Categorie: Mostre

Pioniera dell’astrazione: riscoprire Hilma af Klint al Guggenheim di Bilbao

di - 18 Gennaio 2025

Hilma af Klint (Solna, 1862 – Danderyd, 1944), precorritrice dell’astrazione e una delle artiste più enigmatiche del suo tempo, è la protagonista di un’ampia esposizione al Museo Guggenheim di Bilbao. Curata da Tracey R. Bashkoff e Lucía Agirre, la mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio 2025, con la collaborazione della Fondazione Hilma af Klint. Attraverso un percorso esaustivo, l’esposizione esplora dai primi lavori figurativi dell’artista svedese alle sue innovative serie astratte, con particolare attenzione alle Pitture per il tempio, una delle più grandi imprese della sua carriera creativa.

Hilma af Klint, Retablo, Retablos, Grupo X, No. 1, 1911. Courtesy The Hilma af Klint Foundation, Stockholm, HaK 187 ©The Hilma af Klint Foundation, Bilbao 2024

Af Klint fu un’artista profondamente influenzata dal pensiero spirituale e filosofico della sua epoca. La sua formazione accademica presso la Reale Accademia Svedese di Belle Arti le permise di padroneggiare le tecniche tradizionali, sebbene abbandonò presto i temi convenzionali per dedicarsi a un’arte che trascendesse il visibile. Attraverso una pratica artistica legata allo spiritismo e a movimenti come la teosofia e il rosacrocianesimo, sviluppò un linguaggio visivo unico basato su forme geometriche, colori simbolici e riferimenti esoterici. Nel 1906 iniziò a lavorare sulle già menzionate Pitture per il tempio, un insieme di 193 opere concepite come una narrazione visiva dell’evoluzione spirituale dell’essere umano, che immaginò di installare in un tempio a spirale, che però non fu mai costruito.

Fotografia di Hilma af Klint nel suo studio di Hamngatan a Stoccolma. Museo Guggenheim Bilbao.

La mostra include alcune delle sue serie più iconiche, come Caos primigenio, che esplora le dualità originarie dell’universo, e I dieci maggiori, dove rappresenta le quattro fasi della vita umana in un formato monumentale. Queste opere non solo rompono con le convenzioni artistiche del suo tempo, ma riflettono anche il suo interesse nel connettere il materiale con l’immateriale. Nella serie L’albero della conoscenza, af Klint combina simboli cristiani e mistici con diagrammi scientifici per rappresentare la relazione tra terreno e divino. Nelle serie Il cigno e La colomba, invece, l’artista utilizza queste figure come metafore dell’unione degli opposti, avanzando verso un’astrazione geometrica sempre più radicale.

Hilma af Klint, The Ten Largest, Childhood, Untitled Series, Group IV, No. 1, 1907. Courtesy The Hilma af Klint Foundation, Stockholm, HaK 102 ©The Hilma af Klint Foundation, Bilbao 2024

Il percorso espositivo comprende anche la Serie dell’atomo, che mostra la sua fascinazione per la connessione tra il microcosmo e il macrocosmo, e una selezione di acquerelli botanici realizzati nella fase finale della sua vita, dove unisce l’osservazione della natura alle sue convinzioni spirituali. Sebbene l’artista abbia raramente esposto le sue opere più innovative durante la sua vita, era consapevole della loro rilevanza e lasciò istruzioni specifiche affinché rimanessero nascoste per almeno 20 anni dopo la sua morte, convinta che il pubblico non fosse pronto a comprenderle. Infine, le sue opere furono esposte per la prima volta 40 anni dopo la sua morte, nel 1986, ma ricevettero il giusto riconoscimento solo molti anni più tardi. La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato che include testi delle curatrici e di altri esperti, i quali analizzano il lavoro di af Klint nel contesto dei cambiamenti sociali e culturali tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Inoltre, il progetto Didaktika del Museo Guggenheim Bilbao propone risorse didattiche e attività per approfondire gli aspetti spirituali, artistici e scientifici che hanno segnato la vita e l’opera di questa visionaria.

Hilma af Klint, Installation Views, Museo Guggenheim Bilbao

L’articolo originale è su exibart.es

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