Categorie: Opening

Ugo Nespolo. A modo mio

di - 20 Ottobre 2017
La superficie dei lavori della cross mediale produzione artistica di Ugo Nespolo si anima e si contorce da sempre in un caleidoscopico assemblaggio di figurazioni, talvolta ridotte all’essenza del segno, e di oggetti, disposti su piani scenografici complessi. L’elemento coloristico acquista una pastosità maggiormente avvolgente che accentua il bagliore del riverbero dell’epidermide ruvida dei manufatti. Le tessere lignee modellate sono cementate da una vibrante tavolozza acrilica, dall’abbacinante chiarore mediterraneo, quasi pirotecnico. Il cromatismo primario assurge al ruolo co-protagonista nell’opera, anche laddove il segno recitativo assume un’irruente fisicità materica, tale da arrivare a essere quasi un corpo autonomo dalla superficie. Si genera così un armonioso e dinamico contrappunto, fra scenografia cromatica e segno recitante. Ogni scarto linguistico e ogni sussulto compositivo che sviluppa la narrazione dell’opera accentua una visionarietà simbolica. È il plurimillenario patrimonio culturale occidentale, tra incursioni futuriste e rigurgiti neopop, che si è sedimentato nelle pieghe del tempo e riemerge nella ricerca dell’artista piemontese nell’essenzialità di un simbolo. Ecco che il senso evocativo e psicoattivo dell’immagine e lo sforzo conoscitivo del racconto, tessuto tessera dopo tessera, sono implementati da un ancestrale rito, al quale partecipano animali di un bestiario fantastico, fiori dalle forme misteriose, figure fantasmatiche che sembrano uscite da un fumetto, oggetti quotidiani. Sono segnali apparentemente convenzionali, che esprimono un impulso allegorico e un’attrazione nei confronti dell’immaginario sia alchemico sia della comunicazione pubblicitaria. Il racconto di Nespolo esaspera l’impianto compositivo con un accumulo goticheggiante di suggestioni iconiche e il suo substrato antropologico emerge solo in tratti sensibili. Fare arte significa, pertanto, per lui avere sul tavolo tutto in una contemporaneità girevole e sincronica che riesce a colare nel crogiuolo dell’opera immagini private e immagini mainstream, segni personali, legati alla storia individuale, e segni pubblici legati alla storia dell’arte e della cultura.
Nelle opere d’arte come nel cinema, nei cartoon televisivi sino al teatro, nei lavori disposti, lungo percorsi tematici, all’interno del Centro Saint-Bénin di Aosta emerge questa versatilità di Ugo Nespolo, che ha ripercorso stili e stilemi “a modo suo”, senza mai lasciarsi imbrigliare dalle convenzioni. Non mancano nemmeno la BMW K1 del 1993 e uno Skiff Olimpico Black Fin lungo otto metri (una barca da canottaggio), mai esposto prima d’ora, che si modifica attraverso il segno nomadico dell’artista.
«Con uno slogan futurista si potrebbe dire che ad Aosta l’arte invade la vita – afferma Alberto Fiz, curatore della mostra – Nespolo, come Fregoli, appare sempre se stesso nei suoi infiniti travestimenti e nei suoi ricorrenti camouflages linguistici e metalinguistici dove tutto è troppo serio per non essere preso con ironia». (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Condizionale, 1967, 140×24 cm
In home: Faces, 2004, acrilici su legno modellato, 73 x 97,5 x 9 cm
INFO
A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro
dal 20 ottobre 2017 al 8 aprile 2018
Centro Saint-Bénin, via Festaz 27, Aosta
orario 10-13 / 14-18. Chiuso il lunedì
tel.: 0165.275937 – www.regione.vda.it

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