“I giovani e la città che si trasforma”, oltre ad essere il tema della mostra, appena inaugurata, è stato anche il tema di un concorso, bandito dal Comune di Roma – USPEL con la collaborazione, tra gli altri, dell’Università Roma Tre , il cui scopo è stato quello di avviare una diffusa attività di recupero del territorio urbano attraverso lo sviluppo di progetti di micro-riqualificazione. Per un miglioramento diffuso quindi della qualità della vita nella città secondo criteri di sostenibilità, operato attraverso il coinvolgimento, in questo caso, delle giovani generazioni che divengono parte attiva del processo di trasformazione. Aver cura di un luogo “denso di storia, di segni, di valori da trasmettere, arricchiti alle generazioni future” (Magnaghi A., “Il progetto locale”, Torino, 2000) vuol dire quindi, da parte di chi lo abita, recuperare e talvolta riscoprirne il senso di appartenenza, rivalutandone il valore, sviluppandone le potenzialità e, di conseguenza, averne cura. E questo è uno degli aspetti importanti dell’esperienza che alcuni dei ragazzi delle scuole medie di Roma hanno fatto in questo concorso, imparare a sentirsi coinvolti in prima persona nella cura dei luoghi. Capendo inoltre la maglia di relazioni in cui si inserisce un intervento, costituita dal “mondo” intorno, la città, e all’interno, il luogo del progetto (Alexander C., “A Pattern Language”, Oxford University Press, 1977). La conoscenza quindi dei luoghi e della storia accresce il senso di identificazione e di provenienza, facendo sentire le radici, facendo quindi apprezzare la ricchezza delle differenze, mentre il modello di sviluppo attuale omologante distrugge questo senso di identità.
Nella mostra, oltre ai pannelli di tutti i progetti che hanno concorso, sono esposti il catalogo finale con la descrizione sintetica di tutti i lavori e il “<a href=http://rmac.arch.uniroma3.it/ricerca/urr3_it/1_stati/1realiz/3_man/man00.html target=http://rmac.arch.uniroma3.it/ricerca/urr3_it/1_stati/1realiz/3_man/man00.html
>Manuale di autoprogettazione” che gli studenti hanno avuto come strumento di appoggio, insieme al pacchetto di <a href=http://rmac.arch.uniroma3.it/Master/casistud/Scuo_conc/Scu_con.htm target=http://rmac.arch.uniroma3.it/Master/casistud/Scuo_conc/Scu_con.htm
>Planning for Real, nella loro esperienza di piccoli progettisti.
Tra i 41 progetti partecipanti ne sono stati selezionati cinque, in base a criteri quali la sostenibilità ambientale e urbana, la fattibilità finanziaria e gli aspetti partecipativi e di comunicazione con cui i progetti sono stati elaborati, nonché le qualità tecnico-architettoniche. I primi cinque lavori oltreché premiati verranno anche realizzati dal Comune e questo sarà certamente il premio più prezioso per i ragazzi e non solo per loro. Infatti rappresenterà un esempio tangibile di “Best practices”, o casi esemplari, di riqualificazione di spazi avvenuta nella realtà urbana romana secondo pratiche sostenibili.
All’inaugurazione hanno partecipato anche rappresentanti dell’Agenzia per il Giubileo e del Ministero dell’Ambiente, sottolineando l’importanza di produrre una città a misura di bambini, mentre alcuni dei ragazzi delle scuole premiate hanno raccontato alcune loro impressioni sull’esperienza fatta.
L’assessorato alla Partecipazione e l’USPEL si sono ripromessi di ripetere l’iniziativa anche il prossimo anno.
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Questo il primo commento fatto via wap davanti all'entrata della mostra. Bella la mostra e bella la giornata. Pessima la tastiera.
bene bene, vedo che parlate spesso di Sostenibilità, qui in Architettura ... perchè siete gli unici?