Fondazione Trussardi significa ormai Massimiliano Gioni: giovane direttore artistico che ha fatto di necessità virtù. Manca uno spazio espositivo per le attività della Fondazione? Allora si va alla riscoperta di Milano. Prima con Elmgreen & Dragset alla Galleria Vittorio Emanuele, poi a Palazzo della Ragione con Darren Almond (Wigan, 1971).
L’affermato videoartista inglese ha sviluppato per questa mostra un progetto molto personale nato due anni fa, all’epoca in cui sua nonna venne colpita da un grave malore. Dopo oltre quarant’anni dalla luna di miele dell’anziana signora, e dopo venticinque anni dalla scomparsa del marito, Darren Almond l’ha riportata a
La videoinstallazione, frutto di questo ritorno al passato, si articola in quattro brevi loop in altrettanti schermi: una fontana zampilla acqua blu; le gambe d’una coppia di ballerini volteggiano solitari in un “ballo a palchetto”; l’enorme volto della nonna di Almond pare osservarli, abbozzando un catalogo di espressioni melanconiche; un mulino a vento ripreso di notte, illuminato da luci al neon, su uno schermo alto ben sette metri.
Il suono che coinvolge il visitatore è fondamentale nella ricezione dell’opera: un dolce motivo al pianoforte è la dominante. Ma avvicinandosi al mulino, si ode il rumore delle pale in movimento, come il ticchettio di un monumentale orologio che scandisce il tempo. Quasi altrettanto inudibile è lo scalpiccìo dei ballerini –registrato proprio in Palazzo della Ragione– che si avvicina e si allontana dispettosamente, grazie alle multiple fonti sonore.
Il visitatore è immerso in un “gigantesco carillon” che oscilla fra l’intimità dell’esperienza personale e la condivisione di un sentimento universale. Un invito discreto alla riflessione e alla memoria, una romantica indagine che dilata il tempo, fino a sospenderlo. Un lavoro che mostra l’altro volto dell’arte contemporanea: dallo “spettacolarismo” di Elmgreen & Dragset al “sentimentalismo” di Darren Almond. E tuttavia, un dato comune esiste e non va sottovalutato per comprendere la politica della Fondazione: entrambi gli interventi sono fruibili pienamente da un pubblico non specialista. E il numero dei visitatori dimostra che la strada è quella giusta.
marco enrico giacomelli
mostra visitata il 12 novembre 2003
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