LA PRIMAVERA? È A SETTEMBRE

di - 24 Settembre 2010
Il fascino degli
ormai celebri Nocturnes e quello – certo più prosaico, ma di questi tempi… – della gratuità
degli eventi. Sono due delle ragioni che contribuiscono a rendere due weekend
tolosani assai appetibili per il pubblico dell’arte e dintorni. Il primo appuntamento
ha inizio oggi e prosegue fino a domenica, il secondo si concentra nel
successivo fine settimana.

A stuzzicare i
palati dell’artworld è il festival di creazione contemporanea Printemps de
septembre
,
rassegna che quest’anno giunge alla ventesima edizione. A capitanare la kermesse, una coppia di
tutto rispetto: Eric Mangion, direttore della nizzarda Villa Arson, e Isabelle
Gaudefroy, che proviene dalla Fondation Cartier di Pargi.

Quest’anno il focus – sintetizzato da un titolo accattivante
quanto basta, Une forme pour toute action – sono
le “nuove arene” della performance. Un tema
che sarà indagato con mostre, Nomadic Nights (e qui si sente distintamente l’apporto di Gaudefroy),
eventi fuori e dentro le mura della città (con appendici importanti a Reims e
Cahors) e programmi educativi.

I nomi? Una schiera, da Spartacus Chetwynd e Martin Kersels al Musée les Abattoirs al reverendo Ethan
Acres
allo Spazio Saint-Cyprien.
Per non parlare della fittissima programmazione delle performance “propriamente
dette”.


Per evitare la dispersione, concentriamoci sulla tre-giorni inaugurale.
Si inizia con Le Cahier de Notes di Dora
Garcia
, registrazione maniacale attraverso la scrittura di tutto ciò
che avviene nella mente e nella sala in cui sosta il performer (che non è un
professionista, ma chiunque del pubblico decida di impersonare il ruolo, per il
tempo che riterrà opportuno). Evidentemente l’atto stesso in cui è impegnato
influisce sull’ambiente, e di conseguenza su se stessi, in un circolo
virtuoso/vizioso illustrato in primis
dalla fisica moderna. Sempre Dora Garcia propone Proxy/Coma, riflessione forse un poco datata ma pur sempre
inquietante su privacy, successo mediatico, voyeurismo e quant’altro faccia
parte della costellazione semantica che si crea nel momento stesso in cui si
accende una videocamera (per i fan della Garcia, un terzo evento, Le
Messager
, si svolge sul sito doragarcia.net, mentre sabato 25 va in scena Quel putain de
merveilleux public
).

Passando dal bbb al Musée les Abattoirs, Christophe
Duchatelet
invita il pubblico a
contribuire al più lungo videoclip del mondo, installando un Dancebox
dove esprimersi per un minuto, in piena libertà (?); all’Espace Croix-Baragnon
Michael Portnoy interpreta il ruolo di “maestro
delle cerimonie
” in Fran Spafa Feda: ancora il pubblico protagonista, a gruppi di quattro, per inventare
un gioco/linguaggio servendosi di un tavolo e degli oggetti che vi sono
deposti. Nel frattempo, al Centre d’art de Colomiers, sessione di live
drawing eseguita da Hendrik Hegray, Shoboshobo, Sumi
Ink
Club, Tetsunori Tawaraya
e Dennis Tyfus.

Si giunge così a sabato 25, e
mentre le principali mostre hanno inaugurato o stanno per inaugurare, le
performance continuano. All’Espace Croix-Baragnon è di scena Joris
Lacoste
con Le cabinet d’hypnose:
previa prenotazione, un visitatore racconterà il suo vissuto onirico e i filmati
saranno trasmessi nei giorni successivi. In mattinata, sull’Esplanade du
Jardin Raymond VI
, Maria Spangaro e Jean Baptiste Bruant orchestrano l’Action-ondulation di
venti persone, mentre fra vie e piazze di Tolosa si può incrociare Philippe, magari travestito da faraone, cercando di capire se
si tratta di Fayçal Baghriche oppure di un artista di strada (ma
in fondo qual è la differenza?). Per una pausa, niente di meglio di uno
spettacolo al Lieu-Commun, magari di magia, pensato dal professionista
dell’illusione Romain Lalire per il
collettivo Kit.

Di performance ve ne sono ovviamente anche nelle tante
gallerie che partecipano al festival. E allora, sempre sabato, si può passare
da Kandler per Virginie La Touze,
oppure attendere domenica 26 per recarsi all’école
des beaux-arts
e scambiare i propri libri su qualsivoglia conflitto con equivalenti
cartacei a soggetto arte e letteratura, al fine di costruire la Bibliothèque
de guerre
di Jean-Yves Jouannais. Alternative ce ne sono a bizzeffe: assistere all’incontro con Jean-Baptiste
Farkas
presso Lieu-Commun e capire
cos’è l’Ikhéa (sic), prendere parte al primo evento del Voltex nell’ambito
del ciclo On n’enchaîne pas les volcans, sbirciare il palazzo che
ospita il locale Goethe-Institut mentre
si svolge l’azione di Jochen Dehn.


Se, giunti alle ore 18, la spossatezza non ha ancora colpito
a fondo il corpo del performer/visitatore, si può far ritorno al Musée les
Abattoirs
. Non muoverti! è il titolo
che la Compagnie du Zerep ha dato alle sue “variazioni sulla
relazione artista/modella
”. A quel punto,
edotti anche su questo punto, ci si potrà abbandonare al sonno. In vista della
seduta d’ipnosi dei giorni successivi.

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L’edizione
2004 del festival tolosano

marco enrico giacomelli


dal 24 settembre
al 17 ottobre
2010

Printemps de
septembre 2010 – Une forme pour toute
action

direzione artistica: Eric Mangion & Isabelle Gaudefroy

Info: www.printempsdeseptembre.com

[exibart]

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