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Dentro la “materia sonica”, per una notte. Il Castello di Brescia si fa live in occasione di expoZOOne. Ci racconta il progetto Rossella Moratto

di - 22 Luglio 2016
Continuiamo il nostro viaggio attraverso le serate di “expoZOOne”, la rassegna espositiva dedicata alle contaminazioni tra arti visive, musica e performance. Abbiamo parlato con Rossella Moratto, curatrice – insieme al Gallerista Dario Bonetta al visual-sound artist Fabio Volpi – del progetto “Materia Sonica”, che prenderà corpo stasera, al Castello di Brescia.
Materia Sonica è un doppio progetto espositivo nato con la volontà di mettere in relazione due diversi ambiti del fare artistico, quello visivo e quello musicale, e sondare gli esiti scaturiti da tale rapporto. Cosa accadrà in questa seconda edizione?
«”Materia Sonica” nasce da un’idea di Fabio Volpi (aka Dies_) che da anni lavora su questo tema e desiderava avviare un confronto tra percorsi artistici differenti ma paralleli. Ha coinvolto me e Dario Bonetta nella costruzione di un progetto per indagare la zona liminale tra dimensione visiva e sonora nei suoi esiti visivi, oggettuali, musicali e performativi. L’anno scorso abbiamo dato vita concretamente a MS, con una collettiva alla galleria A+B di Brescia e una serata performativa all’interno nell’area “expoZOOne” di Musical Zoo. Questa seconda edizione dal titolo “Point of Noise” riprende la doppia anima di MS, quella espositiva focalizzata sulle ricadute visive e oggettuali del suono e quella performativa, e sarà incentrata musicalmente su sperimentazioni intorno al sound noise mentre in galleria presentiamo un’installazione sonora di Massimilano Viel».
L’obiettivo (ambizioso) è quello di dare forma visiva e tangibile ad una realtà, il suono, che visibile non nasce. Nel concreto come lo farete?
«Fino al 31 luglio, da A+B è esposta Andromeda di Massimiliano Viel: sette scatole musicali ognuna delle quali emettendo un segnale elettronico (foto sopra), dà voce a una stella dell’omonima costellazione, esprimendone in modo complesso alcuni dati distintivi come la luminosità, il colore e la posizione sulla sfera celeste. È un frammento dell’universo tradotto sonoramente. Viel, tra i compositori più importanti del panorama italiano, si occupa da qualche tempo anche di sperimentazioni sonoro-visive. Ci sembra interessante proporre una dinamica di scambio tra musica e arte visiva, con artisti che suonano e musicisti che lavorano sugli oggetti, portando avanti ricerche tangenti. In quest’ottica si colloca anche la ricerca di Untiled Noise (Luca Scarabelli e Michele Lombardelli). Questi ultimi e Viel sono anche protagonisti del live alla expoZOOne al Castello bresciano, insieme a Noumeno e Menthos. Sul palco si altereranno suoni e distorsioni, un tappeto sonoro frammentato che scorrerà insieme ai visual, quest’anno generati in tempo reale da Dies_ (Fabio Volpi) che darà così unità visiva a percorsi sonori diversi ma convergenti».
Il panorama artistico contemporaneo degli ultimi anni è sempre più improntato all’ibridazione tra generi artistici e alla fluidità dei confini tra questi ultimi. Qual è l’apporto di Materia Sonica?
«MS parte dal concetto di scultura sonora e di opera cimatica per arrivare a esiti ambigui, dalla doppia natura di opere d’arte e potenziali strumenti musicali, per quanto atipici, fino a proposte in cui l’emissione sonora è soltanto allusa o perfino negata. Anche con le performance si collocano in questa linea di ambiguità. MS si inserisce in una sensibilità verso l’ibridazione sonora e visiva condivisa in questi anni, come abbiamo visto, in mostre quali “Art of Sound” curata da Germano Celant nel 2014 o anche dalle ultime Biennali, cercando però di dare attenzione anche alle esperienze indipendenti e più sperimentali». (BM)

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