ‘vergogna’ di cui la facciata ufficiale con i suoi motti tanto etici vorrebbe disfarsi, ma che per fortuna qui ci viene ricordata senza gli strilli di facili demonizzazioni di politiche inevitabili, ma tramite lucide forme di ammissioni difficili di cui, mai come ora, i responsabili dovrebbero farsi carico.
Martina Piumatti
mostra visitata il 9 maggio
Dal 10 aprile al 5 giugno 2015
Giuseppe Stampone. EMIGRATION MADE PAVILION 148                                                                               Prometeo Gallery                                                                                                                      
Via Privata Ventura, 3-20134 Milano
Orari: da lunedì a venerdì 10.00-19.00 e sabato 15.00-19.00

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