13 gennaio 2022

Intervista a Matteo Consonni, cofondatore della galleria Madragoa, Lisbona

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Nell’ambito del ciclo di interviste promosso da (un)fair - (Un)DISCOVERED ART IN (un)EXPECTED FAIR - per fare luce sull’attuale sistema dell’arte dando voce ai suoi protagonisti, incontriamo oggi Matteo Consonni

Da sinistra a destra: Gonçalo Jesus (fondatore), Luís Lázaro Matos (artista della galleria) and Matteo Consonni (fondatore e direttore) davanti all'installazione dell'artista ad ARCOmadrid, 2017. Courtesy Mandragoa

Matteo Consonni, insieme a Gonçalo Jesus, nel 2016 apre a Lisbona Madragoa, nello storico e omonimo quartiere, che funge da dichiarazione: il progetto della galleria vuole impostareuna profonda conversazione con la città e il suo straordinario potenziale, non solo rappresentando artisti portoghesi, ma anche permettendo la produzione locale di ogni mostra, anche di artisti provenienti dall’estero, impostando un dialogo tra le pratiche artistiche globali e l’artigianato e le idee locali.

Rodrigo Hernández, The Shadow of a Tank. Installation view at Art|Basel – Statements, 15.06_17.06.2018. Ph. Sebastiano Pellion di Persano
Matteo, Madragoa ha aperto nel 2016 con un’attenzione tanto alle pratiche globali quanto all’artigianato locale. Come avete tradotto questo dialogo nel corso di questi sei anni?

«“Piccoli miracoli portoghesi” è come definisco tutte quelle esperienze di produzione locale con gli artisti che siamo riusciti a realizzare in questi anni. Mi riferisco ad esempio alla prima mostra della galleria, originata da un invito a Renato Leotta a “occuparsi” del paesaggio oceanico e produrre localmente, che ha dato origine a serie di lavori ora iconiche nella sua produzione; alla collaborazione tra Rodrigo Hernández e un battilastra locale, esperienza cominciata con la sua prima mostra in galleria e continuata nei suoi progetti per Art|Basel Statements, per il Future Generation Prize e tante altre mostre; alla prima incursione di Joanna Piotrowska nelle case di tanti amici portoghesi per i primi scatti della serie “Frantic” che dopo la sua mostra in galleria é stata esposta in luoghi come il MoMA di New York e la Tate Britain di Londra; alle più recenti grandi “pitture di sapone” di Buhlebezwe Siwani, realizzate a Lisbona e esposte nel nostro stand durante l’ultima Art|Basel. Ma non tutto quello che é stato presentato in galleria é ovviamente prodotto localmente: una grande parte dei nostri sforzi é stata anche quella di supportare la produzione di progetti che abbiamo portato a Lisbona, dando la possibilità al pubblico locale, e a quello di passaggio, di visitare piccole (il nostro spazio non é enorme!) ma intensissime mostre di artisti come Adrián Balseca, Enzo Cucchi, Kate Newby, Yuli Yamagata, Steffani Jemison
Infine, è stato importante per noi sostenere le produzioni dei nostri artisti portoghesi (Sara Chang Yan, Luís Lázaro Matos, Gonçalo Preto, Jaime Welsh) o che vivono in Portogallo, come Belén Uriel, e dare loro visibilità sopratutto a livello internazionale».

Steffani Jemison, WLD. Installation view at Madragoa, 22.10.2021_08.01.2022. Ph. Bruno Lopes
Come riuscite a coniugare produzioni ambiziose e sostegno agli artisti più giovani? Cosa significa e cosa comporta questa scelta culturalmente ed economicamente, essendo questi i due valori che accompagnano l’opera d’arte?

«Ho scelto di aprire in un luogo decentrato e dai costi più bassi come Lisbona proprio perché ho sempre desiderato investire in un doppio movimento, verso e fuori dal Portogallo, per la promozione del programma della galleria: ciò che viene prodotto localmente viene promosso all’estero, e localmente viene portato ciò che ritengo speciale. Culturalmente, credo che sia quello che differenzia una galleria dal ruolo di mero importatore di mode o di agente locale. Economicamente, ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto la galleria in questo suo progetto e che si sono interessati al nostro programma: il costante supporto, economico e non, di alcune persone  é il segreto della sopravvivenza del progetto di Madragoa».

Chi sono i vostri collezionisti? Come è cambiato lo scenario del collezionismo negli ultimi anni?

«Ovviamente Madragoa si posiziona in un mercato globale, e i clienti della galleria sono diversi in numero e natura, ma oltre a quelle già citate persone che ben conoscono il nostro programma e ad alcune istituzioni mi piace pensare che chi acquisisce un’opera d’arte degli artisti del nostro programma lo faccia con gli occhi, e non con le orecchie, e grazie anche a quei contenuti che siamo in grado di creare attorno alle opere».

Enzo Cucchi, Untitled. Istalaltion view at Madragoa, 26.01_09.03.2019. Ph. Bruno Lopes
Cosa vi fa scegliere di partecipare a una fiera? Come scegliete cosa proporre? Come possono oggi le fiere stare al passo con le nuove tendenze dell’arte?

«Fino al 2019 il mondo dell’arte si è lamentato delle fiere pur andandoci, nel 2020 ha sostenuto che l’ “online” fosse la nuova via, e nell’ autunno del 2021 ci siamo tutti precipitati a fare nuovamente fiere. Credo che il formato della fiera avrà ancora per molto tempo uno spazio importante nel mondo dell’ arte, in dialogo con nuove maniere di esporla, ma é sempre un errore cercare in esse “alternative” alla fiera, rischiamo altrimenti di dichiararne a torto la morte come da tanto si fa con la pittura.Per una galleria come Madragoa, le fiere sono fondamentali, danno visibilità ad un progetto che si trova a Lisbona, non propriamente al centro del mondo, e permettono di portare più visitatori nello spazio della galleria. È la galleria stessa a “proporsi” durante le fiere, con il suo programma».

Buhlebezwe Siwani. Installation view at Art Basel Galleries Section, 24_26.09.2021. Ph. Sebastiano Pellion di Persano
Come è cresciuta la galleria e come risponde invece la galleria alle nuove tendenze dell’arte contemporanea? Cosa fate per agevolare il piacere di conoscere e comprare l’arte del tempo presente?

«La galleria é cresciuta fisicamente, con l’aggiunta di un nuovo spazio accanto a quello originario, ma anche a livello di programma: siamo partiti con sei artisti e ne rappresentiamo oggi undici. Oltre a questi dati pratici, Lisbona ha dato a Madragoa una visibilità internazionale straordinaria che ci ha permesso di raggiungere un pubblico insperato e questa visibilità, oltre ovviamente alla qualità del lavoro degli artisti con cui lavoriamo, ha permesso di costruire una piccola reputazione per la galleria, di cui sono fiero e che ci ha permesso di accedere a fiere importanti e ad essere guardati da collezioni e istituzioni importanti. L’obiettivo della galleria nei confronti di chi si interessa al progetto è quello di far conoscere il nostro programma attraverso una promozione consapevole e approfondita, cercando di resistere alla superficialità. Non sempre è possibile, ma ci si prova [sorride, ndr]
MADRAzine, una fanzine virtuale iniziata nel 2016 e distribuita digitalmente e visibile sul nostro sito, potrebbe essere vista come una dichiarazione di intenti: concentriamoci sull’arte e non sui suoi infiniti corollari».

Renato Leotta, Amicizia. Installation view at Madragoa, 14.09_04.11.2017. Ph Bruno Lopes

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