Ciro Palumbo, Navigando l'ignoto. Installation view, Promotrice di Belle Arti, Torino, 2024. Ph. Matteo Scavetta
Animali, ibridi, mondi sospesi, barche fluttuanti sono alcuni degli elementi che si ripetono nella poetica metafisica e surreale di Ciro Palumbo (Zurigo, 1965). I suoi mondi interiori sono paesaggi onirici in cui il concetto di leggerezza inverte le leggi della materia. Il pittore sembra voler anelare al cielo, volgendo lo sguardo oltre, in una sorta di infinito. L’artista trasporta il visitatore in quello stato di estasi proprio del viaggio, inteso come stato mentale, un’esperienza dei sensi. Le sue tele diventano portali per esplorare i meandri reconditi dell’inconscio.
Navigando l’ignoto è la prima mostra personale con cui Ciro Palumbo si presenta a Torino, dopo anni di attività nazionale e internazionale. Le opere sono oltre 130, divise per cicli pittorici. Il progetto espositivo, ospitato dalla Promotrice delle Belle Arti, è a cura di Archeion Archivio Ciro Palumbo e promosso da TAIT Gallery.
Nelle immagini di Palumbo confluiscono letteratura e poesia, i libri diventano il mezzo per intraprendere un viaggio alla scoperta di un cielo senza confini. Personaggi emblematici sono Ulisse, immaginato dall’artista ormai anziano, Dante e il suo Paradiso e Don Chisciotte con i suoi mulini. Nella visione del pittore sembra che la Torre di Babele sia riuscita nella leggendaria sfida, resa possibile nel paesaggio metafisico. Un grande arazzo di Giorgio De Chirico, dall’Arazzeria Scassa, celebra il pittore dell’avanguardia.
Ciro Palumbo si distingue come un poeta visionario e grazie ad un progetto pensato con la Fondazione ITS Academy Mobilità Sostenibile Aerospazio Meccatronica del Piemonte, trasforma le sue tele in un viaggio immersivo. Attraverso dei visori di realtà tridimensionale ci si ritrova catapultati nello spazio, circondati da stelle, a bordo di una delle barche dipinte dall’artista. Un ologramma lunare guida l’esperienza all’interno di un immaginario abitato dai personaggi delle sue opere. L’esperienza è videoludica poiché domanda di interagire con lo spazio, rendendo possibile il viaggio nella poetica di Ciro Palumbo a 360°.
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