08 settembre 2022

Scegliere l’Italia: intervista a Jingge Dong

di

La pittura e l'arte secondo Jingge Dong, artista cinese che da anni ha scelto come base l'Italia. E che oggi incontriamo tra i protagonisti di Lido Contemporaneo, a Fano

Two Tigers, 2022, olio su tela, 120 × 90 cm (dettaglio)

Jingge Dong è un pittore di origine cinese che da diversi anni ha scelto l’Italia, Venezia come il suo campo base per la sua ricerca artistica. Il suo percorso tende ad unire due realtà pittoriche diverse come l’Oriente e l’Occidente, con grandi e piccole tele che raccontano uguaglianze e diversità in chiave astratta di due mondi così lontani ed allo stesso tempo più vicini di quanto non si pensi. Lo abbiamo intervistato, in occasione della sua partecipazione al progetto Lido La Fortuna, per Lido Contemporaneo, a Fano.

Jingge Dong

Volevo fare capire chi sei, ma non volevo riassumerlo io, vorrei che lo facesse tu descrivendoti con il titolo di un’opera d’arte.
Sky Ladder, Cai GuoQiang, 2015. La curiosità infantile per l’universo e la natura dovrebbe essere sempre mantenuta e il desiderio di esplorare e imparare non dovrebbe mai essere perso. Nelle opere di Cai, la polvere da sparo, un’antica invenzione cinese, è trasformata in una poetica festa visiva, pura e potente. Ha trovato un mezzo con caratteristiche culturali cinesi distintive che porta con sé l’esplorazione della propria identità e dell’umanesimo, in una nozione spazio-temporale a cavallo tra Oriente e Occidente, tra antico e moderno: questo è ciò che cerco. Mi pongo delle domande di fronte al mondo in cui viviamo, e la mia contemplazione risiede nelle mie opere: saranno e come saranno trasmesse agli spettatori? Spero che la risposta sia sì e in modo poetico.

Sulla pittura si è detto e ridetto tutto e di più. Secondo te la pittura che ruolo ha oggi nella nostra società?
Per me la pittura è una forma di espressione artistica che, come la poesia o la musica, è la reinterpretazione del mondo da parte dell’artista in un modo che fonde l’emozione personale e la contemplazione, porta con sé i sentimenti che ci lasciamo dietro come esseri umani. L’arte ha la capacità di guidare i pensieri in modo religioso. Oggi, con una civiltà sociale altamente sviluppata, il bisogno spirituale di emozioni delle persone rende l’arte un ruolo molto attivo nella società. La pittura, in quanto forma d’arte tradizionale e intramontabile, offre alle persone l’esperienza estetica più intuitiva, che nasconde verità non logiche e non razionali. Non è solo l’espressione di sé dell’artista, ma deve avere un impatto positivo e stimolante a livello sociale, arricchendo la vita spirituale delle persone e liberando le loro menti, fornendo così la base psicologica e ideologica per le innovazioni sociali.

Jingge Dong, con Damiano Colombi, Trieste

La pittura orientale e quella occidentale quanto sono distanti tra loro e quanto nel tuo percorso artistico le due ti hanno portato dove sei adesso?
Come suggeriscono i titoli di alcuni dei miei dipinti, la distanza tra la pittura orientale e quella occidentale è “così vicina e così lontana”: “Lontano” è ovvio perché i due mondi sono così diversi in termini di cultura, storia, stile di vita ed estetica. Di conseguenza, i dipinti orientali e occidentali hanno una prospettiva, una struttura e un approccio narrativo distinti. Tuttavia, quando li riesamino con una prospettiva estetica contemporanea e fresca, percepisco alcune somiglianze, ad esempio, dietro i dettagli, si possono trovare caratteristiche comuni come la combinazione di elementi astratti e delicati relazioni di colore. Mi sono formato alle tecniche pittoriche tradizionali occidentali per quasi 10 anni in Cina, il che mi ha fornito una base relativamente solida per quanto riguarda l’abilità plastica, la conoscenza dei materiali e la prospettiva. In seguito, quando sono venuta in Italia, circondata da un ambiente culturale straniero, ho sviluppato una nuova comprensione della cultura cinese che è profondamente radicata nel mio cuore, ottenendo molte intuizioni e ispirazioni. Ho quindi iniziato a riavvicinarmi alla pittura tradizionale cinese, cercando di introdurre le forme d’arte e il pensiero estetico in essa presenti nella mia pratica artistica. Gradualmente, nella decostruzione e ricostruzione del mondo orientale e occidentale, ho trovato il mio linguaggio unico e ci sto ancora lavorando.

Come ha influito la pandemia sul suo lavoro?
Onestamente non ha avuto un grande impatto sul mio ritmo di lavoro. Ma ho avuto più tempo per pensare e riflettere. Ero frustrata dall’eccesso di fake news e di accuse, poi ho capito che dovevo aprirmi di più per avvicinarmi alla verità. Ora esploro e imparo consapevolmente culture diverse e cose nuove, a tutto vantaggio della mia creazione artistica.

A proposito dell’umor vitreo, Bologna

Quando guardo i tuoi lavori penso sempre che l’elemento natura sia un elemento importante nel tuo modo di dipingere, quanto sei influenzato da questo elemento?
L’elemento natura è una metafora molto comune nelle opere d’arte di tutto il mondo, sia antiche che moderne, attraverso la quale si esprimono emozioni e pensieri. Nella filosofia classica cinese, esiste uno spirito centrale di “unità della natura e dell’umanità”, che significa perseguire l’armonia nell’ordine dell’esistenza quando si tratta del rapporto dell’uomo con la natura e la società. È un atteggiamento di rispetto per la natura e un modo di comprenderla. Il tema su cui lavoro è la “fusione”, sto creando un mondo tra Oriente e Occidente, tra antico e moderno, e intendo che le mie opere aprano una prospettiva armoniosa. La comparsa di elementi naturali nelle mie opere non è una particolare rappresentazione di un’immagine specifica, ma un dialogo tra me e l’universo.

