Musée national Picasso-Paris. Courtesy of Musée national Picasso-Paris, Voyez-Vous, Chloé Vollmer-Lo
Nel terzo arrondissement di Parigi, il Musée National Picasso-Paris si prepara ad aprire al pubblico un giardino di sculture in bronzo, solamente dieci anni dopo l’ambizioso progetto che ne aveva triplicato gli spazi espositivi. Un progetto, Picasso 30, che proprio entro il 2030 ridisegnerà profondamente l’esperienza di visita, aprendo il museo alla città con un giardino di sculture gratuito di 2300 metri quadrati e costruendo una nuova ala per raddoppiare gli spazi espositivi temporanei.
Un investimento di circa 50 milioni di euro, interamente finanziato da fondi privati attraverso mecenatismo, donazioni e il contributo della famiglia Picasso – in particolare di Paloma Picasso, figlia dell’artista e responsabile dell’amministrazione della Fondazione Picasso – con il sostegno del Comune di Parigi e del Ministero della Cultura francese. L’iniziativa si inserisce in un’epoca di grande rinnovamento per i musei parigini, guardando, ad esempio, al Louvre, al Centre Pompidou o al Grand Palais.
L’obiettivo del rinnovamento è sicuramente quello di migliorare l’esperienza dei visitatori e valorizzare la collezione del museo, che conta più di 5mila opere dell’artista. Verrà pertanto sviluppata una nuova ala dedicata alle mostre temporanee, con un incremento di circa 800 metri quadrati di spazio. Il giardino, inoltre, sarà il «Primo vero monumento a Picasso nello spazio pubblico parigino», come sottolinea il museo.
«L’edificio è bellissimo e molto ben tenuto, ma via via ne ho visto i limiti: il museo è stato concepito negli anni ’80 come uno scrigno, non come un luogo di vita». Con queste parole, la direttrice del museo Cécile Debray ha spiegato alla stampa francese la filosofia dietro Picasso 2030. L’obiettivo è superare la concezione del museo come scrigno chiuso e creare piuttosto uno spazio dinamico, integrato con il tessuto urbano e capace di dialogare con i pubblici più diversi.
Il giardino sarà il frutto della fusione del giardino interno dell’Hôtel Salé e del vicino giardino Léonor-Fini. Un paesaggista, selezionato tramite concorso, ridisegnerà lo spazio che accoglierà una decina di sculture bronzee originali di Picasso, tra cui la celebre Chèvre, offrendo ai visitatori la possibilità di interagire con le opere in un ambiente naturale. «Ci ispiriamo ai giardini scandinavi, dove è possibile toccare le sculture», ha chiarito Debray.
Il secondo pilastro dell’operazione è la costruzione di una nuova ala lungo la rue Vieille-du-Temple – progettata da un architetto scelto per concorso – che permetterà di raddoppiare la superficie per le mostre temporanee da 400 a 800 metri quadrati «nel rispetto assoluto dell’edificio storico e con standard museografici e tecnici paragonabili a quelli dei grandi musei internazionali», ha precisato il museo. «Questa ala progettata da un architetto selezionato su concorso offrirà spazi luminosi, modulabili e spaziosi, ma anche uffici per il personale del museo, spazi tecnici e un tetto terrazza verde, nel rispetto di uno spazio urbano storico e protetto».
L’ampliamento libererà il piano terra dell’Hôtel Salé, che potrà così ospitare una libreria specializzata, un caffè-ristorante affacciato sul giardino e nuovi spazi dedicati alla didattica.
Inoltre, verrà creata una rue traversante, un passaggio pedonale che collegherà la rue Vieille-du-Temple alla rue de Thorigny, aprendo fisicamente l’istituzione alla città , in un’ottica di permeabilità simile a quella che ha guidato l’analogo progetto di rinnovo per il Grand Palais.
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