“E’ utile avere una retrospettiva perché così ho potuto liberarmi di tutti quegli strumenti che ingombravano il mio studio” afferma serena Laurie Anderson . Ed effettivamente alla mostra al PAC i suoi “strumenti” ci sono tutti!
Una esposizione che ben ripercorre il suo complesso cammino artistico, dalle instancabili trasformazioni del violino al ripensamento della performance, dai dialoghi tra arte e tecnologia alle combinazioni di diverse forme artistiche. Difficile allestire una esperienza simile in un museo, ma questo non preoccupa l’artista americana che cerca di rendere uno spazio solitamente “statico” in uno stage teatrale aperto e scenografico.
La mostra non poteva non aprirsi con una performance che rievoca Duets on ice
Nelle sale del Padiglione d’arte contemporanea rimangono tracce di un lungo percorso artistico: i numerosi violini alterati e manipolati elettronicamente che hanno accompagnato le sue esperienze audiovisive e performative fino a divenire una sua “seconda voce”: “il violino è un’alter ego” – afferma – “è lo strumento che è più vicino alla voce femminile, è una sirena, per anni attraverso la tecnologia ho cercato di insegnargli a parlare”. Ai violini si alternano le immagini video, le fotografie, i disegni,
La sofisticata artista newyorkese, figlia della generazione di John Cage e Bob Rauschenberg, collega di Brian Eno, Peter Gabriel e Wim Wenders, con questa mostra che ha fatto tappa al Museo d’Arte Contemporanea di Lione e al Museo
alessandra poggianti
mostra visitata il 10 novembre 2003
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LAURIE: Ti amo...
non avevo inserito l'email!
purtroppo ho visto la mostra in un momento sfortunato quando sembrava + un centro commerciale pieno di famiglile con bambini urlanti al seguito che mettevano le mani sui violini/giradischi esposti ecc ecc va beh che i luoghi d'arte devono essere aperti a tutti però...nuovo nome del PAC? LUNA-PAC :-(