Victor Vasarely (1906-1997) ritorna dopo 55 anni dâassenza dalle esposizioni istituzionali con una grande retrospettiva dal titolo âVasarely, le partage des formesâ al Centre Pompidou di Parigi fino al 6 maggio. Sono ben trecento le opere che si dislocano lungo un percorso cronologico e tematico, tra cui alcune inedite, 75 dipinti, 59 tra oggetti e sculture, integrazioni architettoniche, pubblicitĂ e primi studi.
A cavallo tra gli anni sessanta e settanta scoppia il âfenomenoâ Vasarely, le forme e i colori del padre dellâOp Art sono ovunque, dal design alla moda, alle copertine di libri e dischi, fino a ridare dinamismo alla celebre Losanga Renault. Lâuniverso dellâartista franco-ungherese è immediatamente riconoscibile, ed è oggi simbolo di quegli anni. Allâenorme successo popolare, questo erede delle idee del Bauhaus, rispondeva: âNon sono per la proprietĂ privata delle creazioni. Che il mio lavoro sia riprodotto su chilometri di verde acqua non mi importa! Dobbiamo creare unâarte moltiplicabileâ.
Un concetto questo che lâartista ha fatto suo durante tutta la sua carriera artistica. GiĂ nei primi anni cinquanta con la serie Photographismes e Naissances usando il bianco e nero si ispirava al positivo e negativo dellâimmagine fotografica, equivalente del linguaggio binario e della programmazione. Nei primi anni sessanta Vasarely sviluppò addirittura un alfabeto plastico composto da un lessico di sei forme geometriche incorporate in quadrati di colore puro, queste grazie a giochi combinatori restituiscono un linguaggio visivo globale.
Nella mostra, in questa fantasmagoria di colori in cui primeggia lâastrazione geometrica e la percezione dinamica delle forme in tutte le salse, la forma umana non sparisce del tutto ma si fa rarissima. Spicca la copertina dellâalbum di David Bowie, Space Oddity del 1969, in cui il volto del cantante è restituito da una foto di Vernon Dewhurst, che si staglia su cerchi blu e viola su sfondo verde, ispirandosi allâopera CTA-25-BC (1968) di Vasarely. PiĂš discreto è lâOmaggio a Georges Pompidou (1976, ritratto in rilievo fronte/retro, 500 x 400 x 6 cm), una scultura realizzata da Vasarely insieme a suo figlio, lâartista Yvaral (1934-2002), che vede 38 listelli in alluminio disposti verticalmente che restituiscono un ritratto in bianco e nero dellâex presidente della Repubblica, inscritto in un esagono. Questâultimo è un emblema della Francia che sâispira alla forma geografica del Paese. Il ritratto istituzionale rigoroso di un uomo politico viene meno, senza posa, nĂŠ galloni, qui se ne percepisce solo il volto, che per alcuni rimanda paradossalmente ai ritratti di potere di regimi totalitari. Lâopera è presentata allâinaugurazione del museo nel 1977, sigillando il rapporto di collaborazione tra un collezionista e appassionato dâarte e unâartista dâavanguardia. Oggi quanti riconoscono nel ritratto monumentale appeso nel forum del Beaubourg il noto presidente? Unâevidenza per tanti ma non per tutti i 3,37 milioni di visitatori che ogni anno si recano al Pompidou, tra cui alcuni scopriranno stupefatti che si tratta del noto uomo politico un bel poâ borghese, che ha dato vita al piĂš grande museo dâArte Moderna dâEuropa. (livia de leoni)