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Milano Design Week/11. Cosa si costruiva nel ’68? Oggetti e progetti a Palazzo del Cinema

di - 21 Aprile 2018
Il ’68 sono gli anni delle contestazioni, delle rivolte, delle occasioni mancate e degli errori. Un periodo che ha condizionato fortemente la società e la percezione del mondo che, da quel momento, non sarebbe stato più lo stesso. Speranza e grida di libertà riempivano le strade e giustificavano quello che sarà sempre ricordato come un momento di rottura, una frattura con tutto ciò che rappresentava “costrizione”. La mostra “68-Oggetti e progetti per il nuovo mondo”, curata da Francesca Molteni, celebra le creazioni di quegli anni, presentando al pubblico oltre 50 icone del design entrate a far parte della storia.
Allestita da Franco Raggi nei piani dell’Anteo Palazzo del Cinema, l’esposizione offre al pubblico la possibilità di toccare con mano oggetti ancora oggi in produzione, come la poltrona UP5_6, di Gaetano Pesce, la Tube Chair, disegnata da Joe Colombo, la sedia “di poco sedile” Gabriela, di Gio Ponti, la celebre seduta Sacco, prodotta da Zanotta. Il percorso orienta il visitatore attraverso le opere e il pensiero dei progettisti, passando dalle lampade di Achille Castiglioni ed Elio Martinelli al portaombrelli di Gino Colombini, dalla cucina dello Studio Vuesse alla macchina da scrivere di Ettore Sottsass. Progetti che si identificano in un movimento, comunicando tutt’ora i modi d’abitare, gli stili di vita e lo spirito di quel tempo.
La mostra è accompagnata da una serie di interviste video che danno la possibilità al visitatore di ascoltare il punto di vista e il racconto di professionisti come Clino Trini Castelli, Germano Celant, Paolo Deganello, Salvatore Gregorietti, Alessandro Guerriero, Corrado Levi, Nanni Strada, Oliviero Toscani e Lea Vergine. Testimonianze trasversali, che documentano le diverse anime del movimento, facendone emergere le contraddizioni e i retroscena. A distanza di 50 anni e fino al 16 giugno, IDD-Innovation Design District rende omaggio alla creatività e ai cambiamenti sociali che hanno influenzato non poco il modo di immaginare e progettare il futuro, in un epoca in cui sperimentazione e ricerca riflettevano nuove modalità di vivere, d’abitare, d’essere. (Tiziano Manna)

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