Super gallerie si spostano: anche Thaddaeus Ropac sbarca a Seoul

di - 3 Giugno 2021

Clima vivace quello di Seoul. Dopo mesi di incertezze e restrizioni varie, la graduale ripartenza post Covid19 dà fiducia al mercato dell’arte e i galleristi, orfani da più di un anno di eventi, mostre e fiere, re-investono quanto risparmiato in nuove sedi espositive. Una nuova fase d’azione dunque, che vede il susseguirsi di notizie su nuove aperture di gallerie in giro per il mondo. Sono in tanti ad aver puntato a Oriente: al centro dell’attenzione non ci sono più solo Shanghai e Hong Kong – ormai largamente battute dalle gallerie europee e americane più potenti – ma è la Corea del Sud ad attrarre ed essere meta di conquista. A convincere i colossi del mercato dell’arte, tra le altre, c’è anche la capacità di gestione economica resiliente dimostrata in piena pandemia. Il PIL della Corea del Sud si è infatti contratto solo dell’1% lo scorso anno e prevede una crescita fino al 3% in tutto il 2021.

Fattori che, nell’ambito di un sistema dell’arte generalmente instabile e alla continua ricerca di novità in cui affondare i denti, così come di un radicale mutamento in formato digitale di manifestazioni ed eventi culturali ultra conosciuti, dimostrano come sia sempre viva e aperta – da parte di galleristi e collezionisti – la caccia alla piattaforma commerciale del presente e del futuro. In questo senso, la città di Seoul si inserisce in quello che potrebbe diventare un trend strategico mondiale: una destinazione vantaggiosa in cui poter avviare nuovi progetti ad ampio respiro.

Non è un caso se sono in corso da tempo le trattative per l’apertura della nuova sede del Centre Pompidou in città o se Frieze stia pensando a una prima edizione della fiera a Seoul nel 2022. La Pace Gallery, la Galerie Perrotin, la König Galerie e la Various Small Fires di Los Angeles sono invece già attive in questa parte di mondo e la Galerie Thaddaeus Ropac è l’ultima tra le gallerie europee ad approdare a Seoul.

La volontà del famoso gallerista austriaco Thaddaeus Ropac – fondatore della galleria omonima con sedi a Salisburgo, Parigi e Londra e rappresentante di oltre 60 artisti – è quella di costruire a Seoul una realtà diversa, un ponte tra mercato orientale e occidentale le cui fondamenta sono state fissate già nel 2007. Ropac, infatti, è attivo da anni sulla scena di Seoul: tra i fidelizzati e clienti storici della galleria c’era anche il miliardario Lee Kun-hee, presidente sudcoreano del gruppo Samsung scomparso lo scorso ottobre. Una fitta rete di collaborazioni quindi che ha permesso al gallerista di esporre i suoi artisti nelle sedi coreane più influenti e di detenere un ruolo centrale come mercante, curatore e esperto d’arte.

In una recente intervista a The Art Newspaper dichiarava: «Ho costruito un rapporto di fiducia con Seoul negli ultimi 20 anni. Abbiamo debuttato con Lee Bull nel 2007, poi una mostra con Lee Ufan a Parigi nel 2009. Siamo stati coinvolti nell’introdurre George Baselitz in Corea, organizzando la sua prima grande mostra presso il National Museum of Modern and Contemporary Art Korea nel 2009. Ci sono voluti anni di lavoro. Amo la città, amo la raffinatezza dei coreani. Il nostro team qui sta crescendo e siamo lieti di svolgere un ruolo importante nella già fiorente scena artistica locale e regionale» ed ancora «Stavamo pensando all’Asia da un po’ di tempo e abbiamo creato una squadra asiatica considerando diversi posti in cui aprire una nuova sede».

La galleria sarà situata nel quartiere artistico Hannam-dong e occuperà il primo piano dell’edificio Fort Hill, progettato dallo Studio SAI Architects e guidato dal celebre architetto Juhwan Park vincitore del Korean National Architecture Award e del Seoul Architecture Award nel 2011. Gli interni, ad opera dell’interior designer Teo Yang Studio, saranno pensati per creare un unico grande openspace in cui poter esperire le opere in mostra.

Lo stesso edificio di Fort Hill ha influenzato la decisione Ropac di aprire a Seoul, di cui ha dichiarato «Con le gallerie sono molto legato agli spazi, come Ely House a Londra. Devono ispirare. Abbiamo esaminato spazi diversi in diversi paesi asiatici e quando questo spazio ci è stato mostrato ne sono rimasto piuttosto colpito. È molto diverso dalle nostre gallerie in Europa o da Ely House».

A dirigere la sede di Thaddaeus Ropac ci sarà Kyu Jin Hwang, la quale supervisionerà le operazioni della nuova location mentre dividerà il suo tempo tra Londra e Seoul. La stessa ha affermato: «C’è una tale energia e un impegno entusiasta con l’arte contemporanea nella città di Seoul a cui vogliamo contribuire con un variegato programma di mostre ed eventi». Per questo Ropac non esclude l’apertura in Asia di un’altra galleria. «Questo è solo l’inizio di un viaggio in Asia. Il punto interessante per le organizzazioni internazionali è che la Corea del Sud non ha alcuna IVA o dogana sull’arte. Abbiamo trovato uno spazio a Seoul che sembra una nuova casa per i nostri artisti. Vogliamo aprire. Non vediamo l’ora di condividere il nostro programma espositivo a ottobre 2021».

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