La grande tradizione di edizioni del poema dantesco viene arricchita grazie all’iniziativa di Cristina Taverna con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze e del Gabinetto Stampe della Biblioteca Centrale.
Accanto alle illustrazioni di Botticelli, William Blake, Dorè e alle più recenti di Armando Spadini, Libero Andreotti e Giovanni Fattori si sommano adesso le nuove immagini e interpretazioni di Lorenzo Mattotti, Milton Glaser e Moebius. I tre grandi artisti si sono divisi le tre cantiche: è infatti l’italiano Mattotti ha iniziare il viaggio dantesco, suo il compito di disegnare diavoli, mostri e ombre. “Ho iniziato con degli schizzi e mi sono subito divertito”. I suoi pastelli sono materici, combattivi, i colori accesi, per lo più rossi, blu, le figure allungate dai movimenti oscuri senza centro. Eppure Mattotti al termine del lavoro si dice un poco insoddisfatto: anche se lunga è la storia delle illustrazioni della Commedia, essa sembra mai esaurire la forza dei contenuti.
La seconda cantica, il Purgatorio, è illustrata dai monotipi dell’americano Glaser, “ho tagliato delle “forme” di carta, le ho inchiostrate con colore ad olio e le ho poggiate su una lastra di plexiglass già inchiostrata”. Le figure si muovono solo grazie al colore, l’illustrazione della medesima scena spesso è doppia: “ ho analizzato il problema dell’illustrazione: dando due possibili immagini della stessa scena che muta appena, dovrei dare allo spettatore la possibilità di immaginare a sua volta quella medesima scena”.
Infine il Paradiso, affidatoalle chine acquerellate del francese Jean Giraud Moebius che di fronte all’inconoscibile, al mistico, immobile e inafferrabile mondo celeste ha scelto di piegare la sua personalità alle regole già scritte della visione:”Gustave Dorè era la mia sola via d’accesso all’ombra portata dalla luce paradisiaca sfiorata dalla penna angelica dell’artista… ho appoggiato di nascosto la mia carta da ricalco” Le figure sono bagnate da ombre di luce sospinte da leggeri venti. Piccoli angeli si dispongono in formazioni danzanti creando figure diverse e più grandi.
I colori sono diluiti e lucenti. La mostra quindi propone allo spettatore sessantacinque tavole originali bellissime, omaggio ai tre artisti e soprattutto a Dante.
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