The call of the ancient time, 2022, oil painting on canvas, 200 x 300 cm
When I Looked Away di Jingge Dong non Ăš solo una mostra ma anche un dialogo interculturale tra Italia e Cina negli spazi della galleria LâAriete artecontemporanea a Bologna. Il progetto, curato da Alberto Zanchetta con il sostegno dellâIstituto Confucio dellâUniversitĂ di Bologna, offre infatti unâimmersione completa nel mondo pittorico di Dong, attraverso una mostra che si concluderĂ il 18 novembre e sarĂ seguita, il 29 novembre, da un incontro con lâartista.
Il progetto della mostra personale di Jingge Dong, si completa anche con la pubblicazione di un catalogo monografico che racconta le opere realizzate appositamente per lâoccasione. Come descrivere i quadri esposti? Sono un inno alla fusione poetica tra i linguaggi figurativi dellâEst e dellâOvest, traducendo su tela le tematiche centrali nella ricerca pittorica di Dong.
Lâesperienza, per coloro che desiderano approfondire la comprensione dellâarte di Jingge Dong, non termina con la mostra. Ă infatti in programma il 29 novembre alle 18.00, presso la galleria stessa, un incontro con lâartista. Allâincontro parteciperanno anche il curatore Alberto Zanchetta, la professoressa Marina Timoteo, direttrice dellâIstituto Confucio di Bologna. Un incontro che partirĂ dal racconto dellâesperienza di residenza dellâartista a Venezia e dei suoi studi approfonditi dellâantica pittura cinese, rielaborata con stilemi contemporanei e con richiami allâarte contemporanea occidentale, in particolare italiana.
La professoressa Marina Timoteo, direttrice dellâIstituto Confucio, nel suo testo che accompagna la mostra, sottolinea uno dei punti salienti di When I Looked Away, ovvero la grande importanza di eventi come questo nel superare i filtri culturali e nella creazione di ponti tra il mondo occidentale e orientale. Jingge Dong diventa cosĂŹ un raro esempio, attraverso la sua arte, riesce infatti a squarciare i veli delle visioni standardizzate, aprendo nuove visioni e facendoci sentire parte di un tutto.
Alberto Zanchetta, curatore della mostra, descrive la pittura di Jingge Dong come «un mondo che fluttua tra due emisferi», un connettore tra oriente e occidente. Dong Ú infatti capace di creare opere che, pur non essendo né completamente astratte né veramente figurative, inducono gli spettatori a lasciarsi andare a una sinfonia di colori e forme.
Jingge Dong, nato a Pechino nel 1989, ha ottenuto il titolo di Master in Belle Arti presso lâAccademia di Belle Arti di Venezia nel 2019.
La sua Ăš una pittura che si caratterizza per la capacitĂ di dissolvere le forme, creando un mondo di âcose fluttuantiâ. I suoi dipinti, sfidano le leggi della gravitĂ terrestre, e ci invitano a immergerci in unâesperienza visiva unica.
Ecco che la tecnica prende il sopravvento, mescolando immagini per dare vita a sgocciolature, velature, fluiditĂ e pastositĂ del colore. Le opere diurne sembrano imbevute di luce, mentre quelle notturne sono avvolte da unâatmosfera sognante. Tinte delicate e soffuse, che ci danno lâimpressione di un effetto unificante capace di esplorare volumi, superfici e spazi.
«Una pittura che va oltre le differenze culturali e ci offre creazioni ideali che trascendono le investigazioni intellettuali.» Le opere dellâartista invitano infatti gli spettatori a distogliere lo sguardo dalle visioni standardizzate, per vedere lâarte come un potente mezzo di connessione e comprensione universale.
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