Categorie: Attualità

Ed è Sanremo 2022, finalmente. I meme per aprire le danze

di - 1 Febbraio 2022

È tutto pronto. E noi non stiamo nella pelle. Stasera la 72ma edizione del Festival della canzone italiana, più comunemente Festival di Sanremo, scandirà i ritmi e i temi dell’agenda politica di questa settimana e delle 51 a seguire. Per la terza volta di seguito al comando, oramai lo sappiamo, ci sarà Amadeus. Qualche giorno fa ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione anche l’inzuccherato Fiorello, pronto a far scompisciare il compagno di merende Ama.

Carə concittadinə, quella che ci prepariamo ad affrontare è una legislatura settimana impegnativa sul fuso orario sanremese. Le serate inizieranno alle ore 20:30 con il Primafestival, alle 20:40 con il Festival e «Certo non finiremo a 00:30. Io non ho mai voluto il Dopofestival e quello spazio l’ho incluso nel Festival. Cercherò di avere un ritmo sostenuto ma non finiremo certamente prima dell’1:30», Amadeus dixit.

Si sa, “Sanremo è Sanremo”, e a ogni edizione è d’obbligo battere nuovi record per la qualunque, whatsoever. E va da sé che questa sia l’edizione più social di quella precedente, che lo era di più di quella precedente ancora e così via. Mai come quest’anno, infatti, si è visto un tale stuolo di influencer, commentatori, comici, deejay, pronti a seguire e commentare i live del Festival. Più di ieri, meno di domani, la kermesse vuole avvicinare i giovani e non importa quasi più che lo guardino in televisione, in questo mondo in cui le views dei Tik Tok superano di molto lo share di programmi sui canali di punta.

Un altro record è detenuto dal giuoco del Fantasanremo, che quest’anno vede lo schieramento di 500mila squadre impegnate a contendersi la vittoria a suon di bonus e malus che, non a caso, ben poco hanno a che fare col podio. In questa fantacompetizione si contano piuttosto i twerking, le scapezzolate, le dichiarazioni pro LGBTQIA+, arrivando ad «Artista scrutinato per le elezioni del presidente della Repubblica» (+25 punti!).

E ancora, non è un caso che Enrico Mentana, subito dopo la proclamazione del Presidente della Repubblica, abbia pronosticato che la cerimonia del giuramento potesse svolgersi già lunedì, 31 gennaio, così da non sovrapporsi all’evento distraente per eccellenza. Sanremo, ça va sans dire, che inizia oggi, martedì 1 febbraio. Sicuramente è una speculazione infondata la nostra, tuttavia dà da pensare che, infine, l’insediamento sia stato organizzato per il giovedì, 3 febbraio, cioè la serata delle cover, che di fatto è quella meno interessante ai fini della gara. Nice move, Sergione.

Come non spendere poi due parole per gli esclusi da Ama alla competizione? Nomi più o meno illustri, tra cui è doveroso menzionare i Jalisse che, dopo aver vinto Sanremo nel 1997 con “Fiumi di parole” contro ogni pronostico, hanno presentato la loro candidatura per 25 anni consecutivi, venendo puntualmente, inspiegabilmente, ingiustamente scartati.

Ma questo linguaggio da talk show
Cosa c’entra con noi?
Provo l’unico rimedio
Che adotto da un po’
La mia testa chiude l’audio
La storia la so, sei fatto così
Dovrei limitarmi oramai… a dirti di sì!
Fiumi di parole, fiumi di parole tra noi

Non solo musica al Festivàl. Tra i grandi temi impegnati che terranno banco in questa edizione, a sorpresa abbiamo la legalizzazione della cannabis, una battaglia portata avanti nientepopodimeno che da Ornella Muti, madrina della prima serata. Ci aspettiamo grandi cose da Ornellona. Attenzione: quello che segue non è un meme ma una foto di un vero shooting della Muti.

All’occhio esperto del lettore non sfuggirà di certo che la kermesse di frivolo ha soltanto la patina e i temi impegnati servono a ricordarci sempre che siamo in «Un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte», (cit.). Il Paese, insomma, si raccoglie devoto attorno alla televisione per soffocare la sensazione di sapere molto bene come si sente questa scarpa.

Purtuttavia, ignorare Sanremo è, oltre che impossibile, sbagliato. Esortiamo alla riflessione tutti i Sanremo-scettici utilizzando una massima di Xi Jin Ping: «Se ci allontaniamo dalle masse, se perdiamo il loro sostegno, finiremo per fallire».

Au revoir,
F&C

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