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L’Atelier des Lumières di Parigi apre le porte con un omaggio immersivo a Klimt e Schiele

di - 23 Aprile 2018
L’Atelier des Lumières, un centro d’arte tutto digitale, apre le porte nell’est parigino con una programmazione fantasmagorica che, in una vecchia fonderia di ferro del XIX Secolo, accoglie mostre immersive e diffuse. Con 140 proiettori, un sistema sonoro spazializzato, 3.300 m2 di superfici, dal pavimento al soffitto, tra pareti che arrivano fino a 10 metri, il tutto dislocato tra una grande sala e un bar immersivo, lo Studio.
L’esposizione inaugurale accoglie, fino all’11 novembre, un omaggio alla Secessione viennese con opere di Gustav Klimt ed Egon Schiele, per la durata di 30 minuti. Ma è solo la prima parte, infatti segue l’opera del pittore e architetto Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), erede della Secessione viennese. Non manca certo un intervento più contemporaneo grazie alla Creative New Media Agency Ouchhh, che presenta Poetic_AI, negli spazi dello Studio. Un’opera che, generata da algoritmi, restituisce un’esperienza immersiva e poetica, attraverso forme, luci e movimento. Il progetto multimediale è curato da Beatrice Avanzi e realizzato da una squadra tutta italiana composta da Giafranco Iannuzi, Renato Gatto, Massimiliano Siccardi, Ginevra Napoleoni e Luca Longobardi.
‹‹Siamo entrati nell’era digitale. È un fenomeno che viviamo tutti i giorni. Questo è vero anche nei musei e nel nostro modo di accedere alla cultura››, asserisce Bruno Monnier, che intervistammo nel nostro onpaper n°95, fondatore e presidente di Culturespaces, un ente privato che produce mostre e gestisce importanti monumenti e musei francesi, come il teatro romano di Orange e il museo Jacquemart-André a Parigi, con l’obiettivo di avvicinare all’arte un pubblico eterogeneo. (Livia De Leoni)

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