Possibile che l’arte “impegnata”, come è quella partecipativa e “pubblica”, possa convivere con una App per smartphone? Ci prova Costantino Ciervo, artista italiano di casa a Berlino da parecchio, e che da sempre lavora con un’attenzione speciale rivolta alla società contemporanea.
Stavolta, quel che è stato creato, porta il nome di
Sendprotest: un progetto – partecipativo, appunto – e globale, accessibile a chiunque abbia uno smartphone Android: «Il mio scopo è quello di creare una banca dati permanente fatta di immagini e video che documenti le ingiustizie e lo sfruttamento relazionate al territorio e di mostrarla al pubblico della rete e al mondo dell’arte visiva», ci spiega Ciervo, che attraverso sette brevi passaggi darà a tutti la chiave di essere non solo impegnati ma anche “artisti”.
Foto o video di quello che vedi nel luogo dove ti trovi e che ritieni nocivo al bene pubblico, si possono inviare insieme alle coordinate geografiche del luogo (in modo automatico) e a un breve commento facoltativo, in quello che diverrà un archivio online che tutti potranno consultare in modo interattivo in internet o vedere proiettato su grandi schermi in occasioni di eventi d’arte aperti al pubblico.
Un progetto di democrazia diretta – lontano da facebook e twitter – dove le immagini inviate all’archivio non potranno essere elaborate in precedenza con photoshop, e i dati potranno restare anonimi, senza alcuna pubblicità commerciale. Ma come? Con Google di mezzo? Semplice riposta: «Dal punto di vista della programmazione dell’app è essenziale l’uso del GPS (che con Google funziona sempre) per verificare dove è stata fatta la foto o il video di protesta. La tecnologia del capitalismo non va boicottata ma occupata»!