Matteo Consonni, insieme a Gonçalo Jesus, nel 2016 apre a Lisbona Madragoa, nello storico e omonimo quartiere, che funge da dichiarazione: il progetto della galleria vuole impostareuna profonda conversazione con la città e il suo straordinario potenziale, non solo rappresentando artisti portoghesi, ma anche permettendo la produzione locale di ogni mostra, anche di artisti provenienti dall’estero, impostando un dialogo tra le pratiche artistiche globali e l’artigianato e le idee locali.
«“Piccoli miracoli portoghesi” è come definisco tutte quelle esperienze di produzione locale con gli artisti che siamo riusciti a realizzare in questi anni. Mi riferisco ad esempio alla prima mostra della galleria, originata da un invito a Renato Leotta a “occuparsi” del paesaggio oceanico e produrre localmente, che ha dato origine a serie di lavori ora iconiche nella sua produzione; alla collaborazione tra Rodrigo Hernández e un battilastra locale, esperienza cominciata con la sua prima mostra in galleria e continuata nei suoi progetti per Art|Basel Statements, per il Future Generation Prize e tante altre mostre; alla prima incursione di Joanna Piotrowska nelle case di tanti amici portoghesi per i primi scatti della serie “Frantic” che dopo la sua mostra in galleria é stata esposta in luoghi come il MoMA di New York e la Tate Britain di Londra; alle più recenti grandi “pitture di sapone” di Buhlebezwe Siwani, realizzate a Lisbona e esposte nel nostro stand durante l’ultima Art|Basel. Ma non tutto quello che é stato presentato in galleria é ovviamente prodotto localmente: una grande parte dei nostri sforzi é stata anche quella di supportare la produzione di progetti che abbiamo portato a Lisbona, dando la possibilità al pubblico locale, e a quello di passaggio, di visitare piccole (il nostro spazio non é enorme!) ma intensissime mostre di artisti come Adrián Balseca, Enzo Cucchi, Kate Newby, Yuli Yamagata, Steffani Jemison…
Infine, è stato importante per noi sostenere le produzioni dei nostri artisti portoghesi (Sara Chang Yan, Luís Lázaro Matos, Gonçalo Preto, Jaime Welsh) o che vivono in Portogallo, come Belén Uriel, e dare loro visibilità sopratutto a livello internazionale».
«Ho scelto di aprire in un luogo decentrato e dai costi più bassi come Lisbona proprio perché ho sempre desiderato investire in un doppio movimento, verso e fuori dal Portogallo, per la promozione del programma della galleria: ciò che viene prodotto localmente viene promosso all’estero, e localmente viene portato ciò che ritengo speciale. Culturalmente, credo che sia quello che differenzia una galleria dal ruolo di mero importatore di mode o di agente locale. Economicamente, ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto la galleria in questo suo progetto e che si sono interessati al nostro programma: il costante supporto, economico e non, di alcune persone é il segreto della sopravvivenza del progetto di Madragoa».
«Ovviamente Madragoa si posiziona in un mercato globale, e i clienti della galleria sono diversi in numero e natura, ma oltre a quelle già citate persone che ben conoscono il nostro programma e ad alcune istituzioni mi piace pensare che chi acquisisce un’opera d’arte degli artisti del nostro programma lo faccia con gli occhi, e non con le orecchie, e grazie anche a quei contenuti che siamo in grado di creare attorno alle opere».
«Fino al 2019 il mondo dell’arte si è lamentato delle fiere pur andandoci, nel 2020 ha sostenuto che l’ “online” fosse la nuova via, e nell’ autunno del 2021 ci siamo tutti precipitati a fare nuovamente fiere. Credo che il formato della fiera avrà ancora per molto tempo uno spazio importante nel mondo dell’ arte, in dialogo con nuove maniere di esporla, ma é sempre un errore cercare in esse “alternative” alla fiera, rischiamo altrimenti di dichiararne a torto la morte come da tanto si fa con la pittura.Per una galleria come Madragoa, le fiere sono fondamentali, danno visibilità ad un progetto che si trova a Lisbona, non propriamente al centro del mondo, e permettono di portare più visitatori nello spazio della galleria. È la galleria stessa a “proporsi” durante le fiere, con il suo programma».
«La galleria é cresciuta fisicamente, con l’aggiunta di un nuovo spazio accanto a quello originario, ma anche a livello di programma: siamo partiti con sei artisti e ne rappresentiamo oggi undici. Oltre a questi dati pratici, Lisbona ha dato a Madragoa una visibilità internazionale straordinaria che ci ha permesso di raggiungere un pubblico insperato e questa visibilità, oltre ovviamente alla qualità del lavoro degli artisti con cui lavoriamo, ha permesso di costruire una piccola reputazione per la galleria, di cui sono fiero e che ci ha permesso di accedere a fiere importanti e ad essere guardati da collezioni e istituzioni importanti. L’obiettivo della galleria nei confronti di chi si interessa al progetto è quello di far conoscere il nostro programma attraverso una promozione consapevole e approfondita, cercando di resistere alla superficialità. Non sempre è possibile, ma ci si prova [sorride, ndr]
MADRAzine, una fanzine virtuale iniziata nel 2016 e distribuita digitalmente e visibile sul nostro sito, potrebbe essere vista come una dichiarazione di intenti: concentriamoci sull’arte e non sui suoi infiniti corollari».
La collezione di arte astratta e informale italiana di Intesa Sanpaolo in mostra al Museo dell’Antiquariato di Arezzo, in un…
Dal 2016, l'artista americano Mark Bradford e la Cooperativa Sociale Rio Terà dei Pensieri hanno dato vita, a Venezia, a…
Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 6 al 12 maggio, in scena nei teatri…
BIG Biennale Internazionale Grafica è il festival dedicato al design della comunicazione e alle culture visive, alle prese con le…
Il colosso David Zwirner festeggia il trentesimo anniversario con una nuova sede a Los Angeles e la mostra “30 Years”.…
Al via EXPOSED Torino Foto Festival, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino, a cura di Menno Liauw e…