Fotografo concettuale e scultore italoamericano, noto per le sue sperimentazioni sugli oggetti di uso quotidiano, Luciano Perna è morto a 63 anni a Los Angeles, il 28 dicembre 2021, a causa di un attacco di cuore, secondo quanto riportato dal Los Angeles Times. Nato nel 1958 a Napoli, nel 1975 Perna si trasferì a Caracas, in Venezuela. Qui lavorò per la Biblioteca Nazionale, documentando gli aspetti visivi delle campagne elettorali dei candidati alle elezioni presidenziali. Negli anni ’80 si stabilì nel sud della California, dove ha vissuto e lavorato fino alla scomparsa.
Nel 1975 si è trasferito a Caracas, Venezuela, dove ha lavorato per la. Nel 1979, Perna si spostò a Los Angeles per frequentare il CalArts California Institute of the Arts, dove ebbe modo di studiare con artisti come Judy Fiskin, Michael Asher e Barbara Kruger. Laureatosi alla CalArts in fotografia, nella metà degli anni ’80, iniziò a lavorare come assistente di studio per John Baldessari e Douglas Huebler, che alla fine sarebbe diventato suo suocero. Nel 1988, Perna ha avuto la sua prima mostra personale alla Fahey Klein Gallery di Los Angeles e nel 1989 il suo lavoro è stato incluso nella mostra “Photography of Invention: American Pictures of the 1980s”, al National Museum of American Art.
L’interesse di Perna per la fotografia come mezzo di espressione artistica può essere rintracciato fin dai suoi primi anni a Napoli, quando cominciò a esplorare una pratica visiva diaristica, catturando elementi del paesaggio urbano e aspetti sociali della città. La sua profonda esplorazione del mezzo è culminata con l’inclusione nella mostra “Photography of Invention”. Questa mostra seminale celebrava il 150mo anniversario dell’invenzione della fotografia e presentava artisti noti per aver ampliato i linguaggi tradizionali del medium, tra cui Cindy Sherman, Richard Prince, Louise Lawler e Barbara Kruger.
Attraverso l’uso della pittura, della scultura, dell’installazione e della fotografia, Perna ha combinato riferimenti autobiografici con omaggi a quegli artisti e a quelle idee che lo hanno influenzato e ispirato. Sebbene il suo vocabolario sia rintracciabile nell’Arte Concettuale, hanno influito molto nella sua ricerca sia il coinvolgimento nell’ambiente del CalArts che la sua presenza nella scena artistica di Los Angeles dalla fine degli anni ’70. Ma nella sua pratica affine al prelievo dalla quotidianità, sono rintracciabili anche diversi elementi metodologici e concettuali provenienti dall’Arte Povera, che rappresenta un background fondamentale. «Ho iniziato collezionando oggetti e assemblandoli in modo astratto e non rappresentativo», spiegava Perna in una intervista del 1993, parlando della sua scultura Easy Rider. «Utilizzavo questi oggetti come se stessi usando la pittura: il materiale di cui erano fatti, il colore, la forma, cercando deliberatamente di ignorare le loro funzioni originarie».
Questa tendenza ha accompagnato l’arta di Perna per tutta la vita. Durante il lockdown del 2020, ha iniziato a realizzare una serie di fotografie sulle piante e gli oggetti intorno a casa sua. Pubblicava l’immagine di uno di questi oggetti ogni giorno su Facebook. Le opere di quella serie sono state esposte l’anno scorso alla Marian Goodman Gallery di Parigi.
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