Nuova vita per Palazzo delle Papesse: lo storico edificio di Siena si riapre all’arte contemporanea e, con la guida di Opera Laboratori, ospita, fino al 16 marzo, la più ampia mostra dedicata in Italia all’artista argentino Julio Le Parc, tra i grandi maestri della scultura del secondo Novecento, precursore dell’Arte Cinetica e della Op Art. Intitolata The discovery of perception e prodotta da Opera Laboratori con il supporto di Galleria Continua, l’esposizione è curata da Marcella Beccaria in collaborazione con lo stesso Le Parc e con il Direttore artistico del suo studio, Yamil Le Parc.
Il percorso espositivo è scandito da oltre 80 opere realizzate in oltre 60 anni di attività, dagli esordi, tra Parigi e Buenos Aires in Argentina, fino a lavori recenti e nuovi. Un fitto dialogo tra i colori, le luci e i movimenti dell’arte contemporanea e gli antichi affreschi dei soffitti del Palazzo monumentale.
La storia dell’edificio è lunga e articolata. Costruito nel 1460 per volontà della sorella di papa Pio II, Caterina Piccolomini – da cui il nome di Palazzo delle Papesse – nel corso dei secoli è stato residenza nobiliare ma anche luogo delle sei osservazioni della Luna di Galileo Galilei, effettuate dalla loggia, nell’agosto del 1633. Estinta la famiglia Piccolomini, il Palazzo fu sede di uffici del neonato Stato italiano e, quindi, della Banca d’Italia. Nel 1998 il Palazzo riaprì al pubblico come Centro d’Arte Contemporanea, ospitando mostre di artisti come Jim Dine, Paolo Canevari, Studio Azzurro, Christian Boltanski e Carlos Garaicoa. Dal 2008, fu ceduto dalla Banca d’Italia alla società Dalì Universe, del mercante d’arte e collezionista Beniamino Levi.
La controversa esperienza di Dalì Universe è terminata nel maggio 2023 e, quindi, a seguito dell’accordo siglato tra Banca d’Italia e Opera Laboratori, Palazzo delle Papesse ha potuto nuovamente riaprire, con una grande esposizione, che «Prende vita attraverso un ambizioso progetto che si pone l’obiettivo di riposizionare l’iconico edificio al centro delle istituzioni culturali italiane», spiegano da Opera Laboratori. Presieduta da Giuseppe Costa, la società è impegnata nel settore dei Beni Culturali, ha sede a Firenze e gestisce 89 siti museali. Tra i progetti più recenti, i lavori di restauro del Fonte battesimale del Duomo di Siena, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure.
«Con questa prima mostra vogliamo tracciare un percorso di rinascita culturale che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio del XV secolo che per tanti anni è stato un importante centro di arte contemporanea», ha dichiarato Costa, presidente e amministratore delegato di Opera Laboratori.
Ad arricchire la visita allo storico edificio, al piano terra, ci saranno una libreria con merchandising e prodotti dedicati e un bistrot accessibili, così come tutte le altre sale, anche per chi ha difficoltà motorie.
E così, le antiche sale di Palazzo delle Papesse, insieme al cortile, il caveau, la terrazza e l’altana sui tetti di Siena, diventano la sede d’eccezione per ospitare il lavoro di Le Parc e la sua incessante attitudine alla sperimentazione che, nelle parole dell’artista, significa «Ricerche, scoperte, rischi, contraddizioni, incontri, ritrovamenti, attesa, sorpresa, retrocessioni, avanzamenti, prospettiva».
Julio Le Parc esplora sin dagli esordi la luce e il movimento. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ‘60, a Parigi, creava opere utilizzando luci elettriche, prismi e plexiglas, cercando di superare l’idea di un’arte fissa e stabile. Tra le sue creazioni iconiche, Continuel lumière mobile (1963-2013), Continuel lumière boite n. 3 (1959-1965) e Continuel lumière avec quatre formes en contorsion (1966-2012), tutte espressioni della sua indagine sul rapporto tra luce e movimento, capaci di generare esperienze immersive e stimolare reazioni diverse nello spettatore.
La ricerca cromatica di Julio Le Parc si articola in uno spettro di 14 colori, impiegati con vivacità geometrica nei suoi dipinti, come fossero frammenti di arcobaleno in movimento. Opere come Ondes 139 série 47 n. 8 (1974) e Ondes Alternées à partir d’un thème de 1972 (1972-2018) si diffondono negli spazi del Palazzo delle Papesse con variazioni cromatiche dinamiche, in cui i colori sembrano oltrepassare la tela. La curatrice Marcella Beccaria descrive l’esperienza visiva come un «Accesso a un universo gioioso», dove l’osservatore è invitato a giocare con la percezione e la distanza, come accade con i cerchi concentrici di Série 14 – 14 Permuté (1970-2020) o i cerchi tremolanti di Série 15 n. 8 (1971-2012).
Accanto ai dipinti, una selezione di sculture della serie Ensemble volume-couleur (1971-1975) presenta composizioni in legno su aste metalliche, evocando modelli architettonici in miniatura, prefigurazioni di opere pubbliche monumentali che caratterizzeranno la produzione di Le Parc negli anni Ottanta. La mostra include anche la serie recente Alchimie, grandi tele che testimoniano la continua evoluzione dell’artista e la sua inesauribile ricerca di nuove possibilità espressive.
«Se questa mostra di Le Parc al Palazzo delle Papesse è la più grande mai realizzata dall’artista in Italia – conclude la curatrice – va anche ricordato che un importante precedente è dato dalla sua partecipazione alla XXXIII Biennale d’Arte di Venezia del 1966. Le Parc è chiamato a rappresentare l’Argentina e la sua presentazione, che include un nutrito numero di opere, riscuote un grande successo di pubblico. Fotografie del periodo ritraggono visitatori e visitatrici che interagiscono con le opere e per esempio salgono su sculture dotate di molle, o indossano ampi occhiali che al posto delle lenti hanno sequenze di lamelle orizzontali».
Nel 2025, in occasione del ventennale della prima mostra senese e a trenta anni dalla morte di Hugo Pratt, verrà invece organizzata una grande esposizione dedicata al fumettista e scrittore, “padre” di Corto Maltese. La mostra, curata da Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem, con il progetto dell’architetto Giovanni Mezzedimi, verrà prodotta da Opera Laboratori e sarà la prima tappa di un percorso in importanti sedi museali italiane.
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La mia fotografia è intrisa di solitudine, bellezza e femminilità.