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Nessun futuro per un critico d’arte famosissimo e ottantenne. E così Renato Barilli apre il suo blog, con una promessa |

di - 2 Marzo 2015
Se tutti i grandi vecchi avessero l’entusiasmo con cui si calano nelle parti dei giovani, forse gli stessi giovani avrebbero qualche stimolo in più per evitare di comportarsi come i vecchi prima del tempo. La lezione oggi viene da Renato Barilli, ottant’anni, che di certo non ha bisogno di presentazioni, ma che si tuffa sul web in veste di blogger. Eh si, avete capito bene, il professore del DAMS e autore di Scienza della cultura e fenomenologia degli stili (1982), L’arte contemporanea (1984), L’alba del contemporaneo (1995), Maniera moderna e Manierismo (2004), Prima e dopo il 2000. La ricerca artistica 1970-2005 (2006), Storia dell’arte contemporanea in Italia. Da Canova alle ultime tendenze (2007) e Arte e cultura matariale in Occidente (2011), solo per citare alcuni libri, si butta nell’universo online per raccontare e lo fa anche mettendo in piazza la sua storia: «Ormai arrivato a ottant’anni di età, mi trovo nella situazione di chi, per dirla con facile battuta, ha un grande avvenire alle spalle, ma un fosco presente. Dopo decenni di collaborazione a quotidiani e settimanali nazionali di grande prestigio, ora il carniere è vuoto, me ne sono andato da loro non trovandovi più le condizioni per sopravvivere, oppure ne sono stato “rottamato” per motivi talora incomprensibili. Sono del tutto scoperto sul fronte che pure è il più rispondente alle mie qualifiche professionali, della critica d’arte. Che fare, allora? Non resta che mettersi in privato, riversare in un blog una mia bottiglia periodica affidandola al grande oceano informatico, chissà mai che qualcuno non la raccolga? E dunque, prometto che ogni lunedì, a partire da oggi, farò apparire in questo luogo tre articoletti, su temi civili, critica letteraria e infine una recensione o altri temi relativi alle arti visive. E dunque, buona lettura, miei pochi  ma di sicuro esperti lettori». Una spiegazione a dir poco eloquente, che tradisce la voglia continua di mettersi in gioco. In bocca al lupo Professor Barilli! www.renatobarilli.it/blog

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