Un cammello verde segue una foca azzurra che segue un toro rosso che segue un elefante blu e così via… Una fila di animali dai colori brillanti circonda la sala principale della galleria di Alessandra Bonomo. Sono alcune delle nuove sculture in ceramica che compongono la mostra di Franco Dellerba (Rutigliano, Bari 1949) inaugurata a Roma.
“L’idea nasce dalla Teoria dei Colori” –spiega l’artista– “gli animali sono lo strumento, il mezzo di cui mi servo per rappresentare i colori . Li ho fatti a memoria, senza preoccuparmi di essere fedele alle loro forme anatomiche. La cosa importante per me sono questi colori che camminano l’uno dietro l’altro”. Il significato che ha il colore per Dellerba emerge chiaramente anche in un’altra opera esposta: Sampietrini, cubetti di terracotta molto simili alle pietre usate a Roma per la pavimentazione stradale. L’artista li ha fissati alla parete o disposti sul pavimento creando una sorta di mosaico, dopo averli nobilitati cospargendoli con smalto vetroso, prodotto negli anni 60 e oggi introvabile.
Si percepisce chiaramente la vena ironica che accompagna il lavoro: il divertimento e il gioco che sono alla base della creatività dell’artista. Ne sono un esempio l’orso che vuole sempre primeggiare e che invece cade e perde il colore che si scioglie, o le quattro cerbiatte bianche intimorite davanti al focoso cervo nero: un incontro pericoloso?
Una poetica che sconfina nella favola, nella narrazione, nella meraviglia. Il suo lavoro è legato ad una idea di viaggio senza spostarsi dallo studio, in luoghi sconosciuti ricreati dalla sua curiosità e dalla fantasia: Il viaggio siamo noi, gli scrive infatti l’amico regista Carlo Bruni.
Dellerba -che insegna progettazione pittorica all’Istituto d’Arte di Bari- ama parlare del suo studio-laboratorio, un ex garage nella periferia barese. E’ li che dipinge e crea i lavori in legno, in ferro e in ceramica. Sebbene questi suoi ultimi lavori siano tutti in ceramica, l’artista tiene a precisare che non è un ceramista, che questo è per lui solo uno dei materiali con cui ama esprimersi. E precisa di non sentirsi affatto condizionato dal processo tecnologico e chimico che generalmente ossessiona chi lavora questa delicata materia: il suo segreto sta tutto nella sua manualità.
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