Dalla parte del drago #21: Musica Maestro

di - 14 Novembre 2021

Si dice che Rubens dipingesse ascoltando musica vestito di tutto punto e che contemporaneamente dettasse, in una delle sue cinque lingue perfettamente parlate, una bella lettera a qualcuno pronto a scrivere. Ma la musica non era amata da lui solo, tra i pittori: Evaristo Baschenis, ad esempio, ne fece il soggetto di ogni suo dipinto, diventando il pittore delle nature morte a soggetto musicale. Ma anche Caravaggio la tenne spesso in considerazione, se pensiamo alla fuga in Egitto e all’Amore Vincitore. Degas amava l’Opera e si vede, e non solo le ballerine. E quella passione gli era stata proprio trasmessa dal padre Auguste che pare tenesse settimanalmente un salotto musicale nella propria abitazione.

Tiziano, Ritratto di musico, 1520, Olio su tela, 99Ă—82 cm

Tiziano compì il Ritratto di Musico che ci guarda con l’immancabile spartito sotto la mano sinistra, e negli stessi anni il Pontormo prese un medesimo soggetto e non fece altro che girargli il fianco dal lato opposto. Un decennio dopo arrivò anche il Lotto che, per la comodità di chi esegue, pensò bene di mantenere il busto dritto, e lo spartito anche.

Hieronymus Bosch, Il concerto nell’uovo, 1561, Olio su tavola, 108,5×126,5 cm

Un seguace di Hieronymus Bosch ebbe invece un’idea più geniale e mise alcuni compositori al centro di un uovo, ricordando che la musica al tempo poteva portare alla perdizione, o almeno così si prova oggi a interpretare quel coro che sbuca dall’uovo filosofale, collegandosi forse all’alchimia e alle trasmutazioni magiche. Un uomo tiene pure un imbuto capovolto sulla testa, simbolo di instabilità mentale, mentre il monaco in primo piano è così intento nel canto da non accorgersi di subire un furto.

Pontormo, Ritratto di un musicista, 1519, Olio su tavola, 86Ă—67 cm

Anche quando si tratta di Santa Cecilia la musica è ovvio che non manca, come testimoniano i dipinti di Poussin, Domenichino, Orazio Gentileschi e mille altri che tralascio, per non fare troppi elenchi. Mi soffermo però su altri due lavori. Il primo è di Jacques Linard e s’intitola curiosamente I Cinque sensi e i quattro elementi, e vi compaiono così tante cose da fare invidia a certi disegni fitti di Benito Jacovitti, con il cowboy Cocco Bill che beve camomilla al posto del classico whisky.

Benito Jacovitti, Mondo Pistola! Cocco Bill e Occhio di Pollo (particolare)

E Linard nel dipinto mette in grande dettaglio la fucina che indica il fuoco, un uccello che par uscir dalla finestra indicando l’aria, qualche radice che rappresenta la terra, e un vaso riempito che fa intuir l’acqua. E per completare bene le componenti del titolo si vedono anche il liuto che rappresenta l’udito, la frutta per il gusto, i fiori per l’olfatto. La carte da gioco sono invece il tatto e la vista vien riassunta nello specchio. Mondo pistola, che bellezza. E visto che c’entra con la musica e l’abbondanza, guardiamo cosa ha combinato De Pereda (Antonio) nel suo Sogno del Gentiluomo: un elegante protagonista si regge la testa assopito su una sedia posta di fronte a perle, monete, carte da gioco, uno strumento musicale e il suo spartito, e tanto altro tra cui una tiara papale, una corazza, un globo, una corona e varie cose simbolo di vanitas. Ma attenzione caballero! Alla maschera che indica falsità, ai due teschi presenti, all’orologio che simboleggia lo scorrere del tempo, alla candela consumata e ai fiori recisi: tutti messaggi ben chiari.

Jacques Linard, I cinque sensi e i quattro elementi, 1627, Olio su tela, 105Ă—153 cm

E per esserlo anche di più, una donna alata regge un cartiglio che ricorda al nobiluomo ciò che già aveva capito: “Vola veloce, uccide e punge in eterno”: è la freccia del tempo. Meglio non pensarci e provare ad immaginare il Savoldo che suona il liuto, Vermeer alla spinetta e Giorgione addirittura in concerto nel campo all’aperto. Peccato che la musica dipinta non si possa sentire, anche se per questo ci viene in soccorso la scena musicale italiana dell’ultima generazione. Gio Evan è infatti riuscito a citare Duchamp, Basquiat, Marina Abramovic e Alighiero Boetti tutti in un sol pezzo, mentre la cantante dei Coma_Cose indica un lungo lasso di tempo negativo risalendo addirittura alla Venere di Milo. E pensare che fino all’anno scorso c’era un gruppo indie ispirato a una rock star della scultura, così ben nota e celebrata: i/il Canova.

Nicola Mafessoni è gallerista (Loom Gallery, Milano) e amante di libri (ben scritti). Convinto che l’arte sia sempre concettuale, tira le fila del suo studiare. E scrive per ricordarle.
IG: dallapartedel_drago

Articoli recenti

  • Mostre

La più grande retrospettiva di Cen Long è in mostra a Venezia

In occasione della 60ÂŞ Biennale di Venezia, fino al 21 novembre, presso Palazzo Querini, è ospitata la msotra Cen Long.…

8 Maggio 2024 0:02
  • Arte contemporanea

Biennale d’Arte: colori dal mondo ai Giardini, tra installazioni e padiglioni

Dall’intervento del collettivo brasiliano MAHKU, al Padiglione di Sol Calero, fino alla scultura del designer giapponese VERDY per Swatch: le…

7 Maggio 2024 17:43
  • Premi

Mellone Art Prize, a Milano la mostra dei dieci artisti finalisti

Al Museo Leonardo da Vinci di Milano, la mostra dei dieci artisti finalisti della seconda edizione del premio istituto per…

7 Maggio 2024 16:43
  • Architettura

Intelligens: presentato il tema della Biennale di Architettura 2025

Carlo Ratti ha presentato il titolo e il tema della 19ma Biennale di Architettura di Venezia, che aprirĂ  a maggio…

7 Maggio 2024 13:43
  • AttualitĂ 

Me Too: L’Origine del Mondo di Courbet imbrattata al Pompidou Metz

Due attiviste di Me Too imbrattano cinque opere d’arte, tra cui L’origine del Mondo di Gustave Courbet e Genital Panic…

7 Maggio 2024 10:31
  • Mostre

Lucas Memmola, pittura tra i meandri del contemporaneo: la mostra alla Galleria Tiziana Di Caro, Napoli

Negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro, a Napoli, va in scena il compendio pittorico di Lucas Memmola, una rivisitazione…

7 Maggio 2024 10:00