Your Own Wall, la nuova app per condividere opere d’arte

di - 30 Luglio 2021

«Your Own Wall è una APP ideata e sviluppata con l’obiettivo di ampliare le modalità di fruizione dell’arte. Con Your Own Wall i luoghi tradizionalmente connotati e dedicati alla conservazione ed esposizione di opere d’arte, si espandono moltiplicando le possibilità di incontro e relazione con le opere. Grazie a Your Own Wall, collezionisti e appassionati in generale, possono accedere a modalità esclusive di fruizione, accogliendo in spazi propri i lavori degli artisti. Accessibilità e fruizione sono le due parole chiave: come è possibile godere di un’opera d’arte e allo stesso tempo contribuire all’ampliamento del suo pubblico potenziale», ha spiegato il team che l’ha realizzata.

Your Own Wall è disponibile sia per sistema IOS (potete scaricarla qui) sia per ANDROID (potete scaricarla qui) e alcune funzionalità di base sono garantite anche con una web app.

Nell’intervista qui sotto Marcella Manni, fondatrice di Metronom, ci ha raccontato come è nata questa app e quali sarà il suo futuro.

© Your Own Wall, 2021

Intervista a Marcella Manni, gallerista di Metronom

Come è nato il progetto Your Own Wall?

«Il progetto Your Own Wall è nato la scorsa estate, esito di una riflessione e un tentativo di ripensamento delle modalità di fruizione dell’arte – contemporanea in particolare – oltre i consolidati e consueti canali che risultavano completamente fermi, tra chiusure e limitazioni. Il progetto, nato come opportunità per il network di METRONOM, ha avuto una accelerazione e uno sviluppo grazie al bando INCREDIBOL! – l’INnovazione CREativa DI BOLogna, 2020. Questo ci ha consentito di procedere allo sviluppo della app mettendo a sistema e allargando a un bacino di fruizione molto più ampio l’idea di base».

A chi si rivolge?

«La app si rivolge a appassionati, curatori, collezionisti… li abbiamo chiamati ‘art lover’ ‘art collector’ e ‘art joker’: a chiunque abbia interesse, a vario titolo, a entrare in relazione diretta con opere e autori. Artisti, ma anche gallerie o spazi indipendenti possono creare un profilo dedicato che prevede la possibilità di costruire dei wall in cui presentare le opere rese disponibili. Obiettivo è quello di attivare delle relazioni ‘personali’ tra autori o intermediari e pubblico. La app è uno strumento, ma il valore della relazione e della possibilità di fruire di un’opera dal vivo rimane centrale rispetto al progetto. Utenti possono ‘seguire’ artisti, creare liste di preferenze, artisti o project space possono creare selection mirate o di opere di diversi autori, per offrire spunti di approfondimento. Può anche diventare strumento per attivare ‘studio visit’ per curatori».

Da chi è costituito il team che lo ha elaborato?

«Il team è un mix di competenze e professionalità, le principali: Marco Falanga IOS developer per Boris in Berlin; Fabio Mammi, Art Director; Guido Giusti consulente legale per Giusti Associati, Modena; Studio Francesco Pozzi&Soci, Modena. Esperienza utente, funzionalità e struttura sono state elaborate, di concerto con lo sviluppatore da me e Martina Cavalli come project manager. Artisti e amici appassionati hanno contribuito con commenti e suggerimenti durante le fasi iniziali di test, preziosissimi».

Come si colloca rispetto all’attività di Metronom?

«METRONOM è una organizzazione con attività piuttosto ampie e diversificate, forse la più riconoscibile per la presenza a fiere e per facilità di definizione, è quella di galleria d’arte, ma in realtà METRONOM è una casa editrice, metronom books; pubblica un magazine online, generazionecritica.it; promuove un progetto di ricerca e presentazione di arte digitale, digital video wall; si occupa di progettazione culturale in collaborazione con soggetti terzi. Queste esperienze, tutte nel contesto della ricerca, dello studio e della promozione della cultura visuale, sono in certo senso confluite nel progetto Your Own Wall, che è un progetto aperto, gratuito e che non entra in competizione con i consolidati canali di vendita o di esposizione sia per gli artisti che per le gallerie o gli spazi espositivi in generale, anzi, vuole essere uno strumento per allargare il proprio network per tutti i soggetti a vario titolo attivi nel settore».

Your Own Wall si evolverà attraverso la partecipazione degli utenti, ma rimane una vostra supervisione. In che cosa consisterà?

«Come amministratore, il team di Your Own Wall monitora e approva le richieste di upgrade di profilo che arrivano da parte degli utenti iscritti, il passaggio infatti a profilo ‘artista’ o ‘galleria’ è su richiesta e viene validato, questo ci consente di monitorare che chi desidera fare questo passaggio abbia le caratteristiche di professionalità di base e che metta a disposizione le opere per speciali ‘amici dell’arte’, come li abbiamo chiamati. Come amministratori e team integriamo con un lavoro curatoriale, specifici focus e selection vengono proposte nella home, analizzando opere e autori iscritti».

In quali aspetti si possono rintracciare la sostenibilità di Your Own Wall e il suo rapporto con il territorio?

«Limitazione agli spostamenti, chiusura, o limitazione di accesso, agli spazi di fruizione tradizionali sono ciò che ha guidato parte del progetto, queste limitazioni sembra faranno parte delle nostre abitudini ancora per diverso tempo… contestualmente il dibattito sulla ‘sostenibilità’ di un sistema dell’arte basato su movimentazioni, di opere e di persone, su scala globale non ha perso di interesse. Your Own Wall incentiva la creazione di micro comunità anche su base locale. Lo studio di un artista, uno spazio espositivo di galleria, possono tornare al centro di un meccanismo di fruizione dell’arte e di incontro con artisti, collezionisti, curatori, pubblico che in generale possiamo definire di prossimità».

Quali potranno essere gli sviluppi futuri di Your Own Wall?

«Ci auguriamo naturalmente una condivisione, un ampliamento di utenza, ma proprio insistere sul discorso della prossimità è una delle linee di sviluppo. Già ora le opere caricate devono avere una indicazione di luogo fisico in cui sono conservate (che non viene reso pubblico), un passaggio che speriamo di poter fare a breve è affinare questa funzionalità dando la possibilità agli utenti, con strumenti di geolocalizzazione, di ‘visualizzare’ opere e autori all’interno di una area, incentivando la conoscenza e la scoperta, in senso reale!». (SC)

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