La buona notizia è che sei opere di Anselm Kiefer scomparse nel nulla sono state ritrovate. Quella cattiva è che, per il momento, non possono far ritorno dai loro legittimi proprietari. Il fatto poi che ce ne siano più di 300 ancora disperse nella stessa occasione, aggiunge una nota di amara ironia a questa storia dai tratti a dir poco kafkiani. Ma andiamo con ordine.
Qualche mese fa, scrivevamo di 342 opere, realizzate da Markus Lüpertz, Anselm Kiefer e Renate Graf, per un valore complessivo di circa 300 milioni di euro, andate misteriosamente perse nel corso di una serie di mostre itineranti in Cina, tra il 2016 e il 2018. Le opere erano state prestate da Maria Chen-Tu, una 63enne collezionista tedesca di origini taiwanesi, sulle cui origini e sulla cui collezione è veramente difficile avere notizie affidabili. Il progetto espositivo, invece, era organizzato dalla Bell Art, una società con sede ad Amburgo che si occupava di scambi culturali tra Cina ed Europa, fino al suo fallimento, a marzo 2019.
Le opere di Markus Lüpertz sono state esposte al China Art Museum di Shanghai nell’agosto 2016, al Tsinghua University Art Museum, nel marzo 2017, al Wuhan Art Museum, nel settembre 2017 e allo Shandong Art Museum, nel dicembre 2018. Le opere di Anselm Kiefer sono state esposte al CAFA Art Museum di Pechino, nel novembre 2016, al Baijiahu Museum Nanjing, nel marzo 2017, allo Shandong Art Museum, nel 2017, e al Li Zijian Art Museum a Changsha, nell’ottobre 2018. Fin qui, tutto abbastanza chiaro. Ma poi, il buco nero, nel quale sono andate a finire le opere dei tre grandi artisti, mai più ritornate in Europa.
A rintracciare almeno le sei opere di Kiefer, è stata Beate Reifenscheid, direttrice del Museo Ludwig di Coblenza che, nel 2016, insieme al Bell Art Center di Amburgo, aveva organizzato la prima tappa della mostra di Kiefer al CAFA di Pechino. In esposizione, 87 opere, 80 delle quali provenienti dalla collezione di Maria Chen Tu. L’ultima tappa doveva essere al nuovo Jupiter Museum of Art di Shenzhen ma la mostra la mostra non ha mai avuto luogo e delle opere si perse traccia.
Dopo una lunga e complicata serie di tentativi di mettersi in contatto con le istituzioni cinesi, Reifenscheid ha potuto comunicare la buona notizia di aver finalmente localizzato le sei opere Kiefer appartenenti al Ludwig, conservate in un magazzino d’arte a Shenzhen. Ma, alla sua richiesta di restituzione, si è trovata di fronte a un muro. «Dicevano che i documenti doganali non erano corretti o che altri avrebbero sostenevano che le opere appartenevano a loro e non al Museo Ludwig», ha commentato Reifenscheid, che in questi mesi ha avuto modo di visitare diverse volte il magazzino di Shenzhen per individuare le opere d’arte mancanti.
Sono intervenute anche la città di Coblenza e l’ambasciata tedesca in Cina, per chiedere il ritorno delle opere di Kiefer, minacciando il risarcimento dei danni. Alcuni temevano fossero scomparse sul mercato nero cinese ma alla fine sono state ritrovate, anche se per rimettersi sulla strada di casa pare proprio che ci vorrà tutta la diplomazia del mondo.
Purtroppo, come specificato da Margit Theis-Scholz, assessore alla cultura di Coblenza, il ritrovamente di queste opere non ha fatto fare passi avanti nelle ricerche delle altre centinaia ancora disperse. Il mistero continua.
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