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Frieze NY Art Week/1. Prato verde e bandiere al vento. A Randall’s Island è tutto pronto

di - 2 Maggio 2018
Salgono le temperature a New York e splende il verde del prato di Randall’s Island, i ferry che scivolano sull’Hudson sono quanto mai affollati. Una grande bandiera inneggiante al Black Power garrisce al vento. Cosa significa tutto questo? Frieze ha aperto la sua settima edizione che, come al solito, si preannuncia ricchissima di cose, da vedere e ascoltare con molta attenzione. 190 le gallerie, le più influenti al mondo, circa 1000 gli artisti coinvolti e 23mila metri quadrati di spazio espositivo, ricavato nella ormai iconica struttura a capanna.
I nomi ci sono tutti: Sprüth Magers, con Cindy Sherman e Thea Djordjadze, Lisson Gallery, con Richard Long e Jorinde Voigt, Richard Saltoun, che presenta un bell’approfondimento sulla Poesia Visiva, con Sylvester Houédard ed Henri Chopin, Hauser & Wirth, che porta molta scultura, con Fausto Melotti, Franz West e Louise Bourgeois, Perrotin, con Paola Pivi e Xavier Veilhan, Lelong & Co., con Alfredo Jaar e Nalini Malani, Lehmann Maupin, con Catherine Opie e Tracey Emin, David Zwirner, con Yayoi Kusama e Jan Schoonhoven. Buona la presenza delle italiane, con Massimo De Carlo, Raffaella Cortese, Cardi, Frutta, Lorcan O’Neill, P420.
Ma la curiosità è anche per l’impostazione di Loring Randolph, la nuova direttrice artistica di Frieze Americas che, esperta conoscitrice della scena newyorkese, è stata chiamata a rivitalizzare l’immagine della fiera, considerata ancora una sorella minore rispetto all’edizione londinese e costantemente sotto l’assedio delle altre imponenti manifestazioni made in NY, come l’Armory Show. I mezzi per proporre uno spettacolo memorabile ci sono tutti e non manca certo l’intraprendenza, come ampiamente dimostrato anche dall’annuncio di una nuova sede a Los Angeles.
Dopo il focus sull’arte radicale femminista, in occasione di Frieze London, anche oltreoceano si prosegue sul tema politico e sociale, con Assembly, sezione curata da Adrienne Edwards e dedicata a performance live ispirate ai movimenti di protesta, di artisti come Renée Green, Alfredo Jaar, Dave McKenzie, Raúl de Nieves ed Erik Zajaceskowski, Lara Schnitger, Hank Willis Thomas e Adam Pendleton, autore di Black Dada Flag (Black Lives Matter), la grande bandiera nera che sventolerà su Randall’s Island per sei mesi, fino al primo novembre. «Spero che questi progetti ci aiutino a immaginare ciò che oggi è possibile realizzare, attraverso la poetica della protesta», ha commentato Edwards, già curatrice del Whitney.
D’altra parte, nel panorama delle fiere, Frieze NY ha sempre mostrato una certa attenzione alla contemporaneità più avanzata, «Frieze sostiene le gallerie che presentano opere sperimentali, oltre i confini dei loro stand», ha tenuto a specificare Randolph.
Ci sarà occasione per un densissimo programma di talk, con un format di dialogo tra scrittori e artisti, mentre è stata allestita anche una reading room dove poter consultare un’ampia scelta di pubblicazioni d’arte, oppure semplicemente riposarsi. Perché, per questa edizione, Randolph invita a prendersi il giusto tempo per osservare anche quelle opere che, a prima vista, sembrano essere più semplici: «Consiglio a tutti di guardare con molta attenzione anche quelle cose che credete di aver capito al primo sguardo».

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