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fino al 6.III.2004 | Eva Marisaldi – No hope | Brescia, Galleria Massimo Minini

di - 5 Febbraio 2004

Dopo cinque anni Eva Marisaldi torna alla Galleria Minini per presentare i suoi nuovi lavori, ispirati ad un viaggio in Madagascar. Sebbene il richiamo a quest’esperienza sia evidente e voluto, le opere in mostra non sono un “diario di bordo”, un resoconto in presa diretta del viaggio, ma una narrazione intimistica in cui ogni evento registrato è stato trasfigurato dalla sensibilità dell’artista.
Non bisogna lasciarsi ingannare neppure dall’apparenza documentaristica delle fotografie acquatiche. Il pesciolino che abbocca all’obiettivo della Marisaldi non ha niente da spartire con le specie dai colori sgargianti e dalle forme estrose che si vedono nei reportage… è un pesce sconosciuto, sfuggito al grande occhio classificatorio della scienza ma non allo sguardo dell’artista, allenato a cogliere la poesia delle piccole cose.
Lo stesso approccio al mondo ispira il video Music for chamaleons. Se le riprese ravvicinate dei camaleonti monopolizzano inizialmente l’attenzione dello spettatore, relegando la melodia a un piacevole sottofondo, l’allargamento improvviso dell’inquadratura, mostrando il musicista Enrico Serotti alle prese con il suo portatile, costringe a un riassetto della percezione iniziale. Il soggetto del video non sono tanto le acrobazie dei camaleonti, ma l’interrelazione tra questi e la musica prodotta con il computer, o meglio, l’incontro dell’uomo con l’animale nello spazio libero creato dalla musica.
Partita da un contatto ravvicinato con la natura rigogliosa, la riflessione dell’artista si estende anche a considerazioni sulle difficili condizioni di vita per la popolazione del Madagascar. Questa dimensione più dolorosa della scoperta si trova nei disegni, realizzati a china e poi fotocopiati e fermati a terra con dei sassi, secondo una procedura che non corrisponde a un espediente tecnico ma alla messa in atto di un rituale. Conferendo sacralità al ricordo, Marisaldi rievoca così i gesti di un ambulante malgascio, intento a fermare con dei sassolini i testi fotocopiati di alcune canzoni inglesi che si accingeva a vendere. Nella trasposizione dell’artista i testi delle canzoni sono stati sostituiti dai disegni che raffigurano scene tradizionali, come la seduta all’interno di una pagoda, scorci di desolazione, baracche fatiscenti che si apprestano a fagocitare i miserabili resti dell’architettura coloniale.
Nonostante questo capitolo crudo e a dispetto del titolo della mostra (No hope, un chiaro riferimento all’incerta situazione socio-economica del Madagascar), il lavoro della Marisaldi non può definirsi politico. La denuncia non si traduce in attivismo, la critica non diventa propositiva, l’interesse è focalizzato su altro. Dal video ai disegni, dalle installazioni (un’aiuola recintata da paletti con i colori della bandiera malgascia; una tenda in alluminio che funziona da quinta teatrale) ai ricami (una stoffa nera come la notte lontano dalle luci artificiali e dalle insegne della città, su cui vengono ricamate bianche presenze di piccoli visi), l’artista rivela la sua peculiare apertura all’ascolto. Il suo viaggio è un passaggio in punta di piedi con l’orecchio ben teso ad accogliere anche i più impercettibili segnali lanciati dalla terra ospitale.

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silvia margaroli
mostra visitata il 31 gennaio 2004


No hope
Galleria Massimo Minini
Brescia, Via Apollonio 68
galleriaminini@numerica.it
www.galleriaminini.it
Tel. 030/383034 Fax 030/392446
Ingresso libero. Orari: dal martedì al sabato; dalle 15.30 alle 19.30


[exibart]

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