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Fino al 3.IX.2017 | Omar Galliani, Bruno Walpoth | Museo di Arte Contemporanea di Cavalese

di - 31 Agosto 2017
Il Museo di Arte Contemporanea di Cavalese mette a confronto le opere di Omar Galliani e Bruno Walpoth con una mostra che apre un dibattito predisposto ad andare ben oltre il paragone. Più che di un parallelo, si può parlare infatti di un accostamento pronto a instaurare una vera e propria alleanza, capace a sua volta di innestare nello sguardo dello spettatore l’intento di un’esplorazione personale. Così facendo l’occhio diventa uno strumento in potenza, capace di immergersi nelle venature del segno – sia esso frutto di un tratto marcato dalla grafite o di un gesto scolpito nel legno – per andare alla scoperta dell’energia che coinvolge la figura. Disegni, sculture e installazioni si trovano inclusi in una congiunzione che dischiude ogni discorso sulla tecnica per consentire l’accesso al flusso della presenza.

Nelle opere dei due artisti c’è modo di scoprire gli aspetti più intimi dell’esistenza, della quale il segno ne è l’indicatore. Da ogni traccia emergono rivelazioni: i lavori di entrambi cercano la bellezza studiandone meticolosamente le mosse, meditando e intervenendo sui percorsi che ne delimitano i confini. I disegni di Omar Galliani appartengono a una cultura mediterranea, coinvolgono l’uomo, la natura, immagini mitologiche, simboli e forme alchemiche nelle quali si ritrovano elementi spirituali (riconducibili anche a periodi della storia dell’arte o alle culture orientali) oppure vi si trovano anatomie contemporanee e profili variabili che, tramite la grafite, diventano mistici e anacronistici. L’artista colloca le rappresentazioni dentro un tempo sospeso, quasi immateriale, ma la rende sempre palpabile e fruibile dentro le sue stesse complessità.

Installation view
Le sculture di Bruno Walpoth sono ferme e presenti. I dettagli celati negli occhi di ciascuna figura attirano l’attenzione come per voler suggerire la via di accesso che permette di passare nel mezzo di un silenzio introspettivo. La fermezza delle forme scolpite nella materia segna il tracciato di un battito pulsante che ci conduce d’istinto dentro il riflesso di un sentimento, di un’emozione che poi si allarga all’esistenza stessa. La delicatezza di ciascuna immagine non fa altro che presentarci un luogo aperto alla bellezza, dove possiamo sostare di fronte a noi stessi e alla nostra proiezione.

Le ricerche dei due artisti si coniugano dunque per offrire l’opportunità di guardare dentro i più disparati aspetti dell’immagine, in una morfologia riflessa. Dimentichiamoci i crocevia, quei paragoni fine a se stessi. In quanto spettatori non ci serve più sapere qual è il punto preciso di connessione in ciò che stiamo vedendo, non dovremo più curarci di comprenderne le analogie (che ci sono, ma ci sono sempre in tutto), perché non c’è da fare altro che aprirsi agli infiniti spazi della figura, oltre i confini di una pelle – quella tracciata dai segni – che traspira il mondo e le sue immagini.

Cinzia Pistoia

mostra visitata il 16 luglio

dal 17 luglio al 3 settembre

Omar Galliani, Bruno Walpoth. Suggestioni tra arte Mediterranea e arte Nordica

Museo di Arte Contemporanea di Cavalese

P.tta Rizzoli, 1 – Palazzo Rizzoli, Cavalese, TN

Tel. 0462 235416

info@artecavalese.it

www.artecavalese.it

Attratta dalla cultura visuale a 360 gradi, ha conseguito la laurea in arti visive presso l’Accademia di belle arti di Brera e, dopo, la specializzazione in Visual Cultures e pratiche curatoriali. Ha seguito numerosi progetti nell’ambito di ricerche interculturali e interdisciplinari e si interessa di tutto ciò che è underground. Attualmente collabora come autore per Rai Ladinia e scrive per magazine online e cartacei.

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