Qual è stata l’entità dell’investimento?
Diciotto milioni di euro… per ora!
L’hotel-museo è una formula in parte già sperimentata. Dove sta l’originalità della sua proposta?
Il mio progetto viene da molto lontano: pensi che i soli lavori sono iniziati quasi cinque anni fa e la mia idea è di gran lunga precedente. Le differenze sono molte ed essenziali. Due su tutte: la grandezza dell’Alexander – ben nove piani con sessantatre camere – e il fatto che tutte le camere sono state pensate completamente dagli artisti. In particolare ho voluto affidare a ciascuno di loro la lavorazione della porta d’ingresso, in modo da far diventare ogni porta un’opera d’arte, un quadro, e ognuno dei diciotto corridoi una galleria di un museo.
Gli artisti “storicizzati” – come Pomodoro, Cucchi, Marotta, Paladino – li ho scelti quali i migliori, a mio avviso, e comunque i più rappresentativi dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni. I settantacinque nomi delle sessantatre camere li ho selezionati tra i duecentosessanta che avevano risposto a una mia richiesta sulla rivista “Arte”, tranne alcuni che mi sono stati consigliati da Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Achille Bonito Oliva e altri critici di mia fiducia. L’architetto che ha progettato l’ampliamento è stato Marco Tamino, un bravissimo professionista e un ottimo amico che ha saputo “ascoltare” le mie richieste. Questo perché io credo fermamente nel ruolo, fondamentale, del committente.
Sta pensando ad altre iniziative nel settore dell’arte?
Certamente. Sto programmando una lunga serie di iniziative. La mia idea è quella di coinvolgere poeti, attori e registi in letture, rappresentazioni di teatro d’avanguardia, serate musicali (quattro per la verità ne abbiamo già dedicate al jazz) e, naturalmente, mostre e conferenze sull’arte. Il prossimo dicembre, visto il successo dello scorso anno, realizzeremo, con gli artisti dell’Alexander, nuovamente un grande presepio. E poi una vera chicca, una grande bella sorpresa che non posso anticipare.
Concludendo?
Concludendo vorrei ricordarle la stupenda esperienza che ho vissuto nel corso dei quattro anni di lavori con i cento artisti che hanno “convissuto” con me. Fra i tanti piacevoli ricordi, le lunghe discussioni con loro, stimolanti, coinvolgenti come d’altronde continuano e continueranno a esserci anche tra i nostri clienti, ospiti e “fruitori”.
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Il Nerocubohotel di Rovereto
a cura della redazione di Exibart
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 59. Te l’eri perso? Abbonati!
[exibart]
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ma vai a cagare!
foto d'effetto non c'è che dire