La pandemia ha cambiato le nostre abitudini sotto diversi aspetti, ma hanno influito soprattutto sul modo in cui percepiamo il mondo al di fuori di noi. Più esplicitamente, ha spostato la comunicazione con le persone, l’interazione con l’ambiente e la percezione delle nostre esperienze attraverso un’unica superficie: lo schermo digitale. Offrendo una nuova versione della convivenza, gli schermi non solo hanno reso possibile il superamento di questo periodo difficile, ma sono anche diventati parti indissociabili della vita come “interfacce” mobili. Il progetto “enter-face” mira a rivelare l’influenza drammatica di questi schermi, quindi presenta un’atmosfera spaziale che unisce le persone attraverso una visione\immagine comune isolandole fisicamente. Propone due scatole scure con fori distanti in cui le persone possono entrare nella parte superiore del corpo e rimanere distaccate l’una dall’altra. All’interno delle scatole, è posizionata una superficie trasparente strutturata attraverso la quale i visitatori lontani, che ora sono diventati un gruppo di spettatori, osservano la vita fuori dagli schemi come se stessero insieme a un’immagine in movimento senza fine su uno schermo.