09 dicembre 2021

Alla GAM di Torino, una collezione senza confini, con 56 opere (quasi) mai viste

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La GAM di Torino rinfresca la sua collezione con una mostra di 56 capolavori dell'arte contemporanea internazionale, a dimostrazione di un sistema che funziona, a partire dal territorio

Ilya e Emlia Kabakov, exhibition view “Una collezione senza confini. Arte internazionale dal 1990”, 2021, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Courtesy GAM

Esposto nelle grandi sale della GAM – Galleria di Arte Moderna di Torino, in occasione della mostra “Una collezione senza confini Arte internazionale dal 1990”, visitabile fino al 2 ottobre 2022, il corpus di 56 opere realizzate da 33 artisti internazionali esprime la visione a lungo termine che ha connotato – e connota tutt’ora – la strategia culturale della città. Non solo per merito delle istituzioni pubbliche, che condividono questo indirizzo a livello statutario, ma anche per le scelte puntuali di istituti privati, fondazioni, musei e gallerie.

Mentre tutte queste realtà si andavano riunendo attorno alla Torino Art Week, la Fondazione per l’arte moderna e contemporanea CRT individuava, attraverso acquisizioni mirate, le opere che avrebbero incrementato la collezione storica di Otto e Novecento della GAM. Dietro a queste scelte orientate all’investimento sicuro per l’ente bancario, è evidente l’attenzione alle dinamiche del mercato dell’arte ma anche l’interesse ai grandi eventi artistici internazionali, sia per riscoprire i Maestri del volgere del secolo scorso, che per rivelare nuovi talenti.

Kcho, exhibition view “Una collezione senza confini. Arte internazionale dal 1990”, 2021, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Courtesy GAM

Testimonianza di una visione a tutto tondo è, poi, la consapevolezza del ruolo del museo nella sistematizzazione e storicizzazione degli artisti e delle Correnti. La mostra “Una collezione senza confini” completa il suo parterre con ulteriori opere datate dal 1990 a oggi, frutto dei generosi doni degli artisti e delle Associazione Artissima. Ne deriva un percorso che si snoda attraverso tappe serratissime tra 33 grandi nomi, da Marina Abramovic a Tony Cragg, da Anselm Kiefer a Georg Baselitz, da William Kentridge a Christian Boltanski. Se una parte consistente della storica collezione della GAM è rivolta alla scena nazionale, con alcune aperture ai maestri internazionali, a rappresentare i momenti di svolta dell’arte contemporanea, gli artisti in mostra sono di provenienza assai diversa, così come diversificati e multiformi sono i linguaggi rappresentati, dall’installazione alla pittura, dalla fotografia alla scultura.

Exhibition view, “Una collezione senza confini. Arte internazionale dal 1990”, 2021, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Foto: Gonella. Courtesy GAM

Questi artisti sono tutti passati per Torino o per gli appuntamenti immancabili che “fanno” l’arte contemporanea, come Documenta, le Triennali e le Biennali d’Arte, testimonianza di un’unità di fondo della scena artistica, che va ben oltre i confini geografici, sebbene conservi la sua tensione occidentalocentrica, con poche eccezioni, tra le quali un’installazione di notevole impatto sensoriale dell’artista cinese Chen Zhen, cui fu dedicata una mostra proprio alla GAM nel 2000. “Una collezione senza confini” rivela, dunque, il patrimonio materiale «Sommerso nei depositi», come ha scritto Riccardo Passoni, direttore del Museo e curatore della mostra, oltre a esplicitare la proliferazione di idee derivata dalla circuitazione di opere e artisti.

Exhibition view, “Una collezione senza confini. Arte internazionale dal 1990”, 2021, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Foto: Gonella. Courtesy GAM

Il direttore Passoni non dimentica di proporre alcune coordinate per comprendere il percorso espositivo: la narrazione conclusa o in sospensione (Marina Abramovic, Hannah Starkey); la tradizione e la cura (Chen Zhen); gli affioramenti del rimosso (William Kentridge, Tracey Moffatt); il dramma della storia e delle sue cicatrici, in una dimensione ideologica (Alfredo Jaar); la dimensione favolistica o leggendaria (Mark Dion, Matt Collishaw), lo sguardo sull’inammissibile, la dura necessità del ricordo (Christian Boltanski); il recupero di certi spazi mentali, di alienazione (Ilya e Emlia Kabakov), l’ incursioni sul paranormale (Marcos Lutyens, Laurent Grasso). Temi ampi che, tuttavia, si coagulano nello spazio fisico riservato alla densa antologica, lasciando aperti gli interrogativi non tanto sulla proiezione dell’arte nel futuro, ma anche sul passato prossimo, affidando alla potenza espressiva di alcuni capolavori una suggestiva soluzione autonoma.

Exhibition view, “Una collezione senza confini. Arte internazionale dal 1990”, 2021, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Foto: Gonella. Courtesy GAM

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