Esposto nelle grandi sale della GAM â Galleria di Arte Moderna di Torino, in occasione della mostra âUna collezione senza confini Arte internazionale dal 1990â, visitabile fino al 2 ottobre 2022, il corpus di 56 opere realizzate da 33 artisti internazionali esprime la visione a lungo termine che ha connotato â e connota tuttâora â la strategia culturale della cittĂ . Non solo per merito delle istituzioni pubbliche, che condividono questo indirizzo a livello statutario, ma anche per le scelte puntuali di istituti privati, fondazioni, musei e gallerie.
Mentre tutte queste realtĂ si andavano riunendo attorno alla Torino Art Week, la Fondazione per lâarte moderna e contemporanea CRT individuava, attraverso acquisizioni mirate, le opere che avrebbero incrementato la collezione storica di Otto e Novecento della GAM. Dietro a queste scelte orientate allâinvestimento sicuro per lâente bancario, è evidente lâattenzione alle dinamiche del mercato dellâarte ma anche lâinteresse ai grandi eventi artistici internazionali, sia per riscoprire i Maestri del volgere del secolo scorso, che per rivelare nuovi talenti.
Testimonianza di una visione a tutto tondo è, poi, la consapevolezza del ruolo del museo nella sistematizzazione e storicizzazione degli artisti e delle Correnti. La mostra âUna collezione senza confiniâ completa il suo parterre con ulteriori opere datate dal 1990 a oggi, frutto dei generosi doni degli artisti e delle Associazione Artissima. Ne deriva un percorso che si snoda attraverso tappe serratissime tra 33 grandi nomi, da Marina Abramovic a Tony Cragg, da Anselm Kiefer a Georg Baselitz, da William Kentridge a Christian Boltanski. Se una parte consistente della storica collezione della GAM è rivolta alla scena nazionale, con alcune aperture ai maestri internazionali, a rappresentare i momenti di svolta dellâarte contemporanea, gli artisti in mostra sono di provenienza assai diversa, cosĂŹ come diversificati e multiformi sono i linguaggi rappresentati, dallâinstallazione alla pittura, dalla fotografia alla scultura.
Questi artisti sono tutti passati per Torino o per gli appuntamenti immancabili che âfannoâ lâarte contemporanea, come Documenta, le Triennali e le Biennali dâArte, testimonianza di unâunitĂ di fondo della scena artistica, che va ben oltre i confini geografici, sebbene conservi la sua tensione occidentalocentrica, con poche eccezioni, tra le quali unâinstallazione di notevole impatto sensoriale dellâartista cinese Chen Zhen, cui fu dedicata una mostra proprio alla GAM nel 2000. âUna collezione senza confiniâ rivela, dunque, il patrimonio materiale ÂŤSommerso nei depositiÂť, come ha scritto Riccardo Passoni, direttore del Museo e curatore della mostra, oltre a esplicitare la proliferazione di idee derivata dalla circuitazione di opere e artisti.
Il direttore Passoni non dimentica di proporre alcune coordinate per comprendere il percorso espositivo: la narrazione conclusa o in sospensione (Marina Abramovic, Hannah Starkey); la tradizione e la cura (Chen Zhen); gli affioramenti del rimosso (William Kentridge, Tracey Moffatt); il dramma della storia e delle sue cicatrici, in una dimensione ideologica (Alfredo Jaar); la dimensione favolistica o leggendaria (Mark Dion, Matt Collishaw), lo sguardo sullâinammissibile, la dura necessitĂ del ricordo (Christian Boltanski); il recupero di certi spazi mentali, di alienazione (Ilya e Emlia Kabakov), lâ incursioni sul paranormale (Marcos Lutyens, Laurent Grasso). Temi ampi che, tuttavia, si coagulano nello spazio fisico riservato alla densa antologica, lasciando aperti gli interrogativi non tanto sulla proiezione dellâarte nel futuro, ma anche sul passato prossimo, affidando alla potenza espressiva di alcuni capolavori una suggestiva soluzione autonoma.
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