Esiste un luogo che identifichi come l’inizio del tuo percorso e del tuo lavoro, nella
tua memoria?
Se parliamo dell’interesse iniziale per la pittura, quando ero molto piccola, la mia famiglia viveva in un bungalow con le facciate in pietra, e mio padre dipingeva la faccia di un animale su ogni pietra con colori vivaci, ed erano così carini. Da quel momento in poi sono rimasta affascinata dalla pittura. All’età di 10 anni, mio padre mi ha presentato lo studio di un insegnante d’arte e ho iniziato a imparare a disegnare, che è stato l’inizio del mio studio formale della pittura occidentale. Mi ricordo in quelle notte un “conversazione” con delle statue di gesso nello studio: David, Voltaire, Gorky, Giuliano de’Medici… Man mano che le mie capacità di disegno crescevano, il mio interesse per la pittura si è rafforzato e ho avuto l’idea di diventare un’artista in futuro. Ora mi sento davvero fortunata a poter intraprendere una carriera che amo.

Quanto è importante la ricerca della bellezza nel tuo percorso?
Molto importante, la ricerca della bellezza è il mio obiettivo. La bellezza qui non è solo formale ma anche interiore. La bellezza formale è importante, è la prima attrattiva per gli spettatori, ma l’opera d’arte è chiamata opera d’arte piuttosto che artefatto perché oltre alla bellezza formale c’è qualcosa in più che è percettivo, intrinseco e individuale. Sono sempre alla ricerca di freschezza in termini di bellezza formale, allo stesso tempo sto pensando a come costruire il campo visivo interno che è l’anima del mio lavoro.

Quanta filosofia e letteratura si può incontrare nella tua pittura?
Nel mio lavoro c’è molto della filosofia e della letteratura. Come ho detto nella precedente discussione sull’uso degli elementi naturali, la filosofia influenza il mio atteggiamento verso la vita e la mia prospettiva estetica, che si riflettono nei miei dipinti. Se si osserva la struttura delle mie opere, si può trovare uno “spazio vuoto” in quasi tutti i dipinti: questa è la mia riflessione e pratica sul concetto di “vuoto” nella filosofia cinese. Per quanto riguarda le opere letterarie, quando le leggo possono emergere nella mia mente alcune immagini che possono essere una scintilla di ispirazione. Ad esempio, La Rapsodia della Dea del Luo di Cao Zhi mi ha ispirato la serie di dipinti The Goddess of the Luo River.

White Bull1, 2022, oil painting on canvas, 170 × 140 cm

Hai mai pensato di usare il mezzo digitale per la tua ricerca artistica?
Non rifiuto mai le possibilità che le nuove scienze e tecnologie offrono all’arte. Dovrebbe essere interessante utilizzare la tecnologia digitale nella creazione artistica, un approccio completamente diverso alla creazione potrebbe essere più efficiente e libero, e la combinazione di 2D e 3D è una nuova esperienza. Ma per provarci, ho bisogno di tempo per imparare nuove conoscenze e software, il che rappresenta una sfida anche per me.

Se potessi scegliere un personaggio storico o di fantasia da inserire in una tua opera chi sceglieresti e perché?
Mi vengono in mente due immagini, una è Nezha della mitologia orientale e l’altra è San Giorgio della mitologia occidentale. Sono entrambi eroi che hanno ucciso il drago e, sebbene abbiano contesti culturali diversi e trame diverse, trasmettono entrambi i valori del coraggio e della giustizia. Credo che sarebbe interessante creare un’opera con questi due personaggi.

Ho risentito di recente un disco che si chiama 13, scritto da un artista scozzese e la sua musica mi ha ricordato molto il tuo quadro: The goddess of the Luo river (black). La musica in generale quanto influisce la tua ricerca?
In quanto forme d’arte diverse, la musica e la pittura hanno relazioni interne tra loro. Quando si crea un’opera artistica è necessaria una certa dose di emozione e l’ascolto della musica per me è un ottimo modo per evocare l’emozione. Di recente ho ascoltato il rock progressivo e credo che questo genere si adatti bene al mio attuale stile pittorico: gli arrangiamenti, le melodie, i ritmi e le esecuzioni strumentali sono molto artistici. Anche i testi di un grande brano musicale sono molto poetici. Una volta ho iniziato a capire la poesia del poeta inglese Coleridge ascoltando “Rime of the ancient mariner” degli Iron Maiden, che mi ha portato a creare un dipinto che mi piace molto.

Se tu non fossi un artista, cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Preferirei diventare un pilota di airforce. In realtà, prima dell’esame di ammissione all’università in Cina il 2007, ho pensato di partecipare al esame medico per il reclutamento dei piloti, ma era lo stesso giorno dell’esame della pittura dell’Accademia di Belle Arti della Cina, e in città diverse. Ho scelto di partecipare all’esame di arte e da allora ho seguito la carriera artistica. So che ammesso che fossi andato all’esame medico in quel momento, molto probabilmente non lo sarei passato. Ma fare il pilota è un lavoro così emozionante che mi ha sempre affascinato.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